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Partito Radicale Centro Radicale - 12 giugno 1997
PE/Cina: rapporto Mc Millan-Scott

Relazioni Cina-Europa

A4-0198/97

Risoluzione sulla comunicazione della Commissione su un orientamento a lungo termine per le relazioni Cina-Europa (COM (95)0279 - C4-0288/95)

Il Parlamento europeo,

- vista la comunicazione della Commissione (COM (95)0279 - C4-0288/95),

- viste le conclusioni del Consiglio su tale comunicazione, approvate il 4 dicembre 1995,

- visto il parere del Comitato economico e sociale,

- viste le discussioni svoltesi tra la sua delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese e la delegazione del Congresso nazionale del popolo cinese,

- viste le proprie precedenti risoluzioni sulla Cina, il Tibet, il Turkestan orientale (Xinjang), Taiwan, Hong Kong e Macao,

- viste le proprie risoluzione del 13 novembre 1996 sull'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), del 14 giugno 1995 sulla comunicazione della Commissione "Verso una nuova strategia per l'Asia", del 9 febbraio 1994 sulle relazioni tra l'Unione europea e la Repubblica popolare cinese, del 28 maggio 1993 sulla partecipazione di Cina e Taiwan all'Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio (GATT) e sull'adesione di Taiwan al GATT,

- visti la relazione della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa e il parere della commissione per le relazioni economiche esterne (A4-0198/97),

A. considerando che sia per l'Unione che per la Cina è importante intrattenere relazioni basatesulla cooperazione piuttosto che sul confronto, sviluppare interessi economici bilaterali e incoraggiare una più completa partecipazione della Cina a un dialogo basato sul principio "scambi regolari non solo commerciali ma anche politici",

B. considerando che gli effetti a lungo termine dello sviluppo in Cina, tanto sulla sua popolazione di 1,2 miliardi di abitanti quanto sull'Unione o sul mondo intero, sono imprevedibili,

C. considerando che le relazioni con la Cina devono essere improntate agli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune sanciti dal trattato sull'Unione europea, ivi inclusi lo sviluppo e il consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto, nonché il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali,

D. considerando che ciò non può in alcun modo essere interpretato come un atto di interferenza negli affari interni della Cina, ma piuttosto come un'azione positiva a sostegno dei valori universali che rappresentano le fondamenta delle istituzioni internazionali comuni,

E. considerando che di fatto in Cina tutti coloro che hanno espresso critiche nei confronti del governo sono stati trattenuti o incarcerati; considerando che la situazione dei diritti dell'uomo in generale non ha mostrato alcun segno di miglioramento negli ultimi anni,

F. considerando che nel 1985 l'Unione ha firmato un accordo quinquennale di scambi e cooperazione con la Repubblica popolare cinese che è stato finora tacitamente rinnovato di anno in anno dopo il 1990; considerando che un embargo sul commercio di armi, ancora in vigore, e l'isolamento diplomatico hanno fatto seguito alla repressione brutale del movimento per la democrazia del 1989,

G. osservando la rapida crescita degli scambi commerciali tra l'Unione e la Cina nonché le limitazioni determinate dalla frammentarietà del commercio interno, dalle disparità regionali, dal protezionismo, dai dazi e dalle imposte di transito arbitrarie nonché dalle scarse infrastrutture di comunicazione della Cina,

H. osservando i risultati del questionario rivolto ai membri dell'Associazione commerciale Europa-Cina "Commerciare e investire in Cina - La Cina e l'Organizzazione mondiale del commercio" e la loro dichiarazione secondo cui "la Cina ha ancora una lunga strada da percorrere prima di poter adottare prassi comunemente accettate in materia di scambi internazionali, aprire i suoi mercati, consentire alle società straniere di operare liberamente e creare reti di distribuzione",

I. considerando l'esperienza acquisita dall'Unione europea nel creare un mercato interno di 370 milioni di persone basato sull'armonizzazione delle legislazioni e delle norme, essenzialmente commerciali, e la conseguente crescita economica; considerando inoltre la sua esperienza nel sostenere il processo di adeguamento a tali norme da parte delle economie pianificate dell'Europa centrale e orientale e dell'ex Unione Sovietica; considerando infine l'attuale sviluppo di una zona di libero scambio che abbraccia 12 paesi del Mediterraneo e che si traduce in un mercato integrato di circa 700 milioni di persone,

J. considerando che, viste le dimensioni della Cina, il modo in cui si sviluppa l'economiacinese ha ripercussioni importantissime sull'ambiente non soltanto nella Cina stessa ma anche in tutto il mondo e quindi anche in Europa; considerando inoltre che, qualora la Cina raggiunga livelli occidentali di consumo e inquinamento, si renderebbero necessarie una ripartizione più equa dello spazio ambientale globale, con l'attribuzione alla Cina di uno spazio maggiore e all'Occidente - compresa l'Unione europea - di uno spazio minore dell'attuale per lo sfruttamento delle risorse e l'inquinamento,

K. prendendo atto delle riforme politiche ed economiche che, a partire dal 1978, hanno trasformato la situazione interna ed esterna della Cina,

L. considerando, in particolare, che limpressionante crescita economica della Cina in questi ultimi anni rende necessaria una progressiva riforma politica e istituzionale che regoli in modo più democratico i diritti fondamentali e i doveri sia dei cittadini che degli apparati dello Stato,

M. osservando che il governo cinese fa affidamento sull'esercito popolare di liberazione (EPL) per mantenere lo status quo politico e riconoscendo, ciononostante, che attraverso le sue capillari operazioni finanziarie, commerciali e industriali - da cui il carattere unico della "economia di mercato socialista" della Cina - l'EPL è divenuto altresì agente e beneficiario della transizione economica; considerando inoltre che l'EPL, data la sua concentrazione dei poteri, costituirà un freno allo sviluppo verso un'economia di mercato e la democrazia, fintantoché tale ruolo non verrà meno,

N. constatando con inquietudine l'incremento della spesa cinese per la difesa, la creazione di una flotta militare di alto mare e la modernizzazione del suo arsenale nucleare, potenziamenti che hanno incoraggiato altri paesi della regione ad aumentare la spesa per la difesa, con conseguente incremento dei rischi di conflitto,

O. osservando che nel 1996 sono stati rivisti il codice di procedura penale e la legge sulle sanzioni amministrative; osservando tuttavia che queste disposizioni non sono ancora conformi alle norme internazionali relative all'equità dei processi e sono parzialmente contrastate da altre leggi promulgate a partire dalla fine degli anni '80, tra cui la legge marziale adottata nel 1996, la quale definisce criminali una vasta gamma di attività considerate come una minaccia per l'ordine politico, economico e sociale costituito;

P. considerando che le pratiche illegali diffusamente adottate da coloro che devono far rispettare la legge, la mancanza di indipendenza della magistratura e l'applicazione arbitraria della legge provocano numerose violazioni dei diritti umani e che, sebbene apparentemente si stiano effettuando sforzi volti a frenare alcune di queste pratiche, sussistono gravi motivi di preoccupazione in merito alla situazione dei diritti dell'uomo in Cina,

Q. considerando che in Cina, permanendo tuttora leggi in contrasto con gli standard internazionali ed essendo stata data un'attuazione inadeguata alle leggi "ammodernate", continuano a verificarsi gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, un crescente ricorso su vasta scala alla pena di morte anche per reati minori, mentre un alto numero di persone sono detenute per aver espresso pacificamente le proprie idee politiche o religiose, molte in campi di lavoro forzato dove si producono beni che potrebbero essere esportati nell'Unione, in violazione delle disposizioni del Sistema di PreferenzeGeneralizzate,

R. considerando l'oppressione di cui continuano a essere vittime taluni gruppi etnici e religiosi, in particolare i popoli tibetano, uighur e mongolo, e la crescente colonizzazione dei loro territori,

S. deplorando vivamente il fatto che il Consiglio e la Commissione, contrariamente al desiderio espresso in questo senso dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 20 febbraio 1997 sulla 53a sessione della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, non abbiano saputo difendere una posizione comune sulla questione delle gravi violazioni dei diritti dell'uomo in Cina dinanzi alla Commissione per i diritti dell'uomo a Ginevra,

T. considerando l'assegnazione del premio Sakharov 1996 per la libertà di espressione a Wei Jingsheng,

U. persuaso del fatto che i diritti dell'uomo tendono a essere meglio compresi e protetti in società aperte al libero scambio e alla libera circolazione degli investimenti, delle persone e delle idee,

V. considerando che la dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 afferma che "le disposizioni della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, così come applicate a Hong Kong, resteranno in vigore", e che l'articolo 39 della Legge fondamentale aggiunge che esse "devono essere applicate attraverso le leggi della Regione a statuto amministrativo speciale di Hong Kong",

W. considerando che la portata degli stessi Patti internazionali a Macao è stata negoziata e concordata in un "Memorandum of Understanding" concluso nell'ottobre 1992 tra il Portogallo e la Cina, la quale non espresse alcuna riserva, e che l'articolo 40 della Legge fondamentale sancisce che le rispettive disposizioni saranno applicate attraverso la legislazione della Regione a statuto speciale di Macao,

Y. considerando che l'accordo commerciale e di cooperazione tra Macao e la Comunità europea contiene una clausola concernente i principî democratici e i diritti dell'uomo quale "base della cooperazione",

I. Cooperazione

1. accoglie con soddisfazione la comunicazione della Commissione; ne appoggia la strategia e il programma di azioni in Cina, compresi la lotta contro la povertà, il benessere dei bambini, la riforma ambientale e agricola, le relazioni commerciali e culturali e più in particolare lo sviluppo della società civile, della democrazia e dello stato di diritto, e sollecita le risorse finanziarie e umane necessarie per renderle pienamente efficaci;

2. riconosce limportanza di favorire il pieno inserimento della Repubblica popolare cinese(RPC) nel sistema delle relazioni politiche, economiche e commerciali internazionali; chiede che si esamini la possibilità di svolgere regolarmente riunioni al vertice tra l'Unione e la Cina;

3. invita il Congresso nazionale del popolo ad aderire a una riconciliazione basata sul riconoscimento di malintesi storici e di compiere progressi verso un approccio basato sulle esperienze comuni per la realizzazione delle aspirazioni e delle necessità dei popoli di Cina e d'Europa;

4. è convinto che una migliore comprensione reciproca tra l'Europa e la Repubblica popolare cinese passi anche attraverso lapprofondimento delle relazioni interparlamentari; a tal fine invita il Congresso nazionale del popolo e la sua delegazione interparlamentare a intensificare i contatti e a moltiplicare lorganizzazione di incontri che favoriscano il dialogo e lo scambio di opinioni;

5. invita Consiglio e Commissione a intavolare al più presto negoziati diretti con le autorità della Repubblica popolare cinese affinché si pervenga alla firma di un accordo-quadro di cooperazione economica e commerciale allaltezza delle potenzialità delle relazioni UE-RPC; ricorda a tal fine limportanza che lUnione accorda, anche nel quadro delle relazioni commerciali ed economiche esterne, ai diritti umani e alla relativa clausola, che deve contemplare la possibilità di sospendere laccordo in caso di gravi, estese e persistenti violazioni dei diritti umani;

6. ribadisce il proprio auspicio che la Cina diventi membro a tutti gli effetti dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, sulla base delle condizioni già stabilite;

7. invita la Commissione e la Presidenza del Consiglio, ai sensi dell'articolo J7 del TUE, vista l'importanza della Cina quale partner, a fornire una valutazione semestrale delle discussioni con la Cina a seguito del dialogo sui diritti umani, dello stato degli scambi commerciali reciproci e dell'aderenza della Cina agli strumenti internazionali, comprese le azioni volte ad una adesione all'OMC e all'OCSE;

8. insiste sulla necessità che l'Unione e i suoi Stati membri coordinino strettamente il loro approccio politico ed economico nei confronti della Cina, in particolare in seno alle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni internazionali; sottolinea inoltre la necessità di coordinare questa politica dell'Unione con quella degli Stati Uniti e del Giappone;

9. ritiene che il ruolo delle ONG dovrebbe essere sviluppato per completare e sostenere i progetti dell'Unione e altri progetti in Cina e chiede alla Cina di legiferare sul loro diritto a stabilirsi sul suo territorio e di permettere che esse vi svolgano la loro attività;

10. chiede che si ricorra su vasta scala al know-how dell'Unione per rimediare al degrado ambientale provocato dall'espansione industriale e dal conseguente inquinamento e chiede il pieno sostegno della Cina a favore delle iniziative internazionali di tutela ambientale;

11. invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a punto programmi speciali di cooperazione ambientale per organizzare il processo di sviluppo economico, soprattutto quello industriale, in modo tale che l'ambiente - e cioè aria, acqua e suolo - venga inquinato il meno possibile, prendendo in considerazione speciali condizioni finanziarie (responsabilità, garanzie) per gli investimenti in campo ambientale, come il trasferimento di know-how e lo sviluppo di aziende modello rispettose dell'ambiente e rispondenti all'economia locale;

12. ritiene che l'Unione europea debba portare avanti e ampliare i propri programmi di sviluppo delle risorse umane in Cina, inserendovi iniziative nel campo della cooperazione giuridica, quali la formazione di avvocati e giudici nonché lavori nel campo del diritto commerciale e degli scambi, e intensificando il suo programma di scambi nel campo dell'istruzione e della cultura;

13. chiede alla Commissione di definire programmi di formazione professionale in ambiti in cui le norme europee costituiscono un modello generalmente valido, per esempio il rispetto delle norme ambientali, le tecnologie dell'informazione, la contabilità, la giurisprudenza, le assicurazioni, le banche e il mercato azionario;

14. chiede alla Commissione e agli Stati membri di dare il loro sostegno all'apertura a Pechino di un Ufficio che rappresenti gli interessi commerciali dell'Unione e sollecita l'elaborazione di un codice di condotta che copra gli aspetti economici e sociali, destinato alle imprese dell'Unione che operano in Cina;

15. chiede alla Commissione di offrire il proprio know-how, insieme a quello degli Stati membri e delle loro organizzazioni professionali, commerciali e sindacali competenti, sotto forma di una Task Force che assista lo sviluppo del mercato interno cinese nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile;

16. constata che la China Europe International Business School di Shanghai, sostenuta dall'Unione, si è dimostrata particolarmente proficua nel rafforzare le relazioni economiche tra l'imprenditoria dell'Unione e della Cina;

17. invita il Congresso Nazionale del Popolo ad avviare progressivamente un programma di riforme legislative compatibili con lo sviluppo delleconomia di mercato compresa la libertà di circolazione all'interno della Cina di persone, capitali, merci e servizi, garantendo in particolar modo i diritti e le attività degli investitori esteri;

18. appoggia il principio di "un paese, due sistemi", ma esorta la Cina ad accettare lo stimolo che dovrebbe derivare dal modello di libero scambio e di stato di diritto offerto a Hong Kong;

19. sollecita l'introduzione in Cina di una democrazia costituzionale fondata su principi universali comprendenti lo stato di diritto, la libertà di opinione, la libertà di associazione, il rispetto e la protezione della sfera personale, l'integrità fisica delle persone, il diritto a un processo equo, così come il diritto alla proprietà di beni da far fruttare e di cui disporre liberamente e l'estensione dei pieni diritti di proprietà privata alle aziende agricole, in modo da garantire l'ottimizzazione degli investimenti e dell'efficienza;

II. Questioni internazionali

20. è convinto della necessità che l'Unione sfrutti pienamente l'opportunità di intrattenere un dialogo costruttivo con la Cina, come nel caso dell'Associazione regionale ASEAN eASEM (riunione Asia-Europa);

21. si compiace dell'adesione della Cina al Trattato di non proliferazione nucleare e al trattato sul divieto degli esperimenti nucleari e alla Convenzione sulle armi chimiche;

22. deplora il ruolo svolto dalla Cina nella produzione di armi nucleari in Pakistan e in altre regioni nonché la fornitura di armi chimiche e di missili all'Iran;

23. invita la Cina a porre fine al suo appoggio militare ed economico alla giunta militare della Birmania;

24. si compiace degli accordi conclusi tra la Cina e i paesi suoi vicini in materia di controversie di frontiera, ma osserva con preoccupazione il fatto che l'"Alleanza strategica" con la Russia può portare a un volume di vendite di armi alla Cina senza precedenti;

25. non vede giustificazioni per la sospensione dell'embargo sulle armi da parte dell'Unione, adottato contro la Cina nel 1989, e chiede al Consiglio di verificare con i singoli Stati membri la misura in cui esso è attualmente rispettato, riferendo poi i risultati a questo Parlamento;

26. invita la Cina ad adottare un divieto totale delle mine anti-uomo e a prendere parte al processo avviato ad Ottawa al fine di giungere rapidamente a un trattato internazionale su tale questione;

27. si compiace del ruolo costruttivo svolto dalla Cina nel trovare un accordo sul programma nucleare della Corea del Nord e sollecita la Cina, gli Stati Uniti, la Corea del Sud e la Corea del Nord a concludere un accordo di pace ufficiale; chiede alla Cina di aumentare la pressione sulla Corea del Nord affinché questa introduca quanto quelle riforme politiche ed economiche che, sole, possono farla uscire dalla spirale di miseria in cui è caduta;

28. invita la Cina, in quanto membro del Consiglio di sicurezza dell'ONU, a fare ricorso ai meccanismi dell'ONU per risolvere questioni regionali, territoriali e di sovranità;

III. Diritti dell'uomo

29. si compiace della revisione di alcune normative, come il Codice di procedura penale e la Legge sulle sanzioni amministrative, ma le ritiene insufficienti in quanto strumenti per instaurare il pieno rispetto dei diritti dell'uomo in Cina;

30. invita la Cina a sottoscrivere e ratificare senza riserve la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, i suoi due protocolli facoltativi e il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, compiacendosi dell'intenzione dichiarata del paese di sottoscrivere quest'ultimo;

31. invita la Cina ad abolire la pena di morte e, a tale scopo, le chiede di procedere senza indugio all'introduzione di una moratoria sulle esecuzioni capitali;

32. considera opportuno mantenere il dialogo semestrale sui diritti dell'uomo UE-Cina, istituito nel 1995; chiede che la Commissione lo informi prima di tali riunioni circa gliargomenti da trattare e, successivamente, sull'esito del dialogo;

33. sollecita il governo cinese a rilasciare tutte le persone incarcerate o altrimenti detenute per aver espresso pacificamente opinioni culturali, politiche o religiose;

34. chiede al governo cinese di consentire al Premio Sakharov Wei Jingsheng di essere ricevuto dal Parlamento europeo;

35. invita il Congresso nazionale del popolo a revocare le proprie leggi incompatibili con lo sviluppo di un vero e proprio Stato di diritto, rispettoso dei diritti individuali, e lo esorta a modificare le nuove disposizioni concernenti "la messa a repentaglio della sicurezza dello Stato", in modo da allinearle alle norme internazionali, nonché a revocare le leggi sulla sicurezza dello Stato e i segreti di Stato e a garantire la tutela contro la detenzione arbitraria, i processi iniqui e la tortura;

36. invita il governo cinese a istituire una commissione di revisione indipendente incaricata di valutare i casi di circa 2.700 persone condannate ai sensi delle leggi sulla "controrivoluzione", ora revocate;

37. invita la Cina a conformarsi alla prassi internazionale, consentendo alle organizzazioni umanitarie la possibilità di visitare regolarmente e confidenzialmente coloro che sono detenuti nelle prigioni, nei centri di detenzione e nei campi di lavoro e a garantire a tutti i detenuti cure mediche adeguate;

38. invita la Cina a potenziare la cooperazione con gli organismi internazionali competenti in materia di diritti dell'uomo, in particolare con i relatori speciali delle Nazioni Unite, e a consentire agli osservatori stranieri di accedere regolarmente al Tibet, al Turkestan orientale (Xinjang) e alla Mongolia centrale;

39. condanna l'occupazione del Tibet da parte della Cina e sollecita il governo cinese ad accettare la proposta del Dalai Lama che, senza porre la questione dellindipendenza come pregiudiziale, chiede la ripresa del negoziato sulla base del riconoscimento dellautonomia culturale e religiosa del popolo tibetano e del suo diritto allautogoverno;

40. si compiace dell'invito aperto trasmesso ai propri membri dai rappresentanti del Congresso nazionale del popolo affinché visitino il Tibet e "vedano con i propri occhi";

41. chiede alle autorità della Repubblica popolare cinese di intavolare con tutte le parti interessate un dialogo politico che consenta di creare le condizioni per una risoluzione pacifica delle questioni del Turkestan orientale (Xinjang) e della Mongolia centrale;

42. sollecita la Cina a migliorare le condizioni di lavoro raggiungendo gradualmente le norme internazionali, anche in concertazione con i futuri sindacati indipendenti, eventualmente in funzione della sua adesione all'OSCE, in particolare chiedendo all'Unione e agli altri partner non cinesi partecipanti a joint ventures di conformarsi alle norme internazionali relative alle condizioni di lavoro;

43. invita la Commissione a svolgere indagini sul lavoro forzato e il lavoro dei detenuti in Cina, ai sensi degli artt. 9, 10 e 11 dei regolamenti n. 3281/94 e 1256/96 del Consiglio sulSistema di preferenze generalizzate;

44. condanna la reazione nei confronti dei sostenitori di una risoluzione in seno alla sottocommissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite del 1997, che critica i risultati conseguiti dalla Cina in materia e invita altri Stati membri a mostrare solidarietà con Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi, che sono stati minacciati di sanzioni dal Governo cinese;

IV. Hong Kong, Macao e Taiwan

45. ritiene che il futuro di Hong Kong e Macao e il mantenimento della loro libertà politica, sociale ed economica sia una questione di importanza fondamentale per l'Unione, viste la dichiarazione sino-britannica del 1984 e la dichiarazione sino-portoghese del 1987;

46. rammenta l'impegno assunto nella dichiarazione sino-britannica e cioè che la regione a statuto speciale di Hong Kong godrà di un elevato livello di autonomia, tranne che nelle politiche estere e di difesa, per un periodo di 50 anni;

47. rileva che l'articolo 14 della Legge fondamentale della regione a statuto speciale di Hong Kong sancisce che "le forze militari dislocate dal governo centrale del popolo nella regione a statuto speciale di Hong Kong a scopo difensivo non devono interferire negli affari locali della regione";

48. segnala che l'articolo 14 della Legge fondamentale di Macao attribuisce al governo centrale la responsabilità della difesa, il che non comporterà il dislocamento di forze militari, giacché il governo della regione a statuto speciale di Macao è responsabile del mantenimento dell'ordine pubblico;

49. si compiace dell'impegno assunto dal governo cinese di non cercare di introdurre la pena di morte a Hong Kong e Macao;

50. insiste affinché gli accordi bilaterali su Hong Kong e Macao trovino piena applicazione;

51. condanna la decisione del governo cinese di sciogliere il Consiglio legislativo eletto di Hong Kong e ripudia la legittimità del Consiglio legislativo provvisorio;

52. prende atto della promessa fatta al Parlamento europeo dal ministro cinese responsabile per Hong Kong e Macao, Lu Ping, che durante il primo semestre del 1998 si terranno libere elezioni pluraliste a Hong Kong, senza alcuna restrizione quanto alla partecipazione di qualsiasi partito politico;

53. rileva la disposizione della Legge fondamentale di Macao che prevede la permanenza in carica dell'Assemblea legislativa, maggioritariamente eletta a suffragio diretto e indiretto dal 1976, come prima Assemblea dopo il trasferimento di sovranità, e prende atto delle garanzie fornite dalle autorità cinesi in tal senso;

54. deplora la decisione della commissione permanente del Congresso nazionale del popolo di introdurre leggi volte a ridurre la libertà di riunione e a limitare le libertà politiche,nonché di abrogare parti dell'Ordinanza di Hong Kong del 1991 relativa alla dichiarazione dei diritti, decisione che viola la legge fondamentale;55.esprime la massima preoccupazione dinanzi al senso antidemocratico della legislazione sulla sicurezza dello Stato cinese e sul divieto per le associazioni e le organizzazioni politiche di intrattenere relazioni internazionali, che, in virtù dell'articolo 23 della Legge fondamentale di Macao, questa regione a statuto speciale dovrà sviluppare dopo il trasferimento di sovranità;

56. decide di sorvegliare strettamente la situazione a Hong Kong e Macao, vista l'importanza internazionale che essa riveste, dopo il passaggio delle consegne, e in particolare i seguenti punti:

- indipendenza della magistratura;

- rapido processo verso l'elezione del primo Consiglio legislativo della regione a statuto speciale di Hong Kong;

- mantenimento dell'assemblea legislativa eletta di Macao e rafforzamento del suo carattere democratico;

- mantenimento della pratica di inviare relazioni regolari e tempestive agli organi competenti dell'ONU, in base alla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, e al Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;

- mantenimento e rispetto delle disposizioni in vigore concernenti la libertà di espressione, la libertà di stampa, il diritto di riunirsi, il diritto di svolgere dimostrazioni nonché il diritto, per i partiti politici e le associazioni, a operare sia all'interno che all'esterno;

- garanzia di libera azione per le organizzazioni umanitarie e a difesa dei diritti umani;

- soppressione della pena di morte e divieto di estradizione verso paesi che contemplino la pena di morte o la detenzione a vita;

- assenza di discriminazioni nei confronti di residenti per motivi di nazionalità, origine etnica, lingua o altri fattori;

- mantenimento di una funzione pubblica indipendente basata sul merito;

- completamento del processo di recepimento nella legislazione locale di Macao del sistema giuridico portoghese e delle convenzioni e regolamenti internazionali in vigore sul territorio, nonché loro traduzione in cinese;

- autonomia del sistema giuridico a Macao nonché formazione e creazione di un gruppo locale di giudici, pubblici ministeri e funzionari che conoscano il cinese e il portoghese;

57. invita la Commissione a elaborare una relazione annuale che copra gli sviluppi politici ed economici a Hong Kong e Macao e si compiace della sua dichiarazione su Hong Kong dell'aprile 1997;

58. decide di mantenere uno stretto collegamento con il Congresso degli Stati Uniti, a seguito della legge statunitense su Hong Kong del 1992, ed esorta la Commissione a coordinare la sua politica in materia di commercio estero con l'amministrazione statunitense alla luce degli sviluppi a Hong Kong;

59. invita gli Stati membri a dare asilo con diritto di soggiorno permanente a coloro che rischiano una discriminazione politica a Hong Kong;

60. prende atto dell'impegno di Pechino e Taipei a una riunificazione finale, ma dichiara altresì che insistere su questo punto al momento attuale porterebbe a un conflitto;61.sollecita la Cina a dar vita a relazioni pacifiche con i 22 milioni di abitanti di Taiwan, al fine di promuovere la stabilità nella regione, e le chiede di impegnarsi pubblicamente a non ricorrere in alcun caso alla forza per risolvere le sue controversie con Taiwan;

62. chiede al Consiglio di fare pressione sulla Repubblica popolare cinese affinché essa riconosca la necessità di Taiwan di ottenere una migliore rappresentanza nell'ambito delle organizzazioni internazionali nei settori dei diritti umani e del lavoro, degli affari economici, dell'ambiente e della cooperazione allo sviluppo;

63. invita la Commissione ad aprire un Ufficio d'informazione a Taipei, come richiesto in varie risoluzioni adottate da questo Parlamento;

64. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo della Repubblica popolare cinese e al Congresso nazionale del popolo cinese.

 
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