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Notizie Radicali
Partito Radicale Silvja - 2 agosto 1997
Agenzia Radicale Nr 4
2 agosto 1997

KARADZIC: NIENTE SCORCIATOIE, DEVE ESSERE ARRESTATO

Dichiarazione di Olivier Dupuis, Segretario del Partito Radicale Transnazionale e Transpartito

"L'offerta delle autorità di Pale di accogliere i magistrati del Tribunale dell'Aja perché indaghino sulle responsabilità di Karadzic è, come ha ben ricordato il Presidente del Tribunale Cassese, non solo superflua, ma pericolosa. Karadzic non è un sospettato su cui indagare, ma un imputato del Tribunale contro i crimini di guerra nella ex Jugoslavia, su cui pende un mandato di cattura internazionale. Il problema che le autorità di Pale devono affrontare, e che la comunità politica internazionale deve imporre, è, semplicemente, quello dell'arresto e del processo di Karadzic. Dietro la disponibilità manifestata dal leader serbo bosniaco Kraijsnic, vi è in realtà il tentativo di affidare ad una trattativa politica una materia che è - secondo gli stessi accordi di Dayton - già sottoposto all'autorità giurisdizionale del Tribunale.

La repubblica serba di Bosnia continua a violare sistematicamente gli accordi di Dayton; Karadzic, pur senza ricoprire cariche pubbliche, continua ad esercitare un potere determinante. Il Tribunale e la comunità internazionale abdicherebbero gravemente al proprio ruolo ed ai propri impegni se accettassero per Karadzic un processo 'speciale', e se si limitassero a celebrare una 'finta istruttoria' a Pale, piuttosto che un vero processo a l'Aja".

Agenzia Radicale pubblicherà nel numero di lunedì un appello promosso in questi giorni dal Partito Radicale, su cui sta raccogliendo le firme di parlamentari di tutto il mondo, per l'arresto dei criminali di guerra. Un arresto urgente, e ancora più giustificato dopo l'apparente 'apertura' delle autorità serbobosniache.

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TORTORA: QUEGLI ANNI BUI NON SI POSSONO ARCHIVIARE

Neanche questa volta Gianni Melluso è stato creduto dai giudici. La sua storia di pentito è veramente singolare. Dopo le accuse a Tortora si è infilato in diversi processi importanti, a Milano e perfino al maxi processo di Palermo, sempre con esiti per lui disastrosi: solo i magistrati napoletani, o meglio, alcuni di loro, gli dettero retta e lo elevarono al rango di 'collaboratore di giustizia': sarebbe stato un paradossale contrappasso che proprio quei magistrati finissero sotto accusa per le dichiarazioni del loro inaffidabile, indefinibile pupillo. Con buona pace dei giudici di Potenza non c'è bisogno che Melluso parli per farsi un'idea di quei magistrati napoletani. Basta che a parlare sia l'ex giudice istruttore Fontana: "Su 600 rinviati a giudizio, 400 condanne! Tortora non può essere definito un errore giudiziario!" E' evidente: 200 innocenti in un processo solo non sono un errore, sono un massacro. Per tacere di quell'altro centinaio di prosciolti in istruttoria perché arrestati, come allora si diss

e, per omonimia. E si sarebbe dovuto dire per sbaglio.

Quei magistrati, malgrado gli omonimi, malgrado le duecento assoluzioni, occupano posti di rilievo ancora oggi. Chi dirige una Procura, chi sta alla Direzione Distrettuale Antimafia, c'è addirittura quello che definì Tortora "un cinico mercante di morte" che è in procinto di divenire Aggiunto di Cordova: varrà la pena forse di ricordare quello che allora chiamammo non il 'caso Tortora' ma il 'caso Napoli'. Molti fra i protagonisti di quella vergogna nel frattempo hanno fatto carriera, e tornare al "contesto" del processo Tortora potrebbe rivelarsi una istruttiva esercitazione estiva.

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ESPERANTO: IL PRESIDENTE DELL'UEA PUNTA ALL'ONU

Nel suo discorso di apertura del Congresso dell'Unione Mondiale Esperantista (UEA), ad Adelaide in Australia, il coreano Chong Yeong Lee ha ribadito la priorità del movimento da quando ne è il presidente: "iscrivere la questione della lingua universale all'agenda delle Nazioni Unite prima della fine del secolo". Secondo Lee, in una prima fase, "l'obiettivo è quello di avere il sostegno delle Nazioni Unite perché l'esperanto venga studiato nel mondo intero e perché venga usato insieme all'inglese ed il francese nelle conferenze internazionali". La campagna avrà come bersagli prioritari "i Paesi forti economicamente ma deboli linguisticamente". Primi fra questi: il Giappone, l'Italia, la Polonia.

Il Partito radicale transnazionale - che ha tra le sue priorità politiche la scelta, da parte della comunità internazionale, dell'esperanto come lingua universale di comunicazione - ha, nella sua qualità di ONG di prima categoria, chiesto l'iscrizione della questione all'ordine del giorno dell'Ecosoc ed è all'origine, proprio con l'UEA, di una coalizione di ONG che ha come scopo il perseguimento di questo obiettivo alle Nazioni Unite.

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Pubblichiamo oggi il testo dell'Appello contro la proibizione dell'alcool nei paesi islamici, promosso dal Partito Radicale e su cui sta raccogliendo adesioni in tutto il mondo.

APPELLO CONTRO LA PROIBIZIONE DELL'ALCOOL NEI PAESI ISLAMICI

Non contestiamo il diritto della religione islamica, come di altra religione, di vietare ai propri fedeli il consumo dell'alcol o di altra sostanza.

Contestiamo fermamente e dovunque il diritto dello Stato, di qualsiasi Stato, d'imporre per legge ai propri cittadini una religione e l'osservanza dei suoi comandamenti e divieti.

Contestiamo fermamente e dovunque il diritto dello Stato di proibire ai propri cittadini, in nome della difesa della loro salute morale e spirituale così come del loro benessere fisico, l'uso o l'ingestione di qualsiasi sostanza.

Affermiamo che la libertà, di coscienza e di religione, il diritto a non subire imposizioni sanitarie o alimentari nel momento in cui non vengono danneggiati i diritti altrui, la separazione fra Stato e Chiesa e la laicità dello Stato sono diritti e principi inalienabili e insuperabili in ogni regione della terra.

In nessun caso il richiamo a diversità culturali e storiche può giustificare la compressione di questi diritti individuali o l'affermazione di modelli statuali totalitari e violenti.

Affermiamo di conseguenza il nostro diritto e dovere ad intervenire con ogni mezzo democratico e nonviolento per la difesa dei diritti fondamentali della persona così gravemente inculcati in quei paesi che hanno assunto l'Islam come religione di Stato e che proibiscono per legge l'uso delle sostanza alcooliche e di altri comportamenti che attengono alla sfera delle libertà di coscienza, religiose, politiche e sessuali.

SI E' ISCRITTO AL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE

Paolo Cento, Deputato italiano, Verdi.

In un'intervista a Radio Radicale ha dichiarato: "Occorre rilanciare il Partito Radicale come soggetto transnazionale al di fuori del sistema tradizionale dei Partiti, perché questo è comunque utile alla democrazia e alle battaglie di libertà civile. Questo è il motivo per cui bene farebbero non solo i parlamentari ma anche i cittadini a riappropriarsi di questo strumento di lotta nel nostro Paese, perché il rischio di un nuovo conformismo, di un nuovo regime è presente davanti a noi.

Sono le battaglie sulla giustizia e sui diritti civili quelle che sento più vicine. Le grandi iniziative civili, che avevano in sé una grande carica di stravolgimento delle regole esistenti, penso all'obiezione di coscienza o alle grandi battaglie ecologiste".

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Agenzia Radicale - numero 4 del 2 agosto 1997

 
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