12 agosto 1997ONU: COMITATO PREPARATORIO PER LA CORTE PERMANENTE
New York - Si è conclusa la prima settimana dei lavori del Comitato Preparatorio delle Nazioni Unite per l'istituzione di una Corte Penale Internazionale permanente. I negoziati procedono a ritmi alterni. Il gruppo di lavoro incaricato di definire la 'complementarietà', ha fatto notevoli progressi iniziando a definire questo concetto giuridico; il secondo gruppo di lavoro, incaricato di prendere in considerazione questioni procedurali, sconta il ritardo di discussioni che implicano la mediazione tra sistemi giuridici nettamente diversi in materia, particolarmente quello civilista e quello della 'common law'. Ricordiamo che il Comitato Preparatorio ha come mandato quello di preparare una proposta 'consolidata' di Statuto per la conferenza diplomatica di Roma del prossimo giugno 1998. Non tutti i Paesi sembrano disposti a iniziare questo lavoro di 'consolidazione' e tentano di indirizzare i lavori sulla via della 'compilazione' presentando in continuazione bozze 'riscritte' di articoli, non aiutando di sicuro
in questo modo la stesura 'definitiva' della Statuto. Malgrado questi ritardi l'atmosfera è di collaborazione e ottimismo, e si pensa di poter portare a termine il mandato di questa sessione, cercando eventualmente di riprendere in considerazione quanto lasciato in sospeso dal Comitato Preparatorio di febbraio. L'agenda della settimana entrante prevede questioni più prettamente politiche, il rapporto tra la Corte Internazionale e l'Onu, i meccanismi di inizio delle procedure e il ruolo del pubblico ministero. I Paesi cosiddetti 'likeminded' (il gruppo di nazioni favorevoli sin dal principio), hanno proposto all'inizio di ciascun gruppo di lavoro una 'compilazione abbreviata' degli articoli in questione, per facilitare e sveltire il lavoro dei delegati, in particolar modo dei Paesi che hanno avuto difficoltà nel seguire i lavori preparatori negli ultimi 3 anni.
NORDCOREA: SUBITO INTERVENTO STRAORDINARIO DELL'UE
Decine, se non centinaia di migliaia di persone stanno morendo di fame. L'Europa non può rassegnarsi al cinismo di Pyongjang. Deve alzare il tiro, proponendo un intervento umanitario straordinario di milioni di dollari con l'unica condizione che venga gestito dall'UE stessa
Non si può tacere di fronte ad una tragedia che nella sua dimensione ci riporta direttamente a quanto avvenuto pochi anni fa in Somalia. Con una sola differenza: la presenza massiccia dei mass media in un caso, la loro totale assenza nell'altro. L'Unione europea non può più rassegnarsi a subire i ricatti della classe dirigente (si fa per dire) di un regime che ha il triste privilegio, malgrado una forte concorrenza, di essere oggi il più criminale esistente sul pianeta. L'Unione europea deve costringere le autorità nordcoreane ad accettare un intervento umanitario massiccio gestito direttamente dall'Unione stessa. Questa proposta va fatta al più presto e va pubblicizzata con tutti i mezzi possibili: dai mass media sudcoreani a tutte le radio ad onde corte che raggiungono la Corea del Nord fino ad una radio dell'Unione, una sorta di Voice of Europe, che andrebbe creata nelle prossime settimane.
CUBA: IL DITTATORE SOFFRE DI UN 'TRAUMA DEL DISASTRO'
La Reuters ha riportato alcune dichiarazioni del dittatore comunista secondo le quali Castro soffrirebbe di un "trauma del disastro". Questa sua sofferenza i compagni di Rifondazione possono dormire tranquilli non riguarda Cuba. Riguarda i paesi europei ex comunisti (domanda a Bertinotti: erano comunisti o non lo erano?). Sempre secondo il dittatore cubano questi paesi starebbero soffrendo il "trionfo della reazione" (alludendo probabilmente al ritorno della crescita economica) e la controrivoluzione mondiale... Con buona pace e silenzio sulla situazione dell'isola che, da quando non può più vivere di rendite parassitarie, versa in gravissime condizioni economiche. Quanto alla situazione dei diritti umani ...
NUOVI ISCRITTI: ILARIA OCCHINI E RAFFAELE LA CAPRIA
SI E' ISCRITTO AL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE
Enzo Savarese, Deputato italiano, Alleanza Nazionale, a Radio Radicale:
"Sono stato iscritto in passato ed ho rinnovato la mia iscrizione perché credo che non si debbano avere preclusioni. Un iscritto ad AN non dovrebbe avere preclusioni a battaglie in difesa dei valori che sono patrimonio del Partito radicale.
La testimonianza del Partito radicale, storicamente, è una testimonianza che non può essere spenta. Per questo ritengo un dovere civile e morale, come parlamentare del Polo, iscrivermi al Partito radicale transnazionale e transpartito".
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