mercoledì 27 agosto* DROGA: CORA "COSA FA IL MINISTRO BINDI CONTRO CHI PROIBISCE LE CURE PER I TOSSICODIPENDENTI?"
* CINA: PENA DI MORTE PER UN LADRO DI MUCCHE!
* SOTTOCOMMISSIONE ONU SULLE DISCRIMINAZIONI: IL PUNTO SUI LAVORI
* * *
DROGA: CORA "COSA FA IL MINISTRO BINDI CONTRO CHI PROIBISCE LE CURE PER I TOSSICODIPENDENTI?"
Il direttore sanitario proibisce l'utilizzo del metadone l'Istituto di Psichiatria dell'Università di Pisa - fra i più avanzati in Italia nella cura delle dipendenze da oppiacei - è costretto ad abbandonare decine di pazienti una storia italiana, fra burocrazia e ipocrisia. Dichiarazione del Co.R.A. - Coordinamento Radicale Antiproibizionista
Alla fine di questa settimana l'Istituto di Psichiatria dell'Università di Pisa terminerà le scorte di metadone, e non potrà più curare gli oltre 40 pazienti tossicodipendenti che ha oggi in carico. Perché? Perché il Direttore Sanitario della Azienda Ospedaliera di Pisa, dottor Tommaso D'Angelo, ha "proibito" ai medici di prescrivere e somministrare il metadone nella cura delle dipendenze da oppiacei. Il un primo tempo ha giustificato il "divieto" sulla base di una disposizione della legge sulla droga (abrogata peraltro dal referendum popolare del 1993), che consentiva la prescrizione del metadone unicamente ai presidi territoriali (Sert); in un secondo tempo, di fronte alla smentita della stessa Direzione Generale del Ministero della Sanità, che chiariva e ribadiva il pieno diritto di ogni medico alla cura delle dipendenze con farmaci sostitutivi, ha disposto comunque, e discrezionalmente, il taglio di questo servizio.
Ci troviamo dunque di fronte ad una chiusura burocratica, senza senso e senza giustificazione: in tutto il mondo il metadone è ritenuto un presidio indispensabile nella cura delle tossicodipendenze; gli stessi Sert sono tenuti ad assicurare la disponibilità di questo farmaco sostitutivo, e a non escluderne aprioristicamente l'utilizzo (a differenza di quanto è avvenuto in Italia fra il '90 ed il '93, periodo nel quale la posizione antimetadone aveva praticamente assunto, sia pure con qualche deroga, forza di legge).
L'aspetto più inquietante dell'intera vicenda è che però questo "attentato" alla libertà terapeutica e ai diritti alle cure si sta consumando nel più assoluto disinteresse del ministro Bindi, le cui posizioni "aperturiste" alla recente Conferenza Nazionale sulla droga di Napoli non sembrano avere avuto né seguito né concretizzazione. Il Ministro non può tacere, né dimenticare che la posizione della Direzione sanitaria dell'Ospedale di Pisa è in aperto contrasto con i pareri espressi dagli uffici del suo stesso Ministero. Il Ministro non può dimenticare che l'altissimo tasso di sieroprevalenza (diffusione del virus dell'Hiv) fra la popolazione tossicodipendente è da fare risalire alle dissennate politiche di proibizione delle cure - e del metadone in particolare - perseguite dai precedenti Governi. Insomma: il Ministro non può assolvere, per rispetto dell'"autonomia" delle aziende sanitarie, il mancato rispetto del diritto alla salute dei cittadini.
* * *
CINA: PENA DI MORTE PER UN LADRO DI MUCCHE!
Negli anni '90 in Cina sono state giustiziate più persone che in tutto il resto del mondo
Dichiarazione di Gianfranco dell'Alba, deputato europeo, iscritto al Partito radicale
Un recentissimo rapporto di Amnesty International svela che oltre seimila persone sono state condannate a morte in Cina, ed oltre quattromilatrecento giustiziate, nel solo anno 1996. Tra questi, si sprecano i casi in cui la condanna a morte ha colpito responsabili di delitti minori, come il furto di quattordici mucche nella provincia del Sichuan o i due ladri di una macchina rivenduta per poco più di mille dollari. In un'altra circostanza, un uomo arrestato per omicidio il 13 maggio 1996 è stato condannato a morte ed ucciso il 19 maggio dello stesso anno! Così, afferma il rapporto, durante tutti gli anni '90 sono state giustiziate più persone in Cina che in tutto il resto del mondo messo insieme. Un bel record, non c'è che dire, per un Paese che tra campi di lavoro forzato, detenzione di dissidenti politici, violazione sistematica dei più fondamentali diritti umani e occupazione violenta del Tibet e del Turkestan orientale è in cima a tutte le tristi statistiche di questo tipo.
I Paesi membri dell'Unione europea, Francia e Italia in testa, hanno proprio quest'anno oltrepassato ogni limite in un 'negazionismo' sinistro rifiutandosi di depositare una risoluzione di condanna sul comportamento della Cina alla Commissione dei Diritti Umani dell'ONU. Questo nuovo, sconcertante dato di vero e proprio sterminio di Stato riuscirà ad indurli a cambiare finalmente atteggiamento?
* * *
SOTTOCOMMISSIONE ONU SULLE DISCRIMINAZIONI: IL PUNTO SUI LAVORI
Corrispondenza da Ginevra
Nel corso del dibattito sull'amministrazione della giustizia e i diritti dell'uomo per quanto riguarda i detenuti, è intervenuto il Partito Radicale transnazionale, rappresentato da Elisabetta Zamparutti, che ha sottolineato l'assenza del rispetto del diritto nell'applicazione della pena di morte, e più in particolare nei confronti dei minori. Sono circa venti gli Stati che non proibiscono l'applicazione della pena di morte dei minori nonostante abbiano ratificato dei patti internazionali che la vietano. In particolare, le riserve riguardo la Convenzione internazionale relativa ai diritti civili e politici espresse dagli Stati Uniti dovrebbero essere irricevibili.
Il Partito radicale ha anche cercato di attirare l'attenzione della Sotto Commissione sulla mancanza di rispetto dei diritti dell'uomo nei confronti dei detenuti in Cina, ricordando la tortura e la rieducazione attraverso il lavoro. è stato presentato il caso di Wei Jingsheng al quale le autorità cinesi rifiutano qualsiasi trattamento medico appropriato al suo deplorevole stato di salute dovuto ai trattamenti che ha subito in prigione. Il Partito Radicale transnazionale si è detto particolarmente colpito dal fatto che il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria abbia deciso di sospendere l'esame delle comunicazioni riguardanti i prigionieri in Cina ed ha chiesto che siano assicurate le cure mediche ai detenuti malati in Cina e che siano liberati tutti i prigionieri detenuti per aver pacificamente esercitato il loro diritto alla libertà di espressione, d'opinione e di associazione.
PAGE 1