Da oltre un anno la radio "Voice of Tibet" costituisce per i Tibetani dell'esilio e, soprattutto per i Tibetani residenti nel Tibet occupato, la voce della speranza, la voce della libertà.

All'interno del regime totalitario di Pechino, fondato sulla violenza e sulla censura, i 30 minuti quotidiani di programma di Radio "Voice of Tibet" costituiscono anche per il Tibet occupato l'unico legame con il Dalai Lama ed il governo tibetano in esilio, con il mondo libero e con quanti sono accanto al popolo tibetano nella sua lotta per la libertà.

Come confermato da molte testimonianze giunte da numerose parti del Tibet, i programmi di Voice of Tibet sono arrivati indisturbati per il 95 % nel Tibet nel corso di tutti questi mesi di trasmissioni.

Naturalmente Voice of Tibet costa. Ha bisogno dell'aiuto di tutti, organizzazioni, cittadini ed istituzioni, per continuare i suoi programmi, per svilupparli, per diventare sempre più e sempre meglio lo strumento di collegamento tra il Tibet ed il mondo libero. A questo proposito i responsabili di Voice of Tibet hanno introdotto da oltre un anno una richiesta di cofinanziamento per la linea di bilancio B7-702 appositamente destinata alle sovvenzioni per l'informazione nei confronti del popolo tibetano.

Per queste ragioni, noi, parlamentari, ci rivolgiamo alla Commissione europea ed in particolare al suo Presidente, Jacques Santer, ed ai suoi vice-presidenti, Sir Leon Brittan e Manuel Marin, perché venga sostenuta da subito, politicamente e finanziariamente, questa voce del Tibet libero, dando il via libera al progetto presentato da Voice of Tibet nel quadro del bilancio dell'Unione.

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