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Pannella Marco - 12 gennaio 1987
PE (2) La candidatura di Marco Pannella a Presidente del Parlamento europeo Riflessioni e proposte sullo status del Parlamentare europeo di Marco Pannella

SOMMARIO: Candidandosi alla presidenza del Parlamento europeo, Marco Pannella avanza anche le sue proposte per l'ampliamento delle prerogative e per il miglioramento delle condizioni di lavoro del parlamentare europeo. La creazione di un unico Distretto Europeo dove trasferire tutte le sedi delle istituzioni comunitarie attualmente dislocate a Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. (BRUXELLES - FASCICOLO INVIATO A TUTTI I DEPUTATI DEL PARLAMENTO EUROPEO)

I colleghi italiani sanno meglio di altri quanto io abbia sempre tentato di togliere alla figura del parlamentare orpelli insignificanti e senza ragione, impunità offensive, privilegi sociali che, in definitiva, premiano i peggiori o i peggiori comportamenti. Essi sanno, anche, che i parlamentari radicali sono quelli che - spontaneamente - destinano gran parte dei loro emolumenti al loro Partito, serbando per loro all'incirca quanto consente una vita militante, fuori o dentro il Parlamento. Le nostre convinzioni e pratiche nonviolente ci portano a non compiere quella divisione del lavoro politico per operazioni »tecniche , per cui in genere é il militante che si espone di più in mezzo alle gente con azioni di qualche rischio, ed é il parlamentare che usa strumenti istituzionali per la sua opera. Sono stato in tal modo processato molte centinaia di volte nella mia esistenza, ho vissuto sui marciapiedi e nelle piazze, ho compiuto marce, sit in, cartellonate, digiuni, alcuni dei quali molto gravi. Se sento la n

ecessità di ricordare, tutto ciò, é per meglio far comprendere le ragioni ed il contesto per cui ritengo che lo status del deputato, ed in particolare del deputato europeo é, nella nostra società e nella nostra Comunità, divenuto assolutamente inadeguato e spesso concettualmente inaccettabile. Per questo, ed in questa occasione, vorrei affermare tutta la mia insoddisfazione per i risultati dei lavori svolti fin qui in Commissione, e per l'impostazione data a questo problema dall'Amministrazione del P.E., in gran parte per responsabilità dei nostri colleghi questori.

E anche per questo che, avendo tutt'altro in programma, non solamente mi candido alla presidenza, ma anche alla vice presidenza ed ad ogni altra carica di responsabilità del Parlamento.

Mi auguro, egoisticamente, che questo non significhi essere eletto ad alcunché; ma sono pronto, ove i colleghi volessero sollecitarmi, a servire meglio e di più il P.E., e a farlo con la serietà e l'impegno necessari.

Meno privilegi più prerogative e servizi

Ecco, a titolo di precisazione di un indirizzo generale, un elenco di misure e di obiettivi che ritengo debbano esser perseguiti e presi:

1. Il parlamentare europeo deve trovare specifico ed adeguato posto in tutte le occasioni e cerimonie protocollari, nazionali, comunitarie e internazionali: siano esse istituzionali, o siano di altra natura (servizi misti di trasporto, ed anche privati. Manifestazioni culturali, civili, sportive, ecc.);

2. Il parlamentare europeo deve esser munito di tutte le prerogative riconosciute in ciascun stato membro ai parlamentari nazionali;

3. Il parlamentare europeo deve poter svolgere le proprie funzioni conoscitive e di rappresentanza, ispettive e di informazione sul proprio operato ovunque nella Comunità: in particolare (seguendo la nota massima di Voltaire: »per conoscere la civiltà di un paese, io non chiedo come vivono i suoi cittadini, ma mi informo su come sono trattate le persone che vengono tenute in carcere ) deve essere consentito di visitare le prigioni dei paesi membri, e - in caso di accordi bilaterali di Associazione, o anche commerciali - con piena reciprocità, anche di Stati non comunitari. In particolare, questo deve essere proposto e realizzato nell'ambito della Convenzione di Lomé con i paesi ACP, e con gli Stati con i quali la CEE avesse protocolli o intese anche di carattere prevalentemente finanziario e commerciale.

4. Il parlamentare europeo deve avere titoli di trasporto personali gratuiti, aerei e ferroviari, per i suoi spostamenti all'interno della Comunità; nulla dovrebbe dunque essergli dovuto a questo titolo, né per riunioni parlamentari e istituzionali della CEE, né per alcun altro motivo;

5. Il parlamentare europeo deve veder ancorate le sue remunerazioni a quelle dei più alti gradi funzionar della Commissione e del PE, ovvero a quelle degli Avvocati Generali presso la Corte di Giustizia delle Comunità, (sull'esempio di vari paesi membri, cui l'Italia ove la remunerazione deputati é pari a quella dei presidenti di sezione della Corte di Cassazione);

6. Il parlamentare europeo deve disporre di un proprio staff di collaboratori, forniti secondo le varie esigenze funzionali obiettive, e dei mezzi materiali corrispondenti, inquadrati negli organigrammi del PE (per evitare forme improprie di clientelismo e strutture inadeguate alle necessità del lavoro parlamentare);

7. Il parlamentare europeo deve poter contare su di un apporto diretto dei servizi parlamentari propriamente detti molto maggiore di quello esistente, mentre le sovvenzioni ai gruppi politici devono in proporzione inversa progressivamente, ma radicalmente, esser riformate e ridotte;

8. Il parlamentare europeo deve avere la possibilità, non prevista ma non proibita dai Trattati, di interpellare i Governi nazionali, attraverso il Consiglio, con la procedura di risposta scritta su tutti i temi e gli avvenimenti di rilevanza comunitaria;

Per un unico Distretto Europeo

A questi otto punti, vorrei aggiungere altre due considerazioni e proposte:

A. La sede della Comunità e delle sue Istituzioni deve essere unica. Ma, secondo ogni moderno criterio territoriale, urbanistico e funzionale, occorre prevedere al massimo per il 1995 che questa »sede sia del tutto nuova, costituisca un »distretto autonomo , posto in una zona più »centrale (quindi più a sud e più ad est) nella nuova configurazione del territorio comunitario. Occorre sottolineare a questo proposito che la Commissione ed il Consiglio hanno abusivamente, di fatto, eletto Bruxelles come sede unica e definitiva. L'Europa deve avere il suo »District of Columbia , la sua capitale dell'Unione. Un »distretto europeo potrebbe agevolmente abbracciare, in un territorio ristretto, almeno quattro degli stati membri: Belgio, Francia, Germania e Lussemburgo. Se questa prospettiva fosse accettata, la ulteriore concentrazione di alcuni servizi e riunioni a Bruxelles, per questa legislatura e la seguente, potrebbe esser facilitata.

B. Occorre nominare una Commissione internazionale di »saggi ed esperti per giungere ad un »nuovo Regolamento, ad un nuovo Statuto interno del PE, chiamando a farne parte i maggiori giuristi e operatori specializzati di tutto il mondo, in particolare coloro che hanno negli ultimi anni garantito la nascita di nuove costituzioni democratiche e di aggiornate regole parlamentari. Potremmo così evitare l'attuale produzione continua di riformette »novellistiche , che spesso ci ha portato a pezze peggiori del buco che si cercava di riparare, e che segna un ripiegamento di carattere introverso del PE, ignorando il grande peso politico »esterno , negli assetti ed equilibri istituzionali, che i regolamenti parlamentari possono avere.

Cari colleghi,

Le suddette proposte, nel loro insieme e nella loro puntualità, sono assolutamente perseguibili e realizzabili. Occorre però avere la fantasia ed il rigore di volerle. Il presidente, e gli organi collegiali che lo affiancano, ben potrebbero e dovrebbero imporre alle altre Istituzioni di sedersi ad un tavolino per giungere al più presto a questi risultati.

A coloro che gridassero allo scandalo, non avremmo da rispondere che lo status di parlamentare europeo, di rappresentanti di centinaia di migliaia di elettori e di milioni di cittadini, é troppo grave e troppo importante per non essere tale, nelle sue modalità di lavoro e di vita, da proporsi come scelta interessante e stimolante per i migliori, e non per i peggiori o i per i mediocri della nostra società, non solamente »politica . Chiariti e conquistati diritti e prerogative, starà a ciascuno di noi, nell'uso che ne farà, dallo stile che saprà avere nell'usarli di far si che il prestigio di ciascuno e dell'Istituzione sia massimo, sia il migliore immaginabile.

Se qualcuno fra di noi volesse poi mostrare che ad animarlo é innanzitutto la volontà di servire delle idee ed i propri simili, a cominciare dai più umili e svantaggiati, e fare francescanamente di povertà di denaro e di mezzi una forza esemplare, questo appartiene alla libertà ed alla capacità di scelta di ciascuno, e non può e non deve essere imposto per legge.

Mi auguro che voi vorrete, nei modi che riterrete opportuni, aiutare il cammino di queste idee e di questi obiettivi. Sostenermi nella candidatura che ho posto avrà obiettivamente questo significato, e soggettivamente, per me, un incoraggiamento a vivere con amicizia e con lealtà, con impegno e con pienezza, la mia - e vostra, e comune - condizione di membro del PE.

Vi ringrazio e vi auguro il migliore anno, per voi, per coloro che vi sono ed ai quali siete cari.

 
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