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Partito Radicale Centro Radicale - 15 ottobre 1997
Alcune considerazioni sul Pr: lettera del segretario

Bruxelles, 15 ottobre 1997

Cari,

in diversi mi avete sollecitato per capire cosa intendeva fare il partito, in particolare cosa intendeva fare per essere "più partito".

Come potrete immaginare (se no, le risposte sarebbero già venute), non ci sono né risposte facili, né risposte esaustive. Quello che posso fare in questa fase è comunicarvi alcuni elementi di riflessione e alcune - poche - decisioni operative.

* il Partito

Come sapete stiamo cercando di concepire un cammino che ci consenta di uscire dalla gestione straordinaria del partito che - come ricorderete - era stata decisa dall'ultimo Congresso a Roma, nell'aprile 1995. Per motivi che ben conoscete (primo fra i quali, la questione economico-finanziaria), questa "straordinarietà" che doveva durare un anno si è protratta fino ad oggi.

Questo schema di "uscita" è incentrato su un processo che ci consenta, progressivamente, da oggi fino a giugno o settembre dell'anno prossimo (dopo la Conferenza Diplomatica istitutiva della Corte Internazionale per intenderci) di ritornare ad una normalità statutaria ed organizzativa. Questo processo che dovrebbe concludersi (od essere sanzionato da) con un Congresso, prevede la costituzione di nuovi momenti collettivi di elaborazione e di organizzazione politica, a partire dei nuclei organizzati esistenti (a cominciare dall'Associazione No Peace Without Justice), il reinserimento progressivo delle associazioni radicali e federate nel corpo del partito e, sebbene ancora da verificare per quanto riguarda le modalità, il rilancio delle forme organizzative periferiche.

Questo processo, già avviato, porrebbe avere un suo momento di lancio formale con la chiusura della campagna di iscrizione 1997 e l'avvio della campagna di iscrizione del 1998 che, oltre a riproporre gli obiettivi definiti ad agosto (10.000 iscritti come dimensione minima per la vita del partito) dovrebbe essere incentrata sulla convocazione del Congresso nonché, ovviamente, sugli obiettivi della mozione del 1995.

* I contributi militanti al Pr

- La campagna per il Tribunale

Tra le campagne in corse ce ne sono due che potrebbero vederci conseguire importanti successi nel 1998. Sul fronte della giustizia internazionale, l'Assemblea Generale dovrebbe confermare la sua decisione dell'anno scorso di convocare a Roma, nel prossimo giugno, la Conferenza Diplomatica dei Plenipotenziari istitutiva della Corte Permanente. I giochi non sono pero' ancora fatti. Ci sono tentativi in corso (ad opera di alcuni paesi, anche occidentali) di fare in modo che l'appuntamento di Roma sia si il momento di "apertura" ma non di chiusura della Conferenza. Si tratta di un tentativo pericoloso perché aprirebbe la porta a processi ingovernabili di diluizione dell'intero processo. Il rafforzamento della mobilitazione è quindi particolarmente importante. Come sapete No Peace Without Justice ha a questo proposito stabilito un agenda particolarmente fitto di appuntamenti "regionali" al fine di rafforzare ulteriormente il fronte dei Paesi favorevoli. Delle Conferenze si sono già tenute a Parigi, Malta, Siracus

a e Montevideo (promosse o co-sponzzorizzate da NPWJ) ed altre si terranno a Atlanta, New York, New Delhi e Dakar, da qui al prossimo febbraio. NPWJ sta anche raccogliendo firme di "supervip" (presidenti ed ex presidenti della Repubblica, primo ministri ed ex primo ministri, premi Nobel, ...) su un appello che dovrebbe essere pubblicato contemporaneamente al voto dell'Assemblea Generale nel prossimo mese di dicembre.

Mentre il Partito sta raccogliendo firme tra i parlamentari di tutto il mondo (attualmente circa 400 di loro hanno sottoscritto l'appello, circa 20.000 di loro lo hanno ricevuto o la stanno per ricevere). Sempre sulla questione del Tribunale è in corso di preparazione un'iniziativa di coinvolgimento delle Organizzazioni Non Governative.

Per quanto riguarda possibili iniziative in ambito "locale", è stato mandato a tutti i sindaci italiani insieme ad una lettera (vedere testo nr. 6575 sul settore NOTIZIE RADICALI di Agorà) una proposta di ordine del giorno sulla questione (vedere testo nr. 6573 nel settore NOTIZIE RADICALI di Agorà). Ad oltre 2.000 sindaci quest'iniziativa è stata riproposta in occasione dell'Assemblea dell'ANCI tenutasi a Bari due settimane fa. Anche se evidente, insisto sul fatto che senza azioni di "rilancio" sia sui sindaci sia sui membri dei Consigli comunali, difficilmente vedremmo questi ordini del giorno approvati in tempo utile.

- La campagna per la moratoria universale

Anche la moratoria delle esecuzioni capitali potrebbe conseguire nel 1998 un importante successo. Il "programma" prevede un processo in due tappe. Per primo si tratta di consolidare il voto della Commissione dei Diritti umani a Ginevra nel marzo scorso con un nuovo testo da fare approvare nel mese di marzo prossimo, per poi arrivare, in autunno, all'Assemblea Generale con una proposta di mozione che deliberi l'istituzione della moratoria che possa ottenere una maggioranza di voti. Anche qui, al fine di rafforzare il fronte dei paesi favorevoli, diverse iniziative sono in corso o in preparazione. Stiamo spedendo ai parlamentari di tutto il mondo il testo di un appello insieme ad una proposta di mozione che chiede l'impegno dei vari governi in questo senso alle Nazioni Unite (è già stata spedita ad oltre 7.000 parlamentari e circa un centinaio hanno già aderito). Inoltre, come per la Corte permanente, una proposta di Ordine del Giorno è stata mandata a tutti i sindaci italiani (vedere testo nr. 6574 nel settor

e NOTIZIE RADICALI di Agorà).

- Antiproibizionismo

Con il Cora, stiamo preparando la partecipazione a diversi appuntamenti (Conferenza delle Città a Montreuil, Assemblee in Francia e Belgio, ...) nonché una partecipazione attiva ai lavori preparatori della Conferenza delle Nazioni Unite sulle Droghe che si terrà a Vienna l'anno prossimo (vedere testi 6611, 6611 nel settore NOTIZIE RADICALI di Agorà. Per quanto riguarda le azioni di disobbedienza civile passate e future in Italia, stiamo cercando ed sperimentando modalità di maggior coinvolgimento del partito.

- Cina

Venerdì scorso il Comitato Nobel ha comunicato il nome del laureato di quest'anno. Non è stato una sorpresa. Poche erano le possibilità che il nostro candidato, Wei Jingsheng, ce la potesse fare. Sono convinto - e credo che siamo in molti a pensarla in questo modo - che questa iniziativa è probabilmente una delle più forti che si possa oggi concepire ed attuare nei confronti delle autorità di Pechino. Questa iniziativa va quindi rilanciata e potenziata. 3.000 firme invece delle oltre 1.000 di quest'anno. D'accordo con gli amici di Human Rights in China, pensiamo che l'iniziativa puo' essere rafforzata associando alla figura di Wei anche quella di Wang Dan, rappresentante della seconda generazione dei militanti della libertà, quella di Tien An Men. Anche qui, come l'anno scorso, l'impegno dei militanti "decentrati" sarà determinante. Bisognerà scavare i parlamentari uno per uno e, soprattutto, i professori universitari, cercando - molto di più di quanto lo abbiamo fatto l'anno scorso - di fargli diventare lor

o stessi procacciatori di firme. Tra pochi giorni il materiale per questa nuova campagna sarà pronto e disponibile, come al solito, su Agorà.

E' mia convinzione che il nostro impegno per la democrazia in Cina debba essere potenziato. Non si tratta di una questione di poco conto. Abbiamo tutti ben presente, credo, l'attrazione enorme che la Cina esercita sull'intera comunità internazionale in generale, sui Paesi occidentali in particolare. Ogni iniziativa, nostra o altrui, si scontra con enormi reti di interessi che si vanno man mano consolidando. Noi, per parte nostra, dobbiamo fare i conti con le nostre poche forze. Non per questo, possiamo rassegnarci ad una sola politica di guerriglia (che pure ci ha fatto e ci potrà fare nel futuro conseguire alcuni significativi successi sui fronti di Taiwan, del Turchestan orientale, della Mongolia del Sud (interna), del Tibet, di Hong Kong o della stessa Cina.

Come ? Sicuramente continuando il braccio di ferro sulla questione di Wei (e di Wang Dan). Ma anche con altre iniziative che dovrebbero avere, a mio parere, come caratteristica principale, di cominciare a colpire gli interessi economici e politici dei paesi occidentali e, in primo luogo di quelli dell'UE. Sospensioni di misure commerciali preferenziali, boycott di alcuni prodotti, boycott su più larga scala, iniziative per favorire lo sviluppo delle relazioni dell'UE e degli Stati membri con l'India. Sono queste alcune idee - e probabilmente ce ne potrebbero venire in mente molte altre - che andrebbero sviluppate e poi realizzate. Il problema ancora una volta è il come. Ovvero come dotarci delle risorse umane e finanziarie sufficienti, adeguate a tali obiettivi. Ovvero come fare per dotarci di un partito in grado di affrontare tali obiettivi.

- Tibet

Per chi ha seguito con attenzione gli avvenimenti degli ultimi mesi, non è un mistero che questa battaglia ci vede confrontati a delle grossissime difficoltà. La proposta del Satyagraha non è stata tuttora recepita dalle autorità tibetane, se non in modo marginale ed alquanto diverso da alcuni gruppi indiani e da alcuni tibetani.

La manifestazione del 10 Marzo prossimo ci vede sin d'ora esclusi totalmente dalla sua organizzazione come siamo esclusi dall'ultima visita del Dalai Lama in Italia. Queste risposte della leadership tibetana, che sono a tutti gli effetti risposte e posizioni politiche, seppure molto spesso marcate da una totale assenza di politicità, per non parlare di buon gusto non ci deve fare assolutamente perdere il filo delle ragioni che ci hanno spinto - e che ci spingono sempre più - a vedere nella battaglia "libertà per il Tibet" una battaglia fondamentale non solo per il Tibet ma per l'umanità intera.

Serve quindi sangue freddo e riflessione per trovare il modo per rilanciare questa battaglia. Intanto credo che possiamo utilmente rafforzare l'iniziativa "Una Piazza, una strada per il Tibet" (vedere testo nr. 6610 nel settore NOTIZIE RADICALI di Agorà), cercando di ottenere nuove adesioni di sindaci.

- Esperanto

Due sono le iniziative sulle quali il partito è oggi impegnato. La discussione da parte dell'ECOSOC di un documento del Pr sull'istituzione di una lingua di comunicazione internazionale e l'apertura di un dibattito al PE sulla questione della (non)comunicazione nell'Unione europea (vedere il documento presentato alla Commissione istituzionale da Gianfranco Dell'Alba, nr 6569 nel settore NOTIZIE RADICALI di Agorà).

Sicuro di non avere esaurito le domande fattemi, ma con la speranza di avere dato qualche elemento di risposta utile,

Un caro saluto,

Olivier

 
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