NAZIONI UNITE: CONFERENZA SULLA CORTE CRIMINALE INTERNAZIONALE
INTERVENTO DI OLIVIER DUPUIS, SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE
New York, 1 dicembre 1997
Signore e Signori,
Vorrei innanzitutto ringraziare la Missione permanente della Nuova Zelanda presso le Nazioni Unite per aver sponsorizzato oggi questa conferenza. Sono molto onorato di essere oggi a New York e di poter partecipare a questo importante evento su una questione che tutti noi abbiamo a cuore.
Dopo lunghi anni di lotta transnazionale, si delinea oggi per la prima volta una possibile conclusione positiva della nostra comune battaglia per l'istituzione della Corte Penale internazionale permanente. Non staro' qui a ripercorrere tutte le iniziative che abbiamo intrapreso nel corso degli ultimi anni. Permettetemi di ricordare solamente che l'impegno militante del Partito Radicale Transnazionale ha avuto origine nelle tragiche ore dell'aggressione di Milosevic contro la Croazia e, subito dopo, della Bosnia-Erzegovina, con il carico di distruzione, massacri, efferati crimini che seguirono nella ex Jugoslavia, con la vergognosa assenza della comunità internazionale rispetto alla situazione nei Balcani.
Sotto lo slogan 'Non c'è pace senza giustizia' il nostro impegno per una giustizia internazionale, è stato militante e diretto sin dalla fine degli anni 80. Un impegno che ci ha visto impegnati nelle strade e nei parlamenti d'Europa e del mondo, alle Nazioni Unite. Questi ultimi cinque anni li abbiamo spesi tentando di mobilizzare l'opinione pubblica con manifestazioni, raccolta di firme nei parlamenti, deposito di mozioni e risoluzioni, conferenze, articoli, allertando i media. Questa mattina abbiamo consegnato al Segretario Generale ed al Presidente dell'Assemblea Generale un appello ai parlamentari di tutto il mondo per la costituzione, nel 1998, di una Corte Penale Internazionale. Oltre seicento parlamentari di più di 70 paesi del mondo hanno sottoscritto questa petizione.
Ci siamo mobilitati per la creazione di un tribunale internazionale che giudicasse i crimini commessi nella ex-Jugoslavia. Oggi, a seguito delle atrocità commesse negli ultimi anni, militiamo perché venga costituito un Tribunale Penale internazionale che persegua i crimini di genocidio, i crimini contro l'umanità ed i crimini di guerra. Una tale istituzione, non solo potrà sanzionare chiunque si sia reso colpevole di questi crimini, ma funzionerà certamente come un forte deterrente nei confronti di possibili futuri crimini e future possibili violazioni della legalità internazionale.
Certo con questo, non vorrei lasciare intendere che le cose sono fatte, che abbiamo vinto. Tanti sono ancora gli ostacoli da sormontare, a cominciare dal tipo di statuto di cui verrà dotato il Tribunale. Questa Corte, per essere efficace, ha bisogno di un Pubblico ministero indipendente, di un rapporto chiaro e trasparente con il Consiglio di Sicurezza, di finanziamenti appropriati nel quadro del bilancio ordinario delle Nazioni Unite e deve, ovviamente, essere equa.
Concedetemi di fare un breve riferimento ad una questione relativa alle pene che il Comitato Preparatorio discuterà la settimana prossima. Il Partito Radicale transnazionale sostiene la necessità di un'abolizione universale della pena di morte. E' nostra profonda convinzione che su tale aspetto lo Statuto della Corte Penale Internazionale dovrebbe seguire l'esempio dello statuto dei due Tribunali ad hoc escludendo la pena di morte. Inoltre, per continuare su questo punto, lo scorso marzo il Partito Radicale ha, con successo, fatto lobbying in seno alla Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, perché adottasse una forte risoluzione sulla necessità di una moratoria universale delle condanne a morte. Grazie alla leadership del Governo italiano il documento è stato approvato.
Rimane un punto essenziale che vorrei sollevare oggi. Con la creazione della Corte Penale, la comunità internazionale avvierebbe la prima sostanziale riforma delle Nazioni Unite dal momento della loro fondazione. Sono convinto che questo non sia un aspetto marginale. Se prendiamo in considerazione quanti rapporti sono stati scritti su questo tema, quante proposte di riforme sono state fatte, quanto se ne è discusso, solo oggi possiamo dire di stare per raggiungere una riforma concreta, che rappresenta una prima risposta al problema fondamentale di creare un nuovo assetto di norme e regole, nuove istituzioni capaci di assicurare lo stato di diritto, un diritto uguale per tutti su questo pianeta, senza riguardo per la nazionalità. Questo progresso può essere conquistato non grazie all'impegno delle burocrazie, ma da quello dei cittadini di tutto il mondo, grazie ad un movimento che va crescendo giorno per giorno in tutto il mondo. E' una vittoria della comunità internazionale, non solamente il risultato di un
lavoro diplomatico.
Sono sinceramente convinto che l'istituzione di una Corte Penale Internazionale sia il primo passo verso altre fondamentali riforme basate sui principi dello stato di diritto. E' proprio su questo terreno - quello del diritto e della legalità internazionale, che potremmo, che dovremmo concentrare i nostri sforzi futuri se davvero vogliamo una riforma globale delle Nazioni Unite. Senza volere in alcun modo distogliere la vostra attenzione ed energia dalla nostra battaglia presente per il Tribunale penale permanente, credo che dobbiamo sin d'ora riflettere nelle nostre poche ore libere, sulla possibilità di creare - sul modello della Corte europea dei Diritti umani, una Corte Universale dei Diritti Umani, Civili e Politici, ovvero una Corte alla quale tutti i cittadini del mondo possano rivolgersi direttamente.
Buon lavoro oggi e, soprattutto, nei sei mesi che ci separano dall'apertura della Conferenza di giugno a Roma.