ERNESTO ROSSI: L'ECONOMISTA E IL POLITICO DELL'"ALTRA ITALIA" E DELL'"ALTRA EUROPA"
Roma, 23 gennaio 1998
A partire da domani si terrà a Verbania (programma in allegato) a Palazzo Flaim un convegno sulla figura di Ernesto Rossi, per il centenario dalla nascita, organizzato dalla Provincia del Verbano Cusio Ossola, dal Comitato Ernesto Rossi e dal Partito Radicale, con l'alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica.
A proposito del Convegno, sarà domani pubblicato sul quotidiano L'Opinione un articolo del Segretario del Partito Radicale Olivier Dupuis, di cui riportiamo alcuni stralci:
"Per due ragioni vale la pena di fare un convegno sull'opera e sulla figura politica di Ernesto Rossi, e bisogna dunque ringraziare quanti, con il Partito Radicale, hanno contribuito ad organizzarlo, e quanti, esterni od "estranei" alla storia politica radicale, vi parteciperanno.
La prima ragione è che Rossi era tutto ciò che i "liberali ufficiali" italiani di ieri e di oggi (di vecchio o nuovo "battesimo"), non sono, né sono mai stati: anticlericale in nome della libertà religiosa, anticomunista in nome del diritto, antimonopolista in nome del mercato, e della concorrenza. Era liberista, in nome del diritto al lavoro: voleva "abolire la miseria", non la libertà economica. Era liberale, ma non pensava che il liberalismo fossero le buone maniere, né un catechismo di osservanze "confindustriali"
Se oggi si vuole scrivere la storia delle ragioni di Rossi, bisognerebbe - tanto più quando lo iscrive d'ufficio nel paradiso di santi laici costruito ad inaugurazione di un qualche "nuovo corso" - avere il coraggio di scrivere la storia dei torti dei suoi avversari: le corporazioni padronali e sindacali, il blocco di potere clericale, e il blocco sociale comunista. E di tutti i suoi avversari: vecchi e nuovi "vincenti".
La seconda ragione, per cui occorreva un vero convegno su Ernesto Rossi, è che abbiamo dinanzi, non solo oltre confine, ma anche dentro i confini italiani, il disastro dell'Europa dell'utopia astratta, e opposta a quella di Rossi, di una Europa burocratica, "intergovernativa", costruita sugli equilibri di decine di diplomazie interne. E molto avrebbe da dire Ernesto Rossi di questa Europa costruita contro e non a partire dal Manifesto di Ventotene: di questo "mercato comune" senza mercato; di questa "politica comune" senza politica".