IL PARLAMENTO EUROPEO AFFRONTA PER LA PRIMA VOLTA LA QUESTIONE DELLA (NON)COMUNICAZIONE IN SENO ALLE ISTITUZIONI E TRA I CITTADINI DELL'UNIONE.
Bruxelles, 28 gennaio 1998. La Commissione istituzionale del PE ha affrontato ieri, per la prima volta, la questione della (non)comunicazione in seno all'Unione europea. Gianfranco Dell'Alba, autore di un documento di lavoro sulla questione, ha messo in evidenza i limiti del sistema attuale e i rischi - se non la certezza - d'implosione di questo stesso sistema in occasione dei prossimi allargamenti dell'UE.
Analizzando il sistema in vigore, Dell'Alba ha mostrato che delle "situazioni di fatto" stanno già imponendosi surrettiziamente, contrariamente al discorso ufficiale che non manca di riaffermare l'uguaglianza tra tutte le lingue ufficiali dell'Unione, in particolare attraverso l'affermazione di una (o di due) lingue di lavoro.
Nelle conclusioni, Dell'Alba suggerisce l'adozione di soluzioni audaci che tengano conto dei seguenti aspetti: l'uguaglianza dei rappresentanti e dei cittadini per quanto riguarda la comunicazione; la funzionalità di un sistema (più leggero, più flessibile e meno costoso); la protezione dell'insieme del patrimonio linguistico europeo, comprese le lingue dette "regionali" e "minoritarie" (catalano, frisone, basco, corso, bretone, friulano, gallego, etc.).
Il dibattito, calorosamente aperto dal Presidente Biagio De Giovanni e in cui sono già intervenuti i deputati Manzella, Spaak e Dupuis, continuerà durante le prossime riunioni della Commissione Istituzionale del 25 e 26 febbraio.
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