B4-0146, 0150, 0154, 0157, 0162 e 0168/98
Risoluzione sulla Birmania
19-02-1998
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania, in particolare quella del 12 giugno 1997 sulle perduranti violazioni dei diritti dell'uomo in Birmania (19),
- visto il regolamento del Consiglio (CE) n. 552/97 sulla revoca temporanea dei benefici derivanti dalle preferenze tariffarie generalizzate all'Unione di Myanmar (20),
- vista la decisione del Consiglio 97/688/CE riguardante la proroga della posizione comune 96/635/PESC relativa alla Birmania/Myanmar (21),
A. vivamente preoccupato per il persistere delle violazioni estremamente gravi dei diritti dell'uomo commesse dalle autorità militari in Birmania,
B. rilevando che il 15 novembre 1997 il consiglio di stato per la restaurazione della legge e dell'ordine (SLORC) si è autoabolito, istituendo al suo posto il consiglio di stato per la pace e lo sviluppo (SPDC),
C. considerando che, nella sua risoluzione del 24 novembre 1997, la Terza Commissione dell'Assemblea generale dell'ONU ha espresso la propria grave preoccupazione per le persistenti violazioni dei diritti dell'uomo in Birmania, come riferito dal relatore straordinario dell'ONU sui diritti dell'uomo in Birmania,
D. deplorando il persistere degli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi e della detenzione arbitraria di numerosi prigionieri politici, segnatamente i membri della Lega nazionale per la democrazia (NDL),
E. considerando che il 27 settembre 1997 lo SLORC ha autorizzato la NLD a convocare il congresso del partito, in occasione del 9º anniversario della sua fondazione, ma ha impedito a diverse centinaia di persone di parteciparvi,
F. condannando il fatto che le autorità militari abbiano bloccato ogni tentativo della NLD di tenere riunioni di partito in diverse sue sedi, barricando i luoghi e arrestando i suoi sostenitori,
G. considerando che Aung San Suu Kyi, vincitrice del premio Sakharov del Parlamento, ha rivolto in diverse occasioni appelli alla comunità internazionale affinché applicasse sanzioni politiche ed economiche contro la Birmania,
H. rilevando che il 20 maggio 1997 il presidente Clinton ha imposto sanzioni economiche contro la Birmania, vietando ai cittadini degli Stati Uniti di effettuare nuovi investimenti in tale paese,
I. rilevando il mantenimento di attività economiche da parte di talune imprese europee in Birmania; rilevando che gli investimenti di gruppi petroliferi multinazionali costituiscono la maggior fonte legale di divise estere per il regime,
J. rilevando le persistenti violazioni delle leggi umanitarie durante le offensive dell'esercito birmano nelle aree in cui risiedono le minoranze etniche, come, per esempio l'uccisione di 400 abitanti di Shan State nel maggio e giugno 1997,
K. preoccupato per gli arresti e le deportazioni sommarie di rifugiati birmani in Tailandia e le notizie secondo cui taluni deportati sono stati rinchiusi in campi di lavoro al loro ritorno sul territorio birmano,
L. rilevando che l'OIL ha deciso di istituire ufficialmente una commissione d'inchiesta sul mancato rispetto da parte del governo birmano della Convenzione n. 29 dell'OIL sul lavoro forzato del 1930,
M. prendendo atto della missione compiuta dal 22 al 24 gennaio 1998 dall'inviato speciale del Segretario generale dell'ONU Kofi Annan, mirante a stabilire un dialogo politico fra i militari e l'opposizione,
N. rilevando che la maggior parte dell'eroina in circolazione nel mondo proviene dalla Birmania e deplorando i forti legami tra il regime militare e i produttori di droga,
1. ribadisce la propria condanna alla dittatura militare in Birmania e alle violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate da SLORC/SPDC;
2. invita nuovamente il governo birmano a garantire i diritti fondamentali del popolo birmano, a rilasciare tutti i prigionieri politici e a sospendere gli arresti domiciliari nei confronti di Aung San Suu Kyi;
3. esprime la sua solidarietà a tutte le forze democratiche della Birmania, segnatamente alla Lega nazionale per la democrazia e ad Aung San Suu Kyi, che lottano per creare uno Stato di diritto e per il rispetto dei diritti dell'uomo;
4. invita il governo birmano ad adempiere ai propri obblighi in quanto Stato parte della convenzione (n. 29) sul lavoro forzato del 1930 e della convenzione dell'OIL (n. 87) del 1948 sulla libertà di associazione e la salvaguardia dei diritti sindacali;
5. invita l'SPDC a cooperare con la commissione d'inchiesta dell'OIL sul lavoro forzato in Birmania;
6. sollecita l'SPDC ad autorizzare, senza condizioni preliminari o restrizioni, la missione del relatore straordinario dell'ONU sulla Birmania, onde permettergli di svolgere pienamente il proprio mandato;
7. insiste affinché la Tailandia si astenga dal rimpatrio coatto dei rifugiati birmani;
8. ribadisce l'opinione secondo cui gli investimenti stranieri diretti in Birmania rappresentano un importante contributo finanziario all'SPDC ma non forniscono neppure benefici indiretti al popolo birmano; si compiace della decisione adottata da numerose imprese europee ed americane di sospendere le loro attività economiche in Birmania e auspica che questo esempio sia seguito da altre imprese;
9. invita il Consiglio ad assicurare che l'attuale posizione comune PESC sulla Birmania sia applicata rigidamente, in particolare con riferimento al divieto di rilasciare visti d'ingresso, all'embargo sulla vendita di armi, munizioni e attrezzature militari e alla sospensione degli aiuti non umanitari o dei programmi di sviluppo;
10. invita il Consiglio ad accogliere la richiesta di Aung San Suu Kyi concernente le sanzioni economiche dell'Unione contro l'SPDC, sospendendo tutti i legami fra l'Unione europea e la Birmania basati su scambi commerciali, turismo e investimenti da parte delle aziende europee; invita il Consiglio, quale primo passo, ad ampliare le misure adottate nella posizione comune, mettendo fine alle attività di promozione commerciale ed estendendo il divieto di rilasciare visti d'ingresso;
11. sostiene la decisione adottata dal Consiglio di non accettare la partecipazione della Birmania agli incontri UE-ASEAN e Asia-Europa (ASEM), finché non saranno compiuti miglioramenti significativi in materia di diritti umani e democrazia in Birmania;
12. chiede alla Commissione di addivenire a un accordo con il Commonwealth del Massachussetts e con altri governi locali su uno sforzo comune per sanzionare la Birmania sul piano economico al di fuori dell'organo di composizione delle controversie istituito dall'OMC;
13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, all'NLD, all'SPDC, all'ASEAN e all'OMC.