SOMMARIO: La Commissione esteri della Camera dei deputati italiana approva all'unanimità una risoluzione, primo firmatario Flaminio Piccoli, per rilanciare il processo di unità politica dell'Europa e il progetto Spinelli, bloccati dall'opposizione della maggioranza dei governi nazionali dei paesi della Cee. Iniziative radicali affinché gli altri parlamenti europei vengano a conoscenza di questa risoluzione e ne adottino una analoga. Indizione di un referendum popolare per l'attribuzione di poteri costituenti al Parlamento europeo eletto nel 1989. (Notizie Radicali n· 51 dell'11 marzo 1988)
Attribuzione al Parlamento europeo di poteri costituenti, da esercitarsi nella prossima legislatura. Convocazione, subito dopo le elezioni europee del 1989, degli Stati Uniti d'Europa, costituiti da un'unica assemblea del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali dei paesi membri. Elezione diretta da parte degli Stati generali d'Europa di un Presidente del Consiglio europeo e del Presidente della Commissione esecutiva della Comunità. Sono le più importanti proposte contenute in una risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione esteri della Camera dei deputati italiana per rilanciare il processo di unità politica dell'Europa e il progetto Spinelli. La risoluzione -primo firmatario il democristiano Piccoli- è stata sottoscritta da altre 260 deputati della Dc, del Psi, del Psdi, del Pri, del Pli, del Pr, del gruppo Verde e del gruppo della Sinistra indipendente. I deputati comunisti, dopo alcune iniziali perplessità e riserve, hanno fatto confluire i loro voti sul documento. Il consenso del governo
è stato espresso dal Ministro degli Esteri, Andreotti. Lo stesso testo è stato presentato come mozione da 120 senatori anche a Palazzo Madama, dove le prime firme sono quelle degli ex Presidenti della Repubblica Sandro Pertini e Giuseppe Saragat e dei Senatori a vita Leo Valiani e Norberto Bobbio. Duecento membri del Parlamento europeo hanno fatto pervenire al presidente della Commissione esteri della Camera, Flaminio Piccoli, un messaggio di adesione e di sostegno alla risoluzione. L'iniziativa parlamentare raccoglie idee e proposte espresse da statisti europei, come Giscard d'Estaing e Schmidt, o emerse nel dibattito della Commissione affari istituzionali del Parlamento europeo, ed è stata promossa dal Partito radicale e dai gruppi federalisti della Camera e del Senato. Lo scopo è quello di disincagliare il progetto di Trattato Spinelli, approvato al termine della prima legislatura dal Parlamento europeo, e bloccato dal veto della maggioranza dei governi nazionali dei paesi membri della Cee. Si tenta di to
gliere dall'isolamento, in cui i governi nazionali l'hanno cacciato, il Parlamento europeo, e di inserire come arbitri e protagonisti, nel braccio di ferro tra Parlamento europeo e Consiglio intergovernativo della Comunità, i Parlamenti nazionali nella speranza che un'alleanza interparlamentare possa riequilibrare e correggere la paralizzante politica dei veti incrociati dei governi del Consiglio d'Europa. Nel 1989, a due secoli di distanza, la convocazione degli Stati generali d'Europa sarebbe una bella e degna celebrazione della Rivoluzione francese, con l'auspicio che come allora da quelli Stati generali nacque la Costituente della nuova Francia, così ora possa nascere quella dell'Europa unita.
L'iniziativa del Parlamento italiano dimostra che nei Parlamenti nazionali esiste forse una disponibilità assai maggiore verso l'unità politica dell'Europa di quanta non esista nei governi nazionali.
E' però necessario che seguano iniziative analoghe anche nei parlamenti nazionali degli altri paesi membri della Comunità. Il documento della Camera dei deputati italiana sarà portato a conoscenza dei parlamentari degli altri paesi dai deputati radicali presso il Parlamento europeo. Parlamentari europei di diverso orientamento politico si sono impegnati a promuovere presso i rispettivi parlamenti nazionali simili iniziative. Le associazioni radicali devono aiutare l'affermarsi di queste iniziative ed incoraggiarle sia attraverso rapporti politici, sia attraverso petizioni da rivolgere ai loro parlamenti nazionali, e da rivolgere al Consiglio europeo, da far firmare a personalità qualificate: dal sindaco della città agli assessori del comune, dal rettore dell'università a scrittori, presidi di facoltà universitarie, letterati, managers e imprenditori, sindacalisti.
In Italia il Partito radicale ha aderito all'iniziativa del Movimento federalista europeo di raccogliere le firme necessarie per la presentazione di un progetto di legge di iniziativa popolare, che richiede l'indizione di un referendum popolare, da tenersi contemporaneamente alle elezioni europee della primavera del 1989, per l'attribuzione di poteri costituenti al Parlamento europeo. Contemporaneamente il partito chiederà la sottoscrizione di due petizioni, in sostegno della risoluzione della Commissione esteri della Camera dei deputati: la prima sarà rivolta al Consiglio europeo e al Parlamento europeo perché facciano quanto è in loro potere per l'adozione delle proposte: la seconda rivolta al presidente del Consiglio, ai presidenti della Camera e del Senato, al sindaco e al presidente della regione.
Si tratta, attraverso un insieme di iniziative convergenti delle associazioni radicali nei diversi paesi europei, e delle altre organizzazioni federaliste, di creare un vasto movimento per il rilancio del processo di unità politica dell'Europa. Al centro di questo movimento dovranno porsi -noi vogliamo sperarlo- i parlamentari e i parlamenti, e cioè i legittimi rappresentanti dei popoli d'Europa. Sono essi ora i primi destinatari delle nostre speranze e volontà europee.