B4-0313, 0377, 0378, 0379, 0380, 0382/98
12/03/98
Risoluzione sulla situazione nel Kosovo
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sull'ex Iugoslavia e il Kosovo e la sua raccomandazione del 29 febbraio 1996 sulla necessità di una soluzione rapida alla questione del futuro del Kosovo (10),
- visti i risultati della riunione, tenutasi a Londra il 9 marzo 1998, del Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia,
A. esprimendo la sua profonda preoccupazione per l'intensificarsi della violenza nella regione del Kosovo, registrato negli ultimi giorni,
B. consapevole che la soppressione dell'autonomia culturale e politica del Kosovo da parte delle autorità serbe nel 1989 è all'origine della crisi nella regione e deplorando che le autorità serbe non abbiano rispettato neanche il peraltro debole accordo sull'istruzione del 1996,
C. deplorando l'azione massiccia ed aggressiva della polizia serba contro manifestazioni e cittadini pacifici che ha causato la morte di numerose persone e sottolineando, con orrore, che molte donne e bambini sono rimasti vittime dell'azione delle forze dell'ordine serbe; deplorando, altresì, profondamente che alcuni gruppi estremisti tra la popolazione albanese del Kosovo hanno fatto ricorso alla violenza per conseguire i loro obiettivi politici,
D. sottolineando che ogni soluzione all'acuirsi della crisi nel Kosovo deve essere trovata con mezzi pacifici e deve essere basata sul pieno rispetto dei fondamentali diritti dell'uomo e sullo stato di diritto,
E. convinto che una soluzione politica alla crisi nel Kosovo debba basarsi sulla concessione dell'autonomia culturale e politica alla popolazione - essenzialmente albanese - della regione, senza modifica delle frontiere europee,
F. sottolineando che un aumento delle violazioni dei fondamentali diritti dell'uomo e l'intensificarsi della violenza nel Kosovo non possono essere considerate questioni interne della Repubblica federale di Iugoslavia e che l'Unione europea ha il diritto e il dovere di contribuire attivamente a porre fine a tale situazione,
G. sottolineando, inoltre, con grande preoccupazione, che la crisi nel Kosovo costituisce una minaccia imminente alla stabilità dell'intera regione e un'evidente minaccia per la pace e la sicurezza internazionale,
H. sottolineando che il Consiglio ha approvato l'apertura di un ufficio dell'Unione europea a Pristina e che l'attuazione di tale decisione, nonché il ritorno della missione OSCE a lungo termine nel Kosovo, potrebbe svolgere un ruolo importante per gli sviluppi nella regione,
I. considerando che detenuti riconosciuti come prigionieri d'opinione sono stati incarcerati più volte in seguito a processi iniqui per aver esercitato la loro libertà di opinione e di espressione,
1. condanna l'azione massiccia ed aggressiva della polizia serba contro le manifestazioni e cittadini pacifici che ha causato la morte di numerose persone, comprese molte donne e bambini che sono rimasti vittime delle azioni delle forze dell'ordine serbe;
2. condanna con fermezza e senza riserve il ricorso alla violenza di ogni tipo volta a individuare una soluzione alla crisi politica nel Kosovo e invita tutte le parti interessate a dare prova di responsabilità e ad astenersi da ogni ulteriore violenza;
3. invita l'ONU, l'UE, l'OSCE, la NATO e l'UEO ad avviare i preparativi per l'invio di una forza di spiegamento preventivo nella regione;
4. invita le Nazioni Unite a rivedere i piani volti al ritiro della forza UNPREDEP dal FYROM;
5. esorta le autorità di Belgrado a permettere immediatamente alle organizzazioni umanitarie, ai giornalisti e agli osservatori internazionali di recarsi nei luoghi dove sono avvenuti gli incidenti e di compiere un'indagine completa sugli eventi, eventualmente coinvolgendo il Tribunale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra nell'ex Iugoslavia;
6. invita il governo della Repubblica federale di Iugoslavia e i rappresentanti della popolazione albanese del Kosovo ad avviare urgentemente e senza condizioni un dialogo generale e costruttivo, nonché negoziati sul futuro del Kosovo, al fine di garantire l'autonomia culturale e politica, senza modifica delle frontiere europee;
7. invita il Consiglio e la sua Presidenza, in cooperazione con l'OSCE ed altri, ad intraprendere e portare avanti ogni azione volta a contribuire attivamente a risolvere la crisi nella regione con mezzi pacifici; invita, pertanto, il Consiglio a decidere un'azione comune sulla base dell'articolo J.3 del trattato UE;
8. appoggia le decisioni prese dal Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia come primo passo per aumentare la pressione sul presidente Milosevic e sul governo della Repubblica federale di Iugoslavia al fine di trovare una soluzione pacifica e costruttiva all'acuirsi della crisi nel Kosovo, soluzione basata sul pieno rispetto dei fondamentali diritti dell'uomo e sullo stato di diritto per l'intera popolazione del Kosovo;
9. esorta il presidente Milosevic a rispondere in un prossimo futuro in modo costruttivo alle richieste del Gruppo di contatto, in modo da evitare la necessità di ulteriori e più coercitive iniziative da parte della comunità internazionale;
10. appoggia, senza riserve, i gruppi e i cittadini, all'interno e all'esterno della regione del Kosovo, ponendo l'accento sul particolare ruolo degli studenti, che sono seriamente impegnati nel trovare una soluzione costruttiva per il futuro del Kosovo e della sua popolazione e che cercano di conseguire tali obiettivi con mezzi politici pacifici;
11. esorta gli Stati membri a fornire ai profughi i necessari aiuti d'urgenza, a concedere visti e ospitalità a quanti fuggono dalla zona del conflitto e ad astenersi da improvvise espulsioni che possano metterne a repentaglio la vita;
12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, all'OSCE, al governo della Repubblica federale di Iugoslavia e ai rappresentanti della popolazione albanese del Kosovo.