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Partito Radicale Centro Radicale - 14 maggio 1998
PE/Kosovo: risoluzione

Kosovo B4-0560, 0562, 0563, 0564 e 0565/98

Risoluzione sul Kosovo

Il Parlamento europeo,

- viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nel Kosovo, in particolare la sua risoluzione del 12 marzo 1998 (1),

- visto l'esito delle riunioni del Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia del 25 marzo 1998 a Bonn e del 29 aprile 1998 a Roma,

- viste le decisioni adottate al Vertice dei Ministri degli esteri e delle finanze del G7 tenutosi a Londra il 9 e 10 maggio 1998,

A. esprimendo la sua grave preoccupazione per il conflitto nel Kosovo, che si è già trasformato in una guerra strisciante, e per il continuo aumento della violenza nella regione, per le sistematiche violazioni dei diritti umani, le discriminazioni etniche, le azioni arbitrarie della polizia e le torture ad opera delle autorità serbe,

B. estremamente preoccupato per l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza iugoslave, per la proliferazione delle armi nel territorio e per il ricorso ad azioni terroristiche da parte di alcuni gruppi estremisti del Kosovo; sottolineando che l'uso della violenza per sopprimere il dissenso politico come pure il ricorso alle azioni terroristiche per conseguire un mutamento politico vanno assolutamente rifiutati quali mezzi per addivenire a una soluzione della crisi nel Kosovo,

C. considerando che una soluzione durevole di questa crisi sempre più grave può essere trovata soltanto con mezzi pacifici mediante l'apertura di un dialogo senza condizioni, improntato al buon senso e con il coinvolgimento internazionale tra il governo della Repubblica federale di Iugoslavia e la dirigenza della popolazione albanese del Kosovo, dialogo che deve basarsi sul pieno rispetto dei diritti umani fondamentali, sulla tutela di tutti gli individui e di tutti i gruppi etnici e sullo stato di diritto,

D. considerando che il conflitto nel Kosovo rischia di estendersi alle regioni circostanti e che il Primo ministro albanese ha chiesto la presenza nel suo paese di una forza della NATO per ridurre il rischio di un'escalation della crisi nel Kosovo,

E. considerando che la risposta internazionale alla crisi è stata finora lenta e debole, ma rilevando che il Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia ha deciso di adottare alcune misure nei confronti della Repubblica federale di Iugoslavia non avendo quest'ultima soddisfatto taluni requisiti fondamentali per la soluzione della crisi nel Kosovo; deplorando che la Federazione russa non sia stata in grado di aderire a queste misure,

F. considerando che sarebbe opportuno riconoscere esplicitamente l'apertura dimostrata dal governo del Montenegro,

G. rilevando con grande preoccupazione che l'ulteriore escalationdella crisi nel Kosovo nonché le massicce concentrazioni di truppe ai confini con l'Albania minacciano seriamente e direttamente la stabilità in tutta la regione e rappresentano una chiara minaccia anche per la pace e la stabilità internazionale,

H. considerando che esistono le prove di crimini di guerra commessi da forze di polizia e paramilitari serbe nel Kosovo durante i combattimenti degli ultimi mesi e che il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia ha il potere di perseguire i responsabili di violazioni del diritto internazionale umanitario "sul territorio dell'ex Iugoslavia dal 1991",

1. condanna fermamente e senza riserve l'uso della forza da parte delle forze iugoslave contro la popolazione civile disarmata e la proliferazione delle armi nel territorio;

2. condanna fermamente il ricorso ad azioni terroristiche da parte di alcuni gruppi estremisti del Kosovo;

3. invita il governo della Repubblica federale di Iugoslavia e i rappresentanti della popolazione albanese del Kosovo ad avviare con urgenza e senza condizioni preliminari un dialogo costruttivo e improntato al buon senso, con il coinvolgimento internazionale, sullo status futuro del Kosovo;

4. invita il governo della Repubblica federale di Iugoslavia ad avviare con urgenza una cooperazione con il Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia e a consentire senza indugio al rappresentante speciale dell'Unione europea González di avviare il suo lavoro, che è d'importanza fondamentale per migliorare le prospettive generali e compiere progressi nel dialogo;

5. invita il Consiglio a impegnarsi al massimo per lanciare una forte iniziativa politica finalizzata all'avvio di negoziati tra le parti:

- rivolgendo a entrambe le parti un invito a incontrarsi al di fuori della Repubblica federale di Iugoslavia,

- proponendo ulteriori misure per il consolidamento della fiducia;

6. invita gli Stati membri, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, l'OSCE, la NATO e la UEO ad adottare tutte le misure del caso per scongiurare che il conflitto nel Kosovo si estenda ad altre parti della regione, ad appoggiare gli interessi sul piano della sicurezza degli Stati limitrofi e a garantirne le frontiere;

7. chiede al Consiglio e alla Commissione, oltre che all'OSCE e all'ONU, di inviare senza indugio osservatori anche al confine fra l'Albania ed il Kosovo;

8. aderisce alle decisioni cui è pervenuto il Gruppo di contatto per l'ex Iugoslavia quale primo passo verso un aumento delle pressioni sul Presidente Milo&scaronevi&cacute e il governo della Repubblica federale di Iugoslavia per giungere a unasoluzione pacifica e costruttiva alla sempre più profonda crisi del Kosovo;

9. invita il Consiglio ad indicare chiaramente alle autorità iugoslave che saranno introdotte nuove sanzioni se esse non si impegneranno rapidamente e in modo costruttivo per risolvere la questione del futuro status del Kosovo e ripristinare i diritti civili e umani della sua popolazione;

10. sollecita l'immediata liberazione dei detenuti politici e degli abitanti del Kosovo detenuti senza colpa nelle prigioni iugoslave, come per esempio il prof. Ukshin Hoti, più di una volta incarcerato perché rivendicava una soluzione pacifica della questione del Kosovo;

11. esprime il proprio pieno appoggio a tutti i gruppi e a tutti i singoli individui all'interno come all'esterno del Kosovo che stanno cercando seriamente una soluzione costruttiva per il futuro del Kosovo e della sua gente e che tentano di raggiungere questi obiettivi con mezzi pacifici;

12. chiede al Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia di indagare senza indugio in merito ad eventuali crimini contro l'umanità commessi nel Kosovo;

13. esorta il Consiglio e la Commissione ad adoperarsi ricorrendo a tutti i mezzi di pressione disponibili affinché possano finalmente aprire le porte dell'ufficio dell'UE a Pristina da esso richiesto, nonché l'ufficio dell'Alto Commissario dell'ONU per i diritti umani;

14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al governo della Repubblica federale di Iugoslavia e a Ibrahim Rugova.

 
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