Notizie RADICALI - edizione speciale sul Tribunale Penale Internazionale
Numero 6 - 1 luglio 1998
PENA DI MORTE: QUASI CERTA L'ESCLUSIONE, ANCORA APERTO IL DIBATTITO SULL'ERGASTOLO.
Nella giornata di ieri è stato affrontato l'argomento delle pene che il Tribunale Penale Internazionale potrà comminare. La sessione è stata dedicata in particolare alla pena di morte. Tra i 44 paesi che hanno preso la parola, una ventina si è espressa contro, mentre un terzo ha parlato in favore. Molto importante il cambiamento di posizione di alcuni paesi che durante il processo preparatorio si erano espressi favorevolmente all'inclusione delle esecuzioni capitali nello statuto, tra questi spiccano: Singapore, Kenya, Sénégal, Giappone e Cuba. Grazie alla sapiente regia del coordinatore norvegese del gruppo di lavoro non si è arrivati al voto, e il compromesso finale quasi certamente escluderà la pena di morte.
Un ruolo cruciale in questo cambiamento di fronte è stato giocato dalla campagna abolizionista del Partito Radicale che, insieme all'associazione Nessuno Tocchi Caino, è riuscito a far adottare per due anni consecutivamente - 1997 e 1998 - una risoluzione abolizionista alla Commissione sui diritti umani di Ginevra aprendo dibattiti in varie regioni del mondo sulla presenza della pena di morte nei codici penali nazionali.
Ancora aperto il dibattito sull'ergastolo. Il Partito radicale favorisce l'esclusione della carcerazione a vita dallo statuto della Corte al fine di poter dare la possibilità di riabilitazione anche ai criminali di guerra macchiatisi delle peggiori violazioni del diritto umanitario. Se l'ergastolo sarà incluso dovranno essere prese in considerazione norme aggiuntive coma la condizionale oppure la libertà vigilata. Una giustizia internazionale che finalmente sancirà la vita del diritto dovrà sempre tenere presente anche il diritto alla vita.
APPELLO ALLA STAMPA ITALIANA PERCHE' PARLI DEL TRIBUNALE.
Partiti i Ministri, finite le foto di rito, la Conferenza diplomatica non interessa piu' neanche le cronache italiane. Per ottenere un trattato che possa garantire un progresso per il diritto internazionale, è necessario che l'opinione pubblica sia informata sull'andamento dei lavori e sui pericoli che i negoziati stanno correndo. Arrivati alle decisioni finali, l'azione di lobbying all'interno del palazzo non è piu' sufficiente a fare la differenza, nei prossimi giorni sarà quindi necessario mobilitare i cittadini per fare pressione sui 160 governi affinché non si perda l'occasione storica della creazione in Italia di un tribunale giusto, efficace ed indipendente.
Sull'assenza della stampa Alfredo BIONDI ha dichiarato a Radio Radicale: "Passata la festa gabbato lo Santo. C'è stata la parte inaugurale con i grandi nomi e poi è scesa cupa la sera dell'informazione a volte inesistente"; Paolo CENTO, sottolineando la necessità di azione ha dichiarato: "Mi pare che innanzitutto dobbiamo mobilitare nei prossimi giorni l'opinione pubblica, come l'attenzione degli organi di informazione, per favorire le conclusioni positive di questa conferenza internazionale".
Per informazioni e aggiornamenti sulle questioni principali chiamare Marco Cappato 06/68.97.91.