Risoluzione sulla violazione dei diritti dell'uomo in Birmania
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla Birmania,
A. profondamente preoccupato per le perduranti violazioni dei diritti dell'uomo perpetrate dal governo dittatoriale e dalle sue autorità militari, violazioni che vanno considerate crimini contro l'umanità,
B. condannando le continue manovre di ostruzione ai danni dell'opposizione democratica nonché le crescenti vessazioni dei suoi membri, compresa, secondo informazioni ricevute, la carcerazione di 50 rappresentanti eletti, mentre altri devono presentarsi due volte al giorno al più vicino posto di polizia,
C. considerando che 300.000 sfollati Karen in Birmania fuggono di fronte all'esercito birmano,
D. estremamente preoccupato per la sistematica distruzione dei villaggi delle popolazioni Karen da parte delle forze armate birmane e per la politica di repressione condotta dai militari contro altre minoranze come i Naga e gli Shan,
E. preoccupato per l'atteggiamento delle autorità birmane che costringono il loro popolo a lavorare a progetti di costruzione, ad esempio di gasdotti, e a trasportare munizioni e rifornimenti all'esercito birmano che non esita ad eliminare chi è troppo stanco,
F. condannando il ricorso sistematico allo stupro delle donne Karen e delle donne di altre minoranze da parte dei soldati birmani,
G. profondamente preoccupato per i massacri, le pratiche di pulizia etnica e la distruzione delle riserve alimentari di cui sono vittime le popolazioni Karen, Naga, Shan, Mon, Karenni e Kachin,
H. vivamente preoccupato per l'aumento dei profughi Karen in Thailandia, riconducibile alle persecuzioni attuate dal regime militare di Rangoon e agli attacchi perpetrati dall'esercito birmano contro i campi profughi,
I. rilevando che la commissione mista UE/ASEAN non si è riunita perché non è stata trovata una soluzione circa la partecipazione della delegazione birmana,
1. ribadisce la sua condanna della dittatura militare e delle atrocità da essa commesse;
2. invita l'Alto Commissario per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, Mary Robinson, a inviare osservatori permanenti incaricati di indagare sulla situazione dei diritti dell'uomo nelle regioni abitate dalle minoranze oppresse della regione e sulle atrocità commesse dalle autorità birmane;
3. chiede alle autorità birmane di porre immediatamente fine alle pratiche di pulizia etnica e di spostamento coatto delle popolazioni appartenenti alle minoranze etniche, e di fare tutto quanto in loro potere affinché tali popolazioni possano, in piena sicurezza, ritornare a vivere nei loro villaggi e nei loro territori;
4. chiede alle autorità birmane di por fine alle incursioni oltre frontiera contro i campi profughi in Thailandia;
5. chiede un nuovo potenziamento del sostegno a favore dell'opposizione democratica in Birmania con tutti i mezzi a disposizione dell'UE, dei suoi Stati membri e delle istituzioni internazionali;
6. ribadisce la sua richiesta alle autorità birmane di porre immediatamente fine alle persecuzioni e alle intimidazioni nei confronti dei dirigenti dell'opposizione democratica, in particolare di Aung San Suu Kyi; chiede altresì l'immediata liberazione dei rappresentanti eletti;
7. chiede alla Commissione e al Consiglio di decretare sanzioni economiche totali nei confronti della Birmania e di vietare qualsiasi investimento fintantoché il regime di Rangoon non avrà posto fine alle gravi violazioni dei diritti dell'uomo;
8. chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di decretare sanzioni economiche globali nei confronti della Birmania;
9. chiede al governo thailandese di garantire una migliore protezione dei campi profughi situati lungo il confine tra la Thailandia e la Birmania, di riconoscere e di consentire l'ingresso dei rifugiati provenienti dalla Birmania e di non procedere al rimpatrio forzato di tali rifugiati;
10. invita il governo thailandese a garantire all'Alto Commissario per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite piena libertà di accesso ai campi profughi lungo il confine tra la Thailandia e la Birmania;
11. chiede al regime militare birmano di consentire al Relatore speciale delle Nazioni Unite per la Birmania di visitare liberamente il paese e di svolgere il proprio mandato, garantendogli piena libertà di accesso alle regioni abitate dalle popolazioni Karen così come alle altre regioni abitate da minoranze oppresse;
12. invita le società straniere che hanno investito in Birmania, come la Total e la Premier Oil, a congelare immediatamente i propri investimenti;13. insiste affinché le riunioni della Commissione mista UE/ASEAN abbiano luogo senza la partecipazione della Birmania;
14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al Segretario generale e all'Alto Commissario per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, come pure alle autorità birmane e thailandesi.