KOSOVO: CONFORTATO IL REGIME NAZIONAL-COMUNISTA DI BELGRADO
Roma, 13 ottobre 1998. "La fibrillazione di questi giorni, il forcing diplomatico di Holbrooke hanno sortito dei primi, sicuri effetti: confermare la centralità di Milosevic nello scenario balcanico, rafforzare il suo ruolo di interlocutore nel "processo di pace" (rispetto all'ultima guerra che lui stesso ha dichiarato), e, last but not least, sacrificare una volta ancora i diritti fondamentali dei serbi e dei kosovari sull'altare di un regime nazional-comunista che i governi occidentali hanno deliberamente deciso di salvare ancora.
A chi ci rimproverà di sbagliare, di esagerare, di "peccare" di troppo pessimismo e realismo, ricordiamo che a tre anni dalla firma degli accordi di Dayton (protagonisti gli stessi Holbrooke e Milosevic), meno del 20% dei profughi bosniaci sono rientrati nei propri villagi e che i vari Mladic e Karadzic non sono ancora stati arrestati.
Per quanto ci riguarda, continueremo a chiedere e a lavorare giorno dopo giorno per la liberazione di tutti i prigionieri politici, per il rientro di tutti i profughi, per l'incriminazione e l'arresto di tutti i criminali di guerra, a cominciare dal supremo capo della mafia nazional-comunista di Belgrado: Slobodan Milosevic.
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