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Partito Radicale Centro Radicale - 6 novembre 1998
Kosovo/Tribunale internazionale: lettera alla Stampa

LETTERA DI GIANFRANCO DELL'ALBA, DEPUTATO EUROPEO DEL PARTITO RADICALE, A LA STAMPA

La Stampa, 6 novembre 1998

Con il rifiuto di ieri di permettere agli investigatori del Tribunale dell'Aia di accedere alle vittime ed ai testimoni delle atrocità commesse in Kossovo, il governo di Belgrado ha ancora una volta dimostrato in quanto conto tiene gli impegni assunti a livello internazionale.

Il gesto del regime di Milosevic, che va contro gli interessi di tutti i cittadini jugoslavi, kossovari e non, è di un'estrema gravità. Una pace duratura in Kossovo può essere raggiunta solo se le vittime delle atrocità commesse, se del caso anche dai militanti dell'esercito di liberazione del Kossovo, possono appellarsi alla giustizia internazionale, quando quella locale è soggiogata o complice dei criminali.

La giurisdizione del Tribunale penale internazionale dell'Aia per i crimini di guerra e contro l'umanità nella ex Jugoslavia deriva direttamente da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza ed è stata riaffermata e sottoscritta dal governo di Belgrado negli Accordi di Dayton.

Il Tribunale ha quindi giurisdizione indiscussa e indiscutibile sui crimini commessi in Kossovo.

Milosevic non riuscirà ad impedire, semplicemente vietando l'accesso degli investigatori del tribunale a siti di fosse comuni, ai superstiti ed ai testimoni, che la verità su quanto successo nel corso di quest'anno in Kossovo non sia conosciuta e possa essere resa giustizia alle vittime, iniziando dalla sua incriminazione per crimini contro l'umanità come richiesto dall'Appello lanciato dal Partito Radicale e sottoscritto da molte migliaia di personalità e cittadini di tutta Europa.

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la NATO, l'Organizzazione per la Sicurezza Europea devono rispondere con decisione a questa aggressione contro il diritto internazionale: i recenti accordi con Holbrooke - di cui peraltro ben poco si conosce - e la presenza degli osservatori internazionali in Kossovo devono comprendere il libero accesso nella ex Jugoslavia degli investigatori del Tribunale dell'Aia. Ne va non solo dell'esigenza di non lasciare impuniti i crimini commessi in Kossovo, ma dell'intera credibilità della Comunità internazionale.

 
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