PEDOFILIA: PR "PER TUTELARE I BAMBINI NON SERVONO LE CROCIATE DEL 'PRETE-SCERIFFO'"
Roma, 14 novembre 1998 - Don Fortunato Di Noto, l'ormai leggendario parroco di Avola impegnato da anni a reperire - e, presumiamo, soprattutto a esaminare minuziosamente - materiale pornografico a sfondo pedofilo, è dunque tornato a "colpire". Apprendiamo infatti dal Corriere della Sera di oggi che il dinamico sacerdote siciliano, in collaborazione con un gruppo di "hackers", si sarebbe dedicato a un'opera, per così dire, di "disinfestazione" delle reti informatiche, ed avrebbe già provveduto a scovare e a distruggere 34 siti di carattere pornografico.
Nell'attesa che il solerte "prete-sceriffo" e i suoi amici si organizzino per dare al rogo le tele di Balthus e i romanzi di Nabokov, cogliamo l'occasione per ribadire quanto andiamo da tempo sostenendo in assoluta solitudine: non vi è alcun dubbio sul fatto che esista una oscura realtà di abusi e violenze nei confronti dei bambini, ma non vi è neppure alcun dubbio sul fatto che il clima da caccia alle streghe innescato da figure alla don Fortunato sia servito soltanto, fino ad oggi, a produrre una pessima legge (la 269 del 1998), a restringere la sfera delle libertà personali, e, soprattutto, a criminalizzare Internet, che continua a essere presentata agli italiani come poco più o poco meno di un "inferno telematico".
Occorre dunque mobilitarsi per difendere i bambini non solo da chi vuole il loro "male", ma anche - temiamo - da coloro che agiscono con troppo zelo per il loro "bene".
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