ZINGARI: APPUNTAMENTO ALLA PROSSIMA MORTE PER FREDDO O PER ALTRO, CHE E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO. PERCHE' GLI ZINGARI SERVONO COSI, PSEUDO-NOMADI, BARACCATI, NELLE IMMONDIZIE. BASTA CON IL DERESPONSABILIZZARE PATERNALISTICAMENTE E INTERESSATAMENTE (QUINDI CON RAZZISMO) GLI ZINGARI
NOTA PER GLI AMMINISTRATORI - DI PAOLO PIETROSANTI, RAPPRESENTANTE ALL'ONU DELLA UNIONE INTERNAZIONALE DEI ROM
Roma, 28 gennaio 1999. Paolo Pietrosanti, che oltre ad essere esponente del Partito Radicale rappresenta presso le Nazioni Unite la Unione Internazionale dei Rom, ha oggi diffuso la seguente nota, rivolta agli Amministratori della città:
Non vi è una emergenza Zingari: che ci si stracci o meno le vesti, la morte del piccolo Zingaro era prevista, statisticamente certa.
Gli Zingari costituiscono in Europa un popolo più numeroso di quello Ceco, o danese; e solo in piccola parte sono nomadi o pseudo-nomadi.
Affrontare questo connotato anche storico dell'Europa come una emergenza, è ipocrita, e impolitico. Tanto più per chi dovrebbe avere e far vivere ambizioni adeguate a quel che è Roma. Cosi' come per chi dovrebbe avere la capacità e la intelligenza di governare i mutamenti globali in atto.
In Italia, e a Roma, vi sono leggi disattese, come forse altre decine di migliaia in Italia; leggi che tra l'altro dispongono da tre lustri la localizzazione dei campi. Ma gli zingari vicino casa tolgono voti, consenso, e le leggi non si applicano. Salvo attendere, per sbandierarla, l'emergenza di turno.
Mi chiedo chi oggi rappresenti gli Zingari nei rapporti con la Amministrazione; mi chiedo e chiedo quanti Zingari siano stati eletti liberamente rappresentanti e "governanti" dei campi; chi sieda, e quanti siano gli Zingari che siedono ai tavoli di riflessione e di gestione della questione rom a Roma.
Mi chiedo chi abbia interesse a che la voce, la volontà degli Zingari a Roma sia rappresentata e mediata da altri che da Zingari.
E mi chiedo perché, per quali interessi, per quali volontà gli Zingari continuino ad essere rappresentati da altri che da Zingari, esclusivamente da altri.
In una società libera si cresce se si assumono responsabilità.
Credo e propongo che il Comune di Roma, e gli altri enti della amministrazione, facciano carico con rigore, finalmente con rigore, agli stessi Zingari di organizzarsi, darsi delle rappresentanze, indicare alle istituzioni interlocutori certi. E interlocutori Zingari. In un quadro normativo, legale, teso più alla responsabilità che alla carità e al paternalismo. Convivere significa, ed è possibile, se si fissano norme di convivenza.
Anche se c'è chi potrà dispiacersene; anche se c'è chi - puntualmente non Zingaro - potrà magari rimetterci.
La città chieda agli zingari interlocutori certi, eletti secondo criteri certi e noti. La città chieda agli Zingari una assunzione di responsabilità da rispettare.
Rispetto, tolleranza non esistono senza rigore.
Si dirà: ma gli Zingari non sanno organizzarsi, e vanno aiutati... Il razzismo è questo; ma soprattutto, è stato loro mai chiesto nulla del genere?
Buona Amministrazione deve significare anche fantasia e intelligenza, e non soltanto budget, microprogetti, denaro, carità.
Un popolo, una nazione antica, che ha saputo mantenere la sua identità nonostante genocidi e costanti esclusioni, ma che pure esprime professori universitari e professionisti di vaglia, ha dentro di sé risorse grandi, nonostante non si vogliano vedere e mostrare.
Appuntamento al prossimo piccolo schiantato dal freddo, nel 5. paese del mondo.