TRANSNATIONAL FAX #31
Bollettino di informazione e di azione sulle campagne del Partito radicale transnazionale
Numero 31 del 10 Febbario 1999
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* Redazione: Mihai Romanciuc, Via di Torre Argentina 76, 00186 Roma (IT)
Tel : +39-06-689.791
Fax : +39-06-6880.53.96
Mailto: radical.party@agora.stm.it
Url : http://www.radicalparty.org
Telnet: agora.stm.it
* Impaginazione e Distribuzione: Alberto Novi(BE)
* Pubblicato in: inglese, italiano, francese, russo e spagnolo.
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In questo numero:
- Kosovo: consegnato l'appello per l'incriminazione di Milosevic
- Macedonia: liberati gli esponenti albanesi membri del PR
Lunedí 1 febbraio abbiamo consegnato le oltre 100.000 firme raccolte in calce all'appello internazionale che richiede l'incriminazione di Slobodan Milosevic (vedi articoli che seguono). Il 6 febbraio sono iniziati a Rambouillet, sotto la guida di Francia e Gran Bretagna, i cosiddetti negoziati per la pace in Kosovo. La Conferenza di Rambouillet vedrà, ancora una volta, Milosevic come uno degli attori coinvolti nella soluzione di una guerra che egli stesso ha iniziiato un anno fa.
Dall'agosto scorso abbiamo intesificato i nostri sforzi per sottolineare il fatto che Milosevic è il problema, e che non ci potrà mai essere pace nei Balcani finché il mandante Milosevic non sarà assicurato alla giustizia internazionale per i crimini commessi in tutta la ex-Yugoslavia. La consegna delle prime 100.000 firme è stata la prima tappa che deve essere seguita da altre iniziative. La campagna non è finita. Il nostro appello puo' essere ancora firmato sul nostro sito web www.radicalparty.org oppure richiesto via fax, chiamando lo 06.689.791.
Per rafforzare questa campagna politica, stiamo anche finalizzando altre iniziative volte a dimostrare le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, le norme che regolano i conflitti, e l'applicabilità delle giurisdizione del Tribunale dell'Aia in tutta la regione.
Non vogliamo un'altra Dayton, dobbiamo imparare da quanto successo in Bosnia. Dobbiamo fermare Milosevic prima che sia troppo tardi, Fermiamolo con una firma!
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IL PARTITO RADICALE CONSEGNA LE PRIME 100.000 FIRME PER L'INCRIMINAZIONE DI MILOSEVIC AL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE PER L'EX-JUGOSLAVIA.
IL VICEPROCURATORE DEL TRIBUNALE CHIEDE AL PARTITO RADICALE DI FAR PRESSIONE SUGLI STATI PERCHE' CONSEGNINO AL TRIBUNALE LE PROVE IN LORO POSSESSO.
L'Aia - 1 febbraio 1999 - Una delegazione del Partito Radicale guidata dal segretario del partito, l'eurodeputato Olivier Dupuis, e composta da Marino Busdachin, Paolo Pietrosanti, Mariano Giustino, Afrim Gjonpalaj e Paolo Atzori ha consegnato oggi al Viceprocuratore del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia Graham Blewitt oltre 100.000 firme di cittadini e personalità della cultura e della politica per l'incriminazione immediata del presidente jugoslavo Milosevic per crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Tra le 100.000 firme, mille sono di parlamentari e vip che hanno sostenuto l'appello del Partito Radicale, tra cui il Ministro dell'Interno italiano Rosa Russo Jervolino, il premier albanese Pandeli Majko, gli ex primi ministri Michel Rocard, Wilfried Martens, Leo Tindemans, gli eurodeputati Otto d'Asburgo, Antoinette Spaak, il premio nobel John Polany, le attrici Isabelle Adjani e Bianca Jagger, lo scrittore Andrè Gluksmann, Nino Manfredi, Milva, Vladimir Bukovskij, Ismail Kadare. Fra i politici italiani Marco Pannella, Antonio Di Pietro, Umberto Bossi, Achille Occhetto, Pierferdinando Casini.
Ricevendo la delegazione del Partito Radicale, il Viceprocuratore Blewitt l'ha invitata davanti ai giornalisti presenti a "far pressione sugli stati che detengono le prove perché collaborino pienamente col Tribunale Penale Internazionale".
Chi fosse interssato all'acquisto delle riprese dell'evento può rivolgersi a: RAI TRADE, Via Novaro, 18, Roma - tel. 06-37.49.82.39 - Fax: 06-37.49.82.20
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DICHIARAZIONE DI GRAHAM BLEWITT, VICE-PROCURATORE DEL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE PER I CRIMINI COMMESSI NELLA EX-YUGOSLAVIA
L'Aia, 1 febbraio 1999
Il vice Procuratore Graham Blewitt nel ringraziare la delegazione dei rappresentanti del Parlamento europeo per il loro interesse nel Tribunale e per il fatto di riconoscerne la possibilita' di fare giustizia ha rilasciato la seguente dichiarazione:
Nel ricevere oggi questa petizione, l'ufficio del Procuratore vuole sottolineare che questo atto non costituisce un allontamento dalla normale procedura dell'ufficio stesso circa la presa di posizione pubblica su specifici casi, sulla loro natura o portata ovvero la pubblicizzazione di una loro esistenza. Detto questo, la messa sotto accusa di individui da parte del Procuratore puo' avvenire solo quando il Procuratore sara' in possesso di prove sufficienti per stabilire la colpevolezza dell'accusato. Notize dei media e petizioni non costituiscono prova.
Credo che sia appropriato per me dire ai rappresentanti del Parlamento europeo, che oggi consegnano questa petizione, che il Tribunale deve essere assistito con azioni tese a facilitare la consegna di prove rilevanti da parte degli Stati membri dell'Unione sui crimin che riguradano la sua giurisdizione. Senza prove, non sara' altrimenti possibile incriminare nessuno.
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MACEDONIA: LIBERAZIONE DEI SINDACI DI GOSTIVAR E DI TETOVO
Il Presidente della Repubblica di Macedonia, Kiro Gligorov, ha firmato il 7 febbraio la legge di amnistia adottata dal Parlamento macedone a fine dicembre, rendendo cosí possibile la liberazione di quattro dirigenti politici della minoranza albanese di Macedonia i signori Osmani, Demiri, Besheti e Dauti. Il Parlamento europeo aveva adottato a larghissima maggioranza, durante la sessione plenaria di dicembre, una risoluzione che chiedeva alle autorità macedoni di affrontare e risolevere la questione dell'incarcerazione dei sindaci e dei Presidenti dei Consigli Municipali di Tetovo e di Gostivar.
Dichiarazione di Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale e deputato europeo.
"La firma da parte del Presidente Gligorov della legge di amnistia adottata qualche settimana fa dal Parlamento macedone in favore dei sindaci e dirigenti politici della minoranza albanese di Macedonia Osmani, Demiri, Besheti e Dauti è evidentemente una buona notizia per i dirigenti del PDA, tutti membri del Partito Radicale Transnazionale, ma anche per l'intera popolazione macedone che vede in questo modo concretizzarsi la volontà espressa dalla nuova maggioranza governativa di affrontare pragmaticamente e senza tabu la questione della convivenza interetnica. La questione è ora di vedere se l'Unione europea saprà mostrarsi altrettanto concreta procedendo senza indugi ad un rafforzamento tanto qualitativo che quantitativo delle sue relazioni con la Repubblica di Macedonia, anche manifestando alle autorità macedoni che una domanda di adesione della Macedonia all'Unione europea non potrebbe non essere studiata con la più grande serietà da parte dell'Unione."