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Partito Radicale Centro Radicale - 18 febbraio 1999
NPWJ/PR/Kossovo: rapporto sulla colpevolezza di Milosevic

KOSSOVO: LE PROVE DELLA COLPEVOLEZZA DIRETTA DI MILOSEVIC NEI CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L'UMANITA' COMMESSI NEL 1998.

PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO SULLE RESPONSABILITA' DEL REGIME DI BELGRADO AL RAPPRESENTANTE SPECIALE DELL'UNIONE EUROPEA PER IL KOSSOVO, WOLFGANG PETRICH.

Dossier per la Stampa

Rambouillet, 18 febbraio 1999

Le conclusioni del rapporto "No Peace Without Justice" sono chiarissime: esse stabiliscono la responsabilità penale individuale del Presidente Milosevic nel quadro della campagna di gravi violazioni dei diritti umani condotta in Kossovo dalle forze del Ministero degli Interni Serbo e dall' Esercito Federale nel 1998.

Un gruppo di esperti di NPWJ, composto da ex collaboratori del Tribunale internazionale per la Jugoslavia con una vasta esperienza in materia, ha condotto indagini nella ex Jugoslavia completando le proprie ricerche a Bruxelles, Washington, New York.

Il rapporto dimostra l'esistenza di una campagna organizzata dalle strutture statali della Repubblica Federativa di Jugoslavia che ha determinato una sistematica violazione del diritto umanitario internazionale e sottolinea la necessità di stabilire responsabilità penali individuali di coloro, all'interno della gerarchia politica e militare della Repubblica Federativa di Jugoslavia che hanno pianificato, ordinato ed eseguito la campagna di violenza e terrore in Kossovo.

Qualsiasi accordo raggiunto a Rambouillet, non soddisferà l'obiettivo della pace e della riconciliazione se non prevederà clausole che assicurano l'accesso del Procuratore del Tribunale Internazionale in Kossovo e l'obbligo della Repubblica Federale Iugoslava di fornire piena collaborazione. Inoltre tutti gli Stati devono adempiere al loro dovere di assistenza al Tribunale Internazionale fornendo al procuratore informazioni di ogni tipo che possano essere richieste per condurre appieno le indagini in Kossovo e portare in giudizio i responsabili delle atrocità che sono state commesse. Se i responsabili non saranno giudicati per le loro azioni criminali, non ci puó essere pace nel Kosovo, né ora, né nei prossimi anni.

Mentre il regime di Belgrado negava accesso al territorio Jugoslavo al Procuratore del Tribunale dell'Aia, il team di Non C'è Pace Senza Giustizia si è recato in Kossovo ed in altre località jugoslave, in Macedonia ed in Albania, ad ottobre e a novembre del 1998 per condurre le ricerche sul campo necessarie alla compilazione di questo rapporto. Sono stati incontrati e intervistati i membri di diverse organizzazioni, giornalisti e ONG del luogo, diplomatici, rappresentanti di ONG internazionali, agenzie governative internazionali e personale delle varie missioni diplomatiche di osservatori in Kossovo.

Il team ha analizzato gli eventi in Kossovo e li ha confrontati direttamente con le norme del diritto della guerra applicate dal Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia. Il rapporto stilato al termine della ricerca non rappresenta un tentativo di documentare ognuna delle violazioni di diritto internazionale umanitario commesse in Kossovo durante il conflitto. Piuttosto si concentra sulle offensive portate avanti da giugno ad ottobre 1998, per determinare se i crimini commessi fanno parte di una sistematica violazione delle norme più fondamentali del diritto internazionale che riflette decisioni al più alto livello politico a Belgrado.

Il Rapporto dimostra la piena competenza e giurisdizione del Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia sui crimini commessi in Kossovo, e sostiene la necessità di garantire al Procuratore del Tribunale libero accesso ai siti ed ai testimoni dentro e fuori dal Kossovo.

Nel determinare la giurisdizione del Tribunale, il rapporto stabilisce che esietva un "conflitto armato" durante il periodo in cui sono stati commessi gli atti in questione (giugno-ottobre 1998) e cio' rappresenta un presupposto necessario per l'applicazione delle norme di diritto internazionale umanitario che rientrano nella giurisdizione del Tribunale Internazionale. Il rapporto comunque non vuole determinare esattamente quando il conflitto armato sia iniziato e, per eccesso di cautela, evita una discussione ampia di eventi che si sono verificati nella prima metà del 1998, concentrandosi invece sulle campagne militari di luglio, agosto e settembre. Lo socpo di questa delimitazione temporale è meramente quello di assicurare l'indiscutibilità della giurisdizione del Tribunale nel periodo rilevante. Il conflitto armato in Kossovo è chiaramente continuato dopo l'Ottobre 1998 e gli avvenimenti recenti, ad esempio il massacro di numerosi kossovari a Racak e il bombardamento di città e villaggi in quella e in alt

re zone, dimostrano che le stesse tattiche continuano ad essere utlizzate dalle forze di Belgrado.

Impegnandosi in una analisi sistematica dei vari incidenti che si sono verificati nel periodo di tempo preso in esame, nel contesto dell'insieme del conflitto, il rapporto dimostra che tali eventi devono essere considerati come parte di una politica più ampia da parte delle autorità della Repubblica Federale Iugoslava. Tali autorità hanno cercato di combattere le Forze di Liberazione del Kossovo attraverso attacchi diretti alle loro basi e roccaforti, e mirando alla loro rete di supporto con la popolazione civile, attraverso una campagna tesa a terrorizzare la popolazione del Kossovo nel suo insieme.

Tale obiettivo fondamentale ha guidato tutti gli eventi verificatisi in Kossovo compresa la perpetrazione di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale da parte di personale che ha agito su mandato dei leader della Repubblica Federale Jugoslava. Il resoconto degli eventi da marzo e aprile fino all'ottobre 1998, contenute in questo rapporto, rivela l'atroce realtà di una sequenza di attacchi e operazioni conformi a una strategia che puo' essere stata pianificata e diretta solo da una potere centrale.

Dall'estate del 1998 le forze militari di polizia sono state cosi' usate per bloccare le attività delle forze di liberazione dl Kossovo - che avevano beneficiato di un ampio supporto da parte della popolazione civile - cercando di distruggere le loro basi e di minare i loro comandanti e di prevenire l'acquisto di armi e equipaggiamento e di assicurare la sottomissione dei Kossovari attraverso la paura, mezzi intimidatori e la distruzione delle loro proprietà. Tale escalation di terrore nei confronti della popolazione civile è stata il risultato di anni di intimidazioni da parte delle forze di polizia serbe in Kossovo e della violazione dei diritti umani nella provincia e costituisce un metodo operativo fuori legge durante il conflitto armato.

Le norme dello Statuto del Tribunale Internazionale discusse nel rapporto sono contenute negli articoli 3 e 5, relativi alle violazioni del diritto e delle consuetudini di guerra e di crimini contro l'umanità. In particolare, è evidenziato il fatto che molti degli attacchi da parte della polizia serba e delle forze militari in Kossovo, hanno comportato la distruzione di città e villaggi, la devastazione non giustificata da necessità militare, il bombardamento di abitazioni indifese e il saccheggio della proprietà privata. Quindi, poiché tali attacchi e incidenti dimostrano una natura diffusa o sistematica, sono anche considerati crimini contro l'umanità e costituiscono, tra l'altro, crimine di persecuzione.

Durante il conflitto nel 1998, la persecuzione del popolo Kossovaro ha preso la forma di:

1. attacchi alle città e ai villaggi abitati da civili kossovari;

2. l'uccisione e il ferimento grave di civili kossovari, comprese donne, bambini, anziani e infermi sia durante che dopo tali attacchi;

3. la selezione, detenzione e imprigionamento arbitrario degli uomini della popolazione Kossovara durante tali attacchi;

4. la coercizione, intimidazione e la minaccia della popolazione kossovara tale da far loro abbandonare le proprietà e le case;

5. distruzione arbitraria ed eccessiva di abitazioni civili e altri edifici;

6. distruzione premeditata di proprietà privata, compresi campi e bestiame; e

7. saccheggio organizzato di proprietà civili.

L'azione comune ed il coordinamento di varie forze serbe che erano presenti in Kossovo e che erano coinvolte nelle operazioni sul campo, indicano un livello sofisticato di programmazione e preparazione per la campagna militare che è stata organizzata. Di conseguenza, sarebbe stato necessario un grado considerevole di potere all'interno della gerarchia Statale. Al momento, tutto il potere all'interno della Repubblica Federale Jugoslava promana da un'unica fonte, il Presidente Slobodan Milosevic, e non puo' essere messo in dubbio che egli, sin dall'inizio, sia stato collegato all'intero corso del conflitto.

Dal 1989, il Presidente Milosevic ha controllato attentamente tutti gli aspetti della vita all'interno della Serbia e ha organizzato con cura la struttura della Repubblica, e della Repubblica Federale Jugoslava, in modo da assicurarsi il suo dominio. In qualità di capo del Consiglio Superiore di Difesa ha ordinato l'utilizzazione del VJ in Kossovo, nonostante le obiezioni del premier del Montenegro. Allo stesso tempo, ha favorito lo schieramento di un gran numero di forze di polizia, che egli è stato in grado di controllare attraverso il suo consigliere per la sicurezza nazionale e capo della sicurezza di Stato serba, Jovica Stanisic, e attraverso il capo del dipartimento serbo di pubblica sicurezza, Vladimir Djordevic. Non vi è dubbio che egli è stato ed è in contatto diretto con i comandanti di polizia e militari sul campo - Stanisic e Djordevic da una parte, e il Generale Pavkovic dell'Esercito Jugoslavo dall'altra - ed ha diretto le loro attività da Belgrado.

Lo Statuto del Tribunale Internazionale prevede due forme diverse di responsabilità superiore - agli articoli 7 (1) e 7 (2) - cui sono incorsi coloro che hanno diretto la campagna serba e controllato le forze coinvolte nella perpetrazione di crimini contro l'umanità e violazioni del diritto e delle consuetudini di guerra. Tale responsabilità dovrebbe essere posta al livello più alto di priorità investigativa per soddisfare il mandato del Tribunale Internazionale di contribuire al mantenimento della pace e alla realizzazione della riconciliazione in ex Jugoslavia.

Sarebbe del tutto artificiale sostenere che i crimini commessi nel conflitto in Kossovo senza riconoscere che l'attore principale, coinvolto a tutti i livelli nella pianificazione, ordine, istigazione e esecuzione di questi crimini, è stato infatti il Presidente della Repubblica Jugoslava.

Il Presidente Milosevic ha selezionato con cura quelle forze da usare in Kossovo e ha comunicato direttamente le sue istruzioni e aspettative ai suoi comandanti sul campo.

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L'inchiesta che è stata all'origine di questo rapporto è stata resa possibile grazie ad un generoso contributo dell'Open Society Institute.

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No Peace Without Justice è stata creata nel 1993 come campagna del Partito Radicale a favore della creazione di una giurisdizione penale internazionale indipendente, giusta e effettiva, competente per giudicare i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e i genocidi.

 
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