12/03/99
A4-0066/99
Risoluzione sulla comunicazione della Commissione relativa al "Consolidamento del partenariato UE-India" (COM(96)0275 - C4-0407/96)
Il Parlamento europeo,
- vista la comunicazione della Commissione del 26 giugno 1996 relativa al "Consolidamento del partenariato UE-India" (COM(96)0275) - C4-0407/96),
- viste le conclusioni del Consiglio, in data 6 dicembre 1996, che adottano le raccomandazioni della Commissione relative al consolidamento del partenariato UE-India,
- viste le dichiarazioni dell'Unione europea, in data 25 maggio 1998 sugli esperimenti nucleari in India(1) e in data 9 giugno 1998 sugli esperimenti nucleari in India e in Pakistan(2),
- vista la posizione comune relativa al contributo dell'Unione europea alla promozione del regime di non proliferazione e alla creazione di un clima di fiducia nell'Asia meridionale, adottata dal Consiglio il 26 ottobre 1998(3),
- vista la sua risoluzione del 14 giugno 1995 sulla comunicazione della Commissione "Verso una nuova strategia asiatica"(4),
- vista la sua risoluzione del 16 maggio 1997 sulla comunicazione della Commissione "Strategia di cooperazione per l'energia Europa/Asia"(5),
- vista la sua risoluzione del 28 maggio 1998 su "Il ruolo dell'Unione europea nel mondo: Attuazione della PESC"(6),
- vista la sua risoluzione comune del 18 giugno 1998 sui test nucleari in India e in Pakistan(7),
- vista la sua risoluzione del 19 novembre 1998 sulla Coalizione per una Nuova Agenda in materia di disarmo nucleare(8),
- vista la sua risoluzione dell'11 febbraio 1999 sulla libertà religiosa(9),
- vista la relazione della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa e i pareri della commissione per le relazioni economiche esterne e della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (A4-0066/99),
A. considerando che le relazioni che l'India e l'Unione europea intrattengono dal 1962 si basano su un impegno comune di rispetto dei valori della democrazia,
B. considerando che, dalla sua indipendenza, l'India è uno dei rari esempi di paese democratico nella regione,
C. considerando che l'India rappresenta un fattore di stabilità e di promozione dello sviluppo democratico di importanza primordiale per tutto il continente asiatico,
D. considerando che il 52% della popolazione continua a vivere con un reddito inferiore agli 81 dollari l'anno, che solo il 69% degli uomini e il 43% delle donne sa leggere e scrivere e che l'aspettativa di vita è inferiore ai 60 anni, nonostante la volontà politica dei diversi governi indiani di debellare l'estrema povertà,
E. riconoscendo che la povertà è una causa fondamentale dell'analfabetismo e delle cattive condizioni di salute,
F. sottolineando tuttavia gli enormi progressi economici compiuti dall'India negli ultimi anni, l'apertura progressiva e consistente del suo mercato e gli importanti miglioramenti del livello di vita della popolazione;
G. considerando che è necessario che l'Unione europea consolidi la sua presenza sia politica che economica e commerciale in Asia, e segnatamente nel subcontinente indiano, non da ultimo visto l'interesse strategico fondamentale che riveste per l'UE il mantenimento di relazioni pacifiche nel rapporto triangolare tra India, Pakistan e Cina, tradizionalmente caratterizzato da tensioni,
H. considerando il lavoro già compiuto in seno ad organizzazioni quali l'ASEAN e la SAARC, nonché nel quadro dell'ASEM,
I. tenendo conto della necessità di effettuare un salto qualitativo nelle relazioni dell'Unione con i paesi terzi, nel senso di partenariati contrassegnati da una concertazione continua sulle varie strategie, politica, di sicurezza, economica e ambientale considerate globalmente,
J. ricordando che la cooperazione tra l'UE e l'India, che è tra quelle che risalgono più indietro nel tempo, è stata marcata da un progresso costante e caratterizzata da tre accordi l'ultimo dei quali, entrato in vigore nel 1994, necessitava già di un aggiornamento tenuto conto delle importanti sfide che le parti in causa sono chiamate a raccogliere,
K. considerando che l'India va assumendo crescente importanza quale partner dell'UE, non da ultimo attraverso il suo ruolo in seno al G-77 e in numerosi organi multilaterali e mondiali,
segnatamente l'OMC e l'ONU (ad esempio per quanto concerne i cambiamenti climatici),
L. ricordando che i continui programmi di riforma dei successivi governi indiani, insieme alla stabilità del quadro economicononostante la crisi finanziaria nei paesi limitrofi, hanno facilitato di molto lo sviluppo del partenariato,
M. ricordando gli impegni che l'India ha contratto, nel quadro dell'Uruguay Round e dell'OMC, in materia di commercio estero,
N. sottolineando la volontà dell'Unione di fornire all'India l'assistenza tecnica necessaria al proseguimento delle ristrutturazioni e delle riforme nel settore dei servizi finanziari e delle assicurazioni, della proprietà intellettuale e della tariffazione, in vista dell'effettivo rispetto degli obblighi derivanti dall'OMC e nell'ambito di un equilibrato pacchetto di misure reciprocamente vantaggiose per UE e India nel contesto del prossimo ciclo di negoziati OMC, in particolare in materia di agricoltura, accesso al mercato e ambiente,
O. prendendo atto che l'economia e il sistema bancario indiani hanno resistito alla crisi del Sud-est asiatico meglio di quanto non abbiano fatto altri nella regione,
P. gravemente preoccupato per tutti gli atti o eventi che sembrano violare i diritti delle minoranze religiose o etniche e generare tensioni e violenza,
Q. plaudendo ai recenti colloqui fra leader indiani e pakistani,
R. prendendo atto dei progressi compiuti dal Consiglio e dalla Commissione, prima che l'India procedesse agli esperimenti nucleari, in vista di un'intensificazione della cooperazione,
soprattutto a livello dei contatti fra la troika e l'India, in seno alla Commissione mista UE-India e a livello dei gruppi di lavoro ad hoc,
S. vista la dichiarazione congiunta rilasciata alla stampa dopo l'incontro a livello di ministri tra l'India e la Troika dell'UE avvenuto il 13 novembre 1998 a New Delhi, nel cui ambito l'UE ha espresso apprezzamento per la dichiarazione sul disarmo e sul trattato per l'interdizione totale degli esperimenti nucleari (CTBT) pronunciata dal Primo Ministro indiano Vajpayee alla 53a assemblea generale dell'ONU, ed ha ricordato gli sviluppi
successivi ai test atomici indiani del maggio 1998,
T. deplorando tuttavia che l'azione comune sia tuttora la parente povera delle relazioni bilaterali che gli Stati membri sviluppano indipendentemente e auspicando vivamente di rafforzare il partenariato tra l'UE e l'India,
U. compiacendosi di conseguenza della pubblicazione, da parte dell'Unione europea, di un bilancio delle azioni bilaterali e auspicando che gli Stati membri si impegnino, tra l'altro sulla
base di tale relazione, a rafforzare considerevolmente la coesione tra le azioni che interessano l'India; sollecitandoli inoltre a dare la priorità a programmi comuni di R&S, a progetti comuni di applicazione tecnologica (in particolare nei settori ambientale e dell'energia rinnovabile) e alla promozione comune delle competenze tecniche e professionali, in particolare a vantaggio delle economie in via di sviluppo ed emergenti,
V. ritiene che un dialogo tra commissioni di esperti indiane ed europee possa facilitare la definizione delle questioni importanti e delle opzioni politiche e che, di conseguenza, debba essere promosso; ritiene altresì che la linea di bilancio Cooperazione economica con i paesi in via di sviluppo dell'Asia (B7-301) debba ricevere una nuova denominazione, che assicuri
chiaramente la base giuridica che consenta all'UE di sostenere finanziariamente tale dialogo, nonché l'organizzazione di seminari sulla sicurezza, qualora risulti opportuno,
Z. considerando che dovrebbe essere istituita un'unità stampa e informazione in seno alla delegazione della Commissione a New Delhi,
UE/India: Relazioni bilaterali istituzionali
1. ritiene che vi siano grandi possibilità per un partenariato bilaterale completo tra l'Unione europea e l'India, dati i valori democratici, il pluralismo culturale e il solido spirito
imprenditoriale di tale paese, che sono rafforzati da elezioni libere, una magistratura indipendente, una stampa libera a livello nazionale e regionale, ONG attive e una società
civile aperta e trasparente; chiede pertanto che sia instaurato un ampio dialogo che abbracci tutti gli aspetti delle relazioni bilaterali, comprese le questioni della non proliferazione delle
armi nucleari;
2. ritiene di conseguenza che l'India debba diventare un partner privilegiato dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, sia dal punto di vista politico che da quello economico;
3. invita pertanto l'Unione a fare dell'approfondimento dei suoi legami politici ed economici con l'India una priorità della politica estera e di sicurezza comune;
4. sottolinea che l'Accordo relativo al consolidamento del partenariato UE-India appartiene ad una nuova generazione di accordi che tentano di ridefinire l'azione esterna dell'Unione
europea conferendole un maggior grado di identità e di coerenza politica;
5. constata che nell'applicazione dell'Accordo il ruolo della Commissione mantiene un carattere sia politico che economico che è opportuno incoraggiare per non diminuire l'impatto dell'Unione nella sua azione esterna;
6. chiede alla Commissione di potenziare considerevolmente l'organico e le risorse finanziarie della sua delegazione a New Delhi;
7. invita di conseguenza gli Stati membri ad associare la Commissione anche al dialogo bilaterale che essi conducono in loco con le autorità indiane, una prassi già inaugurata da
taluni paesi nordici e dal Benelux;
8. invita il Consiglio e la Commissione a proporre al governo indiano l'organizzazione di un vertice annuale euro-indiano;9. riconosce che il dialogo con i parlamenti dell'Asia meridionale, tra cui quello indiano, rappresenta un complemento indispensabile per un vero partenariato, nel quale spetta al
Parlamento europeo svolgere un ruolo attivo, ma allo stato attuale non dispone di risorse sufficienti per funzionare efficacemente;
10. invita il Consiglio ad appoggiare gli sforzi dell'India in vista del proseguimento del dialogo con l'ASEAN, nonché in seno al Forum regionale dell'ASEAN; chiede inoltre che il Consiglio e la Commissione agevolino l'integrazione dell'India nel processo dell'ASEM, che potrà solo trarre beneficio dal peso che riveste la più grande democrazia e il più grande potenziale economico dell'Asia;
11. riconosce che l'India deve far fronte a gravi questioni di sicurezza e segnatamente a quella dovuta alla vicinanza con la Repubblica popolare cinese, paese che non conosce né la democrazia né lo Stato di diritto e che è dotato di un importante arsenale nucleare;
Conseguenze degli esperimenti nucleari e cooperazione nella regione
12. condanna ancora una volta gli esperimenti nucleari effettuati dall'India, come anche quelli cui ha successivamente proceduto il Pakistan, nel maggio 1998, e deplora i gravi danni
che essi hanno causato sia alla stabilità regionale che agli sforzi intrapresi a livello globale per impedire la proliferazione delle armi nucleari;
13. osserva che, effettuando tali esperimenti, l'India ha abbandonato la politica precedentemente seguita di non esercizio dell'opzione nucleare ed è convinto, d'altro canto, che tale paese possa trarre benefici considerevoli sul piano della sicurezza e dell'economia riorientando la sua politica in direzione di una ricerca risoluta della distensione regionale, di una maggiore cooperazione nel settore economico e in altri settori, a livello sia regionale che globale, e della sua integrazione nel regime internazionale di non proliferazione;
14. invita l'India a firmare e a ratificare il trattato per la proibizione completa degli esperimenti nucleari (CTBT) e il trattato di non proliferazione nucleare (TNP), a dare il proprio appoggio e il proprio contributo ai negoziati in vista di un trattato per l'interdizione della produzione di materie fissili (FMCT) e ad evitare che il materiale, le attrezzature e la tecnologia suscettibili di essere utilizzati per la produzione di armi di distruzione di massa siano esportati dall'India verso altri paesi;
15. sollecita il governo indiano ad impegnarsi a non assemblare, sviluppare ulteriormente, sperimentare né spiegare dispositivi nucleari sul proprio territorio, se vuole veramente che le cinque potenze dotate di armi nucleari quali definite dal trattato di non proliferazione avviino seri negoziati per rispettare gli impegni assunti nel 1995 nel quadro del TNP in ordine alla progressiva eliminazione di tutte le armi nucleari;16. ritiene che lo sviluppo del partenariato UE-India dipenderà dalle scelte fatte dall'India in relazione al disarmo nucleare e dall'impegno del paese nei confronti del TNP;
17. riconosce che è necessario ottenere che tutti gli Stati aderiscano ai trattati fondamentali del regime internazionale di non proliferazione nonché garantire l'applicazione effettiva di tali trattati; considera legittimo l'appello rivolto dall'India ai paesi dotati di armamenti nucleari affinché negozino il totale smantellamento delle armi nucleari e ricorda che i paesi dotati di armamenti nucleari si sono impegnati, con l'articolo VI del TNP, ad avviare negoziati sul disarmo nucleare con lo scopo ultimo di liberare il mondo dalle armi nucleari; sottolinea
tuttavia che questo impegno potrebbe essere compromesso dall'India e dal Pakistan se questi paesi continueranno a rifiutare di aderire al TNP;
18. ritiene che una vera e propria stabilità e sicurezza nella regione non possano essere attuate per mezzo della dissuasione nucleare e che esse presuppongano che sia posto termine all'attuale corsa agli armamenti, che sia adottata tutta una serie di misure costruttive intese a instaurare la fiducia, anche da parte della Cina, la cui politica in materia di armi nucleari è inquietante, e infine che l'India, il Pakistan e la Cina si impegnino fermamente a eliminare ogni potenziale minaccia nucleare nella regione e consentano la verifica del rispetto di tali impegni;
19. deplora che l'India non abbia firmato la Convenzione di Ottawa sul divieto delle mine antipersona;
20. ricorda le difficili relazioni tra il governo centrale indiano e lo Stato del Kashmir e chiede l'applicazione dell'autonomia parziale prevista all'articolo 370 della Costituzione indiana, nonché il rispetto dei diritti umani nella regione;
21. accoglie con favore e appoggia le recenti iniziative prese dai Primi ministri di India e Pakistan, in particolare la dichiarazione di Lahore del 21 febbraio 1999, per costruire sicurezza e fiducia reciproca nell'Asia meridionale e istituire un dialogo bilaterale multistrutturato al fine di affrontare tutte le questioni tra i due paesi, in particolare quelle dello Jammu e del Kashmir;
22. sottolinea l'importanza che rivestono per le due parti il proseguimento del dialogo sul disarmo, il mantenimento della pace e la limitazione della proliferazione delle armi nucleari, chimiche e biologiche e nota i passi compiuti dal governo indiano per ripristinare fiducia nella regione, in particolare il suo impegno a rinunciare a un primo attacco nucleare e la decisione di partecipare ai negoziati su un trattato relativo all'esclusione del materiale fissile (FMCT) e di mantenere rigorosi controlli sulle esportazioni di tecnologia e materiali nucleari;
23. si congratula con le autorità indiane per la politica di accoglienza dei profughi tibetani condotta negli ultimiquarant'anni;
24. incoraggia l'India a proseguire il dialogo avviato con il Pakistan e si compiace degli sforzi da essa compiuti per rafforzare la cooperazione regionale fra gli Stati membri della SAARC, in particolare gli sforzi volti a promuovere la zona di libero scambio dell'Asia del Sud, compreso il trattato di libero scambio con lo Sri Lanka;
25. esorta il governo indiano a continuare ad adoperarsi in vista di una soluzione pacifica e duratura della questione del Nagaland, garantendo alle popolazioni Naga la massima autonomia;
26. invita insistentemente l'India a moltiplicare gli sforzi per sviluppare la SAARC (cooperazione regionale) la SAFTA (zona di libero scambio) e la SAPTA (zona a scambi preferenziali);
Ambiente
27. invita le due parti a cooperare nel perseguire gli obiettivi ambientali enunciati in occasione della Conferenza di Kyoto, specie quelli relativi alla riduzione delle emissioni di
gas all'origine dell'effetto serra, nonché nei progetti intesi a preservare la biodiversità;
28. sollecita la Commissione a studiare in che modo fornire assistenza all'India nella lotta contro l'inquinamento atmosferico nelle zone urbane;
29. deplora, in un'ottica di protezione della diversità biologica e delle risorse indigene, la sottrazione di piante, sementi e colture indiane, come il riso Basmati e i prodotti della margosa (azadirachta indica), che vengono successivamente modificati e brevettati nel quadro di regimi di proprietà intellettuale occidentali, senza che i depositari locali di tali risorse genetiche vi vengano associati e diano il loro consenso, e senza alcun compenso;
30. invita il governo indiano a intensificare gli sforzi volti a tutelare i diritti fondiari delle popolazioni indigene;
31. chiede alla Commissione e all'India di portare avanti il dialogo sugli aspetti sociali e ambientali del commercio nel quadro dell'OMC e di includere il Parlamento in tale dialogo;
Democrazia e diritti umani
32. invita il Consiglio ad includere in tutte le sue relazioni bilaterali e multilaterali il dialogo sui diritti umani ed anche una cooperazione in materia, allo scopo di corroborare gli sforzi dell'India in questo campo;
33. deplora che, malgrado il carattere democratico dello Stato indiano la cui Costituzione garantisce il rispetto dei diritti umani, e malgrado le sue disposizioni di applicazione e le convenzioni internazionali da esso ratificate, sussistano preoccupanti tensioni tra religioni, tra caste e tra gruppi etnici; esorta le autorità e tutte le parti interessate adevitare azioni che possano infiammare gli animi o portare alla violenza e ad adoperarsi perché i diritti e le credenze di tutte le altre comunità siano pienamente rispettati;
34. incoraggia l'India - riconoscendo la sua totale adesione alla democrazia - a promuovere maggiormente presso i suoi cittadini i principi della democrazia e della tolleranza;
35. constata che lo scorso anno si è registrata un'escalation dei soprusi contro i cristiani a Gujarat e nei dintorni;
36. esorta l'India a compiere ogni sforzo per tutelare la pratica delle religioni e per proteggere le istituzioni religiose di qualunque confessione;
37. ritiene che i problemi connessi alla brutalità della polizia provengano in ampia misura da un retaggio istituzionale e giuridico inadeguato alla realtà odierna che andrebbe riformato quanto prima;
38. incoraggia l'India ad istituire un organismo indipendente di controllo dei corpi di polizia, nonché a ratificare senza ritardi la Convenzione che vieta la tortura;
39. esorta le autorità indiane a istituire una moratoria sulle esecuzioni capitali e il Parlamento indiano a intensificare gli sforzi in vista della definitiva abolizione della pena capitale;
40. invita il governo indiano a firmare lo statuto del Tribunale penale internazionale, adottato dalla Conferenza diplomatica di Roma il 18 luglio 1998;
41. invita il Consiglio e la Commissione ad adottare le misure necessarie per garantire il rispetto delle norme sociali fondamentali, segnatamente per quanto riguarda la lotta contro il lavoro infantile;
42. osserva che in alcune regioni dell'India sono già stati raggiunti livelli di alfabetizzazione, sanità, aspettativa di vita e benessere generale superiori alla media e insiste perché venga lanciata un'iniziativa combinata per eliminare la povertà e aumentare la qualità media della vita in tutto il paese;
43. richiama l'attenzione sulle centinaia di pescatori ancora detenuti nelle carceri del Sud-est asiatico, tra cui numerosi cittadini indiani, per aver violato confini marittimi di cui non erano neppure a conoscenza, e invita l'India a prendere l'iniziativa di negoziare con i paesi limitrofi interessati la liberazione di tutti i pescatori detenuti per violazioni involontarie, adottare misure per proteggere il diritto dei pescatori al sostentamento e contribuire a una modifica delle leggi sulla zona marittima dei vari paesi in conformità con la Convenzione dell'ONU sul diritto del mare;
44. ricorda che il diritto all'istruzione è un diritto fondamentale, riconosce gli sforzi sempre maggiori compiuti dai vari governi indiani in materia e insiste presso le autorità competenti affinché considerino prioritario tale dirittofondamentale, di modo che l'analfabetismo sia un giorno totalmente debellato in India;
45. manifesta il proprio sostegno all'apertura di istituti scolastici creati e diretti in collaborazione con le comunità locali;
46. chiede alla Commissione di incoraggiare, nell'ambito dei programmi esistenti o di nuovi programmi, l'accoglienza di studenti indiani nelle università europee;
47. riconosce che il governo indiano ha compiuto sforzi considerevoli per arginare il fenomeno del lavoro minorile, ma che le condizioni politiche ed amministrative a livello di base in varie zone fanno sì che le leggi non siano applicate e che il problema resti insoluto;
48. ritiene che l'Unione europea possa svolgere un ruolo importante nella lotta contro lo sfruttamento dei minori, in particolare aiutando le autorità indiane a creare una struttura che garantisca ai genitori un reddito minimo;
49. sollecita il governo indiano a intensificare la sua azione per arginare il fenomeno della prostituzione coatta delle ragazze provenienti da zone rurali povere e da paesi confinanti,
come il Nepal;
50. invita la Commissione a stabilire un codice di condotta aperto a tutte le imprese europee che si insediano in paesi come l'India, in base al quale i produttori si impegnano volontariamente, grazie all'incentivo di una compensazione adeguata debitamente controllata da ispettori indipendenti, a rispettare i criteri minimi di occupazione e di salario e a non assumere bambini di età inferiore a quella dell'obbligo scolastico;
51. richiama l'attenzione sugli avvertimenti secondo cui l'incentivazione degli investimenti di capitali esteri negli ultimi anni, se non accompagnata da un'adeguata legislazione nei settori dell'ambiente e del lavoro, crea le condizioni perché si verifichino disastri paragonabili all'incidente dell'Union Carbide a Bhopal;
52. invita la Commissione a fornire la migliore assistenza possibile al governo indiano nella sua lotta per far fronte alle conseguenze sia materiali che giuridiche del disastro di Bhopal, che ancora incidono pesantemente sulla vita quotidiana di circa 150.000 sopravvissuti;
53. constata che il sistema attuale di finanziamento dell'aiuto allo sviluppo non è adeguato alle necessità reali del paese e suggerisce che sia riveduto in un'ottica di diversificazione e di prospettive pluriennali, tenuto conto della capacità limitata delle comunità locali di assorbire i fondi disponibili e del carattere evolutivo delle loro esigenze, e che adotti un approccio più aperto nei confronti della società civile;
Altri aspetti del partenariato54. ritiene che la scolarizzazione delle ragazze rivesta un'importanza cruciale perché i fatti dimostrano che le donne istruite corrono minori rischi di mortalità materna e infantile;
55. approva gli sforzi della Commissione intesi a migliorare la condizione femminile, segnatamente favorendo l'accesso delle ragazze all'istruzione e alle prestazioni sanitarie fondamentali di cui la Commissione finanzia in parte la riforma, affinché le disuguaglianze secolari non rappresentino più una triste realtà;
56. riconosce l'importanza decisiva dell'iniziativa economica delle donne nella vita delle numerose comunità locali ed approva l'intenzione del nuovo governo di applicare la regola che prevede l'assegnazione alle donne del 33% dei seggi nelle assemblee nazionali e locali;
57. ricorda che l'educazione sanitaria, le misure di controllo delle nascite indesiderate e il decentramento delle prestazioni sanitarie costituiscono programmi governativi di importanza fondamentale per la popolazione indiana rurale e invita la Commissione a destinare a tali iniziative una percentuale maggiore di aiuto allo sviluppo;
58. riconosce il lavoro compiuto dalla Commissione in materia di lotta contro l'AIDS e la incoraggia a intensificarla;
59. prende atto degli sforzi compiuti dalle due parti per risolvere il problema della libertà di movimento delle persone, ma auspica un maggiore impegno a favore dei cittadini europei in difficoltà in India, che non sembrano beneficiare né di consigli giuridici appropriati né di un fondo che li aiuti a pagare le prestazioni di un avvocato se si trovano in carcere; suggerisce che gli Stati membri razionalizzino i loro servizi consolari rispettivi, raggruppandoli in un luogo centrale sotto l'egida dell'Unione;
60. deplora, a tale riguardo, il quasi monopolio detenuto dalle università statunitensi e dalle imprese ad alta tecnologia per quanto concerne l'assunzione e la collaborazione con esperti scientifici e tecnici indiani e invita la Commissione, nel quadro del partenariato UE-India, a promuovere un miglioramento dei contatti tra le università dell'Unione e le imprese ad alta tecnologia con le loro omologhe indiane;
61. riconosce che l'India, essendo situata geograficamente tra i due principali produttori di oppio illecito del mondo, la Birmania e l'Afghanistan, è diventata una terra di transito per il traffico della droga; invita pertanto l'UE e l'India ad utilizzare le loro competenze riconosciute nel settore della tecnologia informatica e spaziale in uno sforzo comune di lotta contro questo traffico illecito e contro il riciclaggio di denaro sporco;
62. sollecita l'Agenzia spaziale europea (ASE), in questo contesto, a portare avanti le discussioni con l'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO) nella prospettiva di
una collaborazione nell'applicazione della tecnologia spaziale, in particolare, ai fini della protezione dell'ambiente e dellosviluppo delle risorse naturali in tutto il mondo in via di
sviluppo;
63. incoraggia la Commissione a sviluppare il dialogo già avviato con la società civile in India, in particolare con i rappresentanti dei panchayat e delle ONG; deplora tuttavia che, per volontà degli Stati membri, molti progetti siano stati ridotti al solo aspetto economico;
64. deplora il fatto che, nonostante gli sforzi compiuti per promuovere la comprensione reciproca e facilitare il commercio e gli investimenti, sussistano ancora ostacoli non tariffari
che continuano ad ostacolare l'accesso al mercato indiano dei prodotti comunitari, in particolare dei prodotti tessili e dell'abbigliamento;
11165. approva le molteplici iniziative della Commissione intese a sviluppare le reti di informazione, di cooperazione e di scambi tra le imprese indiane e quelle europee, ritiene tuttavia che si debbano compiere maggiori sforzi per sviluppare la sostenibilità sociale ed economica e sottolinea la necessità di menzionare gli obiettivi sociali;
66. ricorda che il successo di tali iniziative non può che facilitare lo sviluppo auspicato della cooperazione industriale e commerciale tra l'India e l'Unione, nonché appianare le difficoltà che sussistono nel settore tessile, degli antibiotici e dei prodotti metallurgici;
67. si compiace della conclusione dell'accordo sull'abolizione graduale delle barriere tariffarie;
68. sottolinea infine l'importanza di una cooperazione continua tra le due parti nel quadro del programma di ricerca e sviluppo tecnologico e invita insistentemente la Commissione a presentare un elenco di progetti prioritari non ancora coperti dal programma, in particolare in settori quali la ricerca nei settori dell'alta tecnologia dell'informazione, le telecomunicazioni, l'ambiente, l'energia, la medicina e la biotecnologia, in cui potrebbero integrare programmi UE già esistenti;
69. auspica di potersi associare alla revisione dell'Accordo relativo al consolidamento del partenariato, cui si dovrebbe procedere cinque anni dopo la sua applicazione, come pure a qualsiasi forma o meccanismo di consultazione tra il governo dell'India e la Commissione
europea;
70. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché ai governi degli Stati membri, al governo e al parlamento indiani e alla
SAARC.