Situazione in Kosovo
B4-0377, 0379, 0385, 0386 e 0402/99
Risoluzione sulla situazione in Kosovo
Il Parlamento europeo,
-viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Kosovo e nella ex Iugoslavia,
-viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1160 (1998), 1199 (1998) e 1203 (1998),
A.profondamente scosso per la crescente brutalità del processo di pulizia etnica in Kosovo e per la tragedia umanitaria che si sta svolgendo nella regione a seguito di questi avvenimenti,
B.considerando che l'offensiva condotta dai serbi per intimidire e aggredire la popolazione albanese del Kosovo si è ulteriormente intensificata negli ultimi mesi, culminando nella distruzione di numerosi villaggi e nell'esodo in condizioni spaventose di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini nei paesi confinanti;
C.sottolineando che questa brutale aggressione da parte delle autorità serbe e iugoslave non soltanto ha prodotto una delle più gravi tragedie umanitarie verificatesi in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale, ma ha anche gravemente destabilizzato la situazione dell'intera regione dei Balcani meridionali,
D.rilevando che il rapido aumento della violenza e delle violazioni dei diritti dell'uomo è da considerarsi un'aggressione premeditata da parte del Presidente Milosevic e delle autorità serbe e iugoslave per distruggere l'identità collettiva del popolo kosovaro,
E.sottolineando che il rifiuto del Presidente Milosevic di accettare una soluzione pacifica e negoziata al barbarico conflitto in Kosovo, la persistente aggressione contro il popolo kosovaro e l'ulteriore aumento della catastrofe umana nella regione hanno reso inevitabile per la NATO la decisione di dare inizio all'intervento delle forze alleate contro obiettivi militari nella Repubblica federale di Iugoslavia,
F.considerando che la NATO, in seguito a unanime decisione dei suoi Stati membri, ha deciso di attuare un'azione militare limitata contro le forze dell'RFI al fine di ottenere da parte di quest'ultima il rispetto degli accordi precedenti e l'accettazione dei principi stabiliti nella bozza di accordodi Rambouillet,
G.rilevando con profondo rammarico che, nonostante gli sforzi della NATO per limitare perdite tra la popolazione, i raids aerei degli alleati contro obiettivi militari nella Repubblica federale di Iugoslavia hanno provocato anche numerose vittime fra la popolazione civile,
H.deplorando il fatto che le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza non hanno potuto partecipare appieno alla decisione di costringere il Presidente Milosevic ad accettare una soluzione negoziale del conflitto in Kosovo, in quanto due membri permanenti del Consiglio di sicurezza hanno impedito al Consiglio di sicurezza di far prevalere l'autorità delle Nazioni Unite, attuandone le risoluzioni,
I.considerando che sia per l'UE che per la NATO ha grande importanza mantenere a lungo termine relazioni stabili e produttive con la Federazione russa; che tuttavia non si può consentire che la necessità di tali relazioni impedisca all'UE e alla NATO di intervenire di fronte al genocidio e alla destabilizzazione in una regione già in subbuglio,
J.sottolineando che il rafforzamento delle norme internazionali in materia di diritti dell'uomo dovrebbe avere la precedenza sulle preoccupazioni di sovranità nazionale,
K.considerando che una maggiore cooperazione ed una ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri dell'Unione europea è assolutamente necessaria considerata la grave crisi determinata dai profughi in Kosovo, in Montenegro, nella ex Repubblica iugoslava di Macedonia e in Albania,
L.sottolineando inoltre che si dovrebbe prioritariamente tendere ad aiutare le persone nella regione, offrendo un riparo, cibo e medicine, per consentire un rapido rimpatrio non appena il conflitto sarà finito, ma che come misura temporanea ed eccezionale anche gli Stati membri dell'Unione dovrebbero farsene carico,
M.considerando che diventa sempre più evidente la necessità di un approccio globale per la zona, al fine di affrontare approfonditamente tutti i problemi dei paesi dell'Europa sudorientale e conseguire un'autentica stabilizzazione della regione,
N.esprimendo profonda preoccupazione per la situazione nella Repubblica Srpska, in cui i nuovi sviluppi mettono seriamente in pericolo i fragili accordi di Dayton,
O.considerando che le popolazioni del Kosovo, della Serbia e del Montenegro sono vittime di una politica criminale perseguita e attuata dal presidente Milosevic e dal suo regime,
1. condanna fermamente la deliberata e massiccia politica di pulizia etnica e di brutale distruzione di vite umane e di proprietà perpetrate dall'esercito serbo e iugoslavo e dalleforze paramilitari in Kosovo;
2. riconosce che in seguito al fallimento dei colloqui di Rambouillet e all'assenza di risultati degli ulteriori sforzi di mediazione l'azione militare contro le forze della RFI è divenuta inevitabile;
3. chiede alle autorità serbe e iugoslave di attuare immediatamente e appieno le disposizioni delle risoluzioni 1160, 1199 e 1203 (1998) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di:
-ritirare l'esercito serbo e iugoslavo dal Kosovo e porre fine al processo di pulizia etnica e alla brutale distruzione di vite umane e proprietà;
-creare le condizioni affinché i profughi possano ritornare in piena sicurezza a casa propria;
-acconsentire al dispiegamento di una forza internazionale di sicurezza e
-creare le condizioni per una soluzione politica al conflitto in Kosovo;
4. esprime il convincimento che una soluzione politica duratura debba basarsi su un'autonomia sostanziale del Kosovo, garantita a livello internazionale, all'interno degli attuali confini della Federazione iugoslava;
5. accoglie l'iniziativa avviata dal Segretario generale dell'ONU, Kofi Annan di assumere un ruolo di mediazione per porre termine al conflitto;
6. sollecita il Consiglio ad adoperarsi al massimo per associare il Consiglio di sicurezza dell'ONU e la Presidenza dell'OSCE alle iniziative volte a far fronte all'emergenza umanitaria e ad organizzare l'invio di una forza multinazionale terrestre dotata di mandato, che abbia il compito di ripristinare e far rispettare la pace, consentendo così il rientro dei profughi in tutto il Kosovo;
7. sollecita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a rivolgersi al Consiglio di sicurezza a nome dell'Unione europea, di stretto concerto con la Russia e con gli Stati Uniti, per invitarlo ad instaurare "una zona umanitaria protetta" che copra tutto il Kososvo;
8. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a svolgere un ruolo prominente nell'assistenza agli Stati e regioni limitrofi in cui i profughi hanno trovato rifugio, nonché nell'aiuto agli stessi profughi, in base alle dimensioni e alle possibilità economiche degli Stati membri;
9. chiede al Consiglio di garantire un miglior coordinamento dell'azione umanitaria con le altre agenzie internazionali, per incrementare gli aiuti ai profughi nella zona; chiede al Consiglio e agli Stati membri di assumersi le lororesponsabilità e di dimostrarsi all'altezza della generosità manifestata dai cittadini europei che, a decine di migliaia, sono pronti ad accogliere presso di sé dei rifugiati kosovari, in attesa che vengano soddisfatte le condizioni per un loro ritorno in Kosovo;
10. sottolinea tuttavia che nessun profugo sarà evacuato dalla regione se non su base volontaria;
11. si compiace della decisione presa recentemente dalla Commissione di sbloccare 250 milioni di euro per venire in soccorso delle popolazioni kosovare deportate nonché dei paesi frontalieri principalmente interessati dalla politica di deportazione massiccia e invita la Commissione e il Consiglio ad agire di stretto concerto con il Parlamento europeo in quanto parte dell'autorità di bilancio dell'Unione;
12. sollecita i governi degli Stati membri a concordare e ad adottare senza ulteriori ritardi le proposte di azioni comuni dell'UE sulla protezione temporanea degli sfollati e sulla solidarietà, in modo da fornire tutela immediata ai profughi del Kosovo nell'ambito dell'UE;
13. chiede alla Commissione, al Consiglio e agli Stati membri di prendere, di concerto con gli USA e la Russia, un'importante iniziativa con una strategia comune decisa dal Consiglio per i Balcani meridionali, volta alla ricostruzione economica e sociale della regione e ribadisce che l'Europa sud-orientale ha bisogno di un patto di stabilità che consenta un processo di stabilizzazione politica ed economica a lungo termine nell'ambito di nuove relazioni con l'Unione europea;
14. considera che la pace e la stabilità dell'insieme della regione rendano necessaria l'instaurazione della democrazia e dello stato di diritto in Iugoslavia ed invita di conseguenza il Consiglio e la Commissione a moltiplicare le iniziative di informazione all'indirizzo delle popolazioni di Serbia e Montenegro, in particolare mediante trasmissioni in lingua serba;
15. chiede alle autorità di Belgrado di garantire le piena libertà di movimento del dottor Ibrahim Rugova, detentore del premio Sakharov del Parlamento europeo, e lo invita a venire ad esprimersi dinanzi alla sua commissione per gli affari esteri;
16. invita il Consiglio a intensificare e potenziare le sue relazioni con il governo del Montenegro, che ha svolto un ruolo determinante per impedire l'ulteriore allargamento del conflitto;
17. invita il Consiglio e gli Stati membri ad intraprendere un'importante iniziativa per riformare le Nazioni Unite allo scopo di potenziarne la capacità di essere pienamente partecipi alle attività volte all'instaurazione e al mantenimento della pace nonché a potenziare la politica estera e di sicurezza comune per creare la capacità di instaurazione e mantenimento della pace dell'Unione;18. chiede che il presidente Milosevic e gli altri responsabili di crimini di guerra e di azioni di pulizia etnica siano tradotti dinanzi al Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia e ribadisce la sua domanda agli Stati che sono in possesso di prove relative alla loro responsabilità penale e politica nei crimini commessi in Croazia, Bosnia e Kosovo perché le trasmettano immediatamente a detto Tribunale; lancia un appello affinché il lavoro di ricerca di testimonianze e di prove relative alle esazioni commesse venga svolto anche da organizzazioni non governative che dispongono delle competenze necessarie;
19. chiede la ratifica dello statuto di un tribunale penale internazionale quale strumento atto a prevenire futuri crimini di guerra;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla NATO, alle Nazioni Unite, al Presidente Milosevic, ai governi e ai parlamenti di Albania, della ex Repubblica iugoslava di Macedonia, della Repubblica federale di Iugoslavia, del Montenegro e della Serbia nonché al signor Ibrahim Rugova.