COMMISSIONE SUI DIRITTI UMANI. PENA DI MORTE: L'UNIONE EUROPEA SI UNISCE, MA PER FARE UN PASSO INDIETRO. LA RISOLUZIONE PROPOSTA DAI 15 ESCLUDE OGNI RIFERIMENTO ALLA PROPOSTA PER LA MORATORIA DELLE ESECUZIONI CAPITALI ALL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU DEL 1999.
Ginevra, 20 aprile 1999. Appare oramai chiaro che la proposta di Risoluzione che la Unione Europea intende sottoporre al voto della Commissione sui Diritti Umani dell'ONU rappresenti un significativo passo indietro rispetto alle risoluzioni adottate nel 97 e 98. Anche nella risoluzione del 99 non viene negata la leggitimità della pena di morte.
Dopo due anni in cui la Commissione sui Diritti Umani ha condotto passi avanti sostanziali verso l'adozione di una Moratoria Universale delle esecuzioni e la abolizione della pena di morte nel mondo, la proposta avanzata congiuntamente dai Quindici della UE sorprendentemente non fa menzione della richiesta di adozione della moratoria da parte della Sessione 1999 della Assemblea Generale dell'ONU, che potrebbe disporre del sostegno di almeno 100 paesi.
Difatti sono oltre 100 i paesi membri dell'ONU contrari alla pena di morte, o hanno di già stabilito una moratoria delle esecuzioni in considerazione anche degli organismi dell'ONU quali i tribunali per la ex Jugoslavia e il Ruanda i cui Statuti escludono esplicitamente la pena di morte, e lo stesso prevede lo Statuto della Corte Penale Internazionale .
Per la prima volta l'Unione Europea in quanto tale che propone una Risoluzione in materia. A queste condizioni l'assenza di qualsiasi passo avanti significa un grosso passo indietro. Senza una proposta diretta all'Assemblea Generale la risoluzione della Commissione sui diritti umani rischia di essere solo un alibi per evitare che l'Assemblea Generale decida.
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