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Stanzani Sergio, Calderisi Giuseppe, Negri Giovanni - 30 novembre 1988
Cittadini d'Europa
Dichiarazione di Sergio Stanzani, Primo segretario del PR

SOMMARIO: Le dichiarazioni del Primo segretario del Pr Stanzani, del presidente del gruppo federalista europeo Calderisi alla Camera e dell'eurodeputato Negri in merito all'approvazione da parte della Camera della legge per il riconoscimento del diritto all'elettorato passivo, nelle elezioni europee, per tutti i cittadini dei paesi della Comunità europea.

(Notizie Radicali n· 262 del 30 novembre 1988)

Il riconoscimento del diritto di ogni cittadino di uno dei 12 paesi della Comunità europea di presentarsi candidato in Italia per le elezioni del Parlamento europeo del prossimo anno costituisce un passo di grande importanza sul percorso verso l'unità politica della Comunità.

Di questo risultato va dato atto alle forze politiche che tutte vi hanno positivamente concorso, a dimostrazione di quella particolare sintonia che le unisce nel confronto in atto per l'Europa e che nella candidatura di Pannella aveva trovato in Parlamento un'altra significativa verifica.

Ci auguriamo che il Senato provveda con doverosa sollecitudine a rendere definitivo questo provvedimento.

LA DICHIARAZIONE DI Giuseppe Calderisi

L'approvazione della legge Martinazzoli firmata da tutti i capigruppo rappresenta un atto politico di grande rilievo, che non esitiamo a definire storico.

Questo provvedimento rappresenta un piccolo ma concreto passo per la costruzione dell'Europa politica. In questa direzione il nostro paese può e deve svolgere un ruolo trainante, un ruolo reso possibile dalla comune matrice europeista delle forze politiche italiane grazie all'opera svolta da uomini come Rossi, Spinelli, De Gasperi. Un ruolo trainante che è indispensabile per controbilanciare l'azione di freno esercitata da paesi come l'Inghilterra, e per evitare che il '92 rappresenti un fatto solo mercantile ben lontano dall'Europa dei cittadini.

Occorre ora che il provvedimento sia subito approvato anche dal Senato insieme all'altro relativo al referendum per conferire poteri costituenti al parlamento europeo che sarà eletto nel 1989. L'esempio del nostro paese potrebbe così essere seguito da altri e rappresentare un salto di qualità senza precedenti nel processo di integrazione dei popoli europei.

LA DICHIARAZIONE DI Giovanni Negri

L'atto compiuto oggi dalla Camera italiana può avere un valore storico. Approvata dal Parlamento europeo il 16 settembre scorso, con una maggioranza di 303 deputati su 518, su impulso radicale, la proposta di istituire il diritto di candidatura di ciascun europeo in tutti i paesi della Comunità, fin dalle prossime elezioni europee, è stata oggi approvata anche dalla Camera italiana.

Gli europarlamentari radicali rilanceranno ora la proposta sia negli altri undici parlamenti nazionali dei paesi Cee che in occasione dei prossimi vertici europei, a cominciare da quello di Rodi. Ma se la strada degli Stati Uniti d'Europa è fatta di piccoli passi, oggi ne è stata compiuto uno di rilievo: il diritto di candidatura in Italia, già alle prossime europee, anche di cittadini degli altri paesi del continente, è un fatto ben più che emblematico. E' una vittoria del progetto di integrazione politica.

 
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