B4-0443, 0444, 0445, 0454 e 0485/99
Risoluzione sul Kosovo
Il Parlamento europeo,
-viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Kosovo e nella ex Iugoslavia, in particolare la sua risoluzione del 15 aprile 1999 (1),
-visti l'esito della riunione informale dei Capi di Stato o di governo del 14 aprile 1999 e le conclusioni della riunione del Consiglio Affari generali del 26 e 27 aprile 1999,
-viste le risoluzioni nn. 1160 (1998), 1199 (1998) e 1203 (1998) del Consiglio di Sicurezza dell'ONU,
A.considerando che la violenza contro gli Albanesi in Kosovo è andata continuamente aumentando, in particolare dal febbraio 1998, e che la NATO ha reagito con attacchi aerei contro obiettivi militari nell'ex Repubblica di Jugoslavia, dal 24 marzo 1999, dopo che tutti gli sforzi diplomatici per porre fine al conflitto erano falliti,
B.profondamente turbato dalla sempre maggiore brutalità del processo di pulizia etnica nel Kosovo e dalla sempre più grave tragedia umanitaria che sta avendo luogo nella regione come conseguenza di tale processo,
C.profondamente turbato dalle sempre più frequenti notizie circa l'intensità degli atti di violenza e delle atrocità perpetrate nel quadro di tale processo, soprattutto per le notizie di esecuzioni sommarie di massa e individuali in tutto il Kosovo e non da ultimo per le notizie di stupri tanto organizzati che sporadici di donne di etnia albanese da parte delle forze di sicurezza e di forze paramilitari serbe,
D.rilevando con la massima preoccupazione il persistente rifiuto da parte del Presidente Milo&scaronevi&cacute e delle autorità serbe e iugoslave di accettare una soluzione pacifica e negoziata al barbaro conflitto nel Kosovo,
E.plaudendo pertanto agli sforzi determinati della comunità internazionale volti a mettere fine all'aggressione condotta dal regime di Belgrado contro la popolazione del Kosovo,
F.osservando con grande rammarico che, nonostante gli sforzi della NATO volti a limitare le vittime tra la popolazione civile, le sue incursioni aeree contro obiettivi militari nella Repubblica federale di Iugoslavia hanno anche mietuto una serie di vittime tra la popolazione civile,
G.esprimendo il suo massimo rammarico per il fatto che la politica, ormai di lunga data, di nazionalismo estremo portata avanti dal Presidente Milo&scaronevi&cacute abbia causato grandi sofferenze alla popolazione dei Balcani meridionali, compresa la gente del suo stesso paese,
H.considerando che i diritti politici e civili della popolazione serba sono stati sempre più limitati nel corso degli ultimi anni e sono ora praticamente inesistenti in base all'attuale regime di legge marziale,
I.considerando che le misure contro la Serbia danneggiano anche l'economia del Montenegro e degli Stati confinanti (Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Romania),
J.deplorando le crescenti minacce che incombono sulla società multietnica di Montenegro, Sandjak e Vojvodina,
K.considerando che la situazione dei deportati rifugiatisi fuori del Kosovo continua ad essere preoccupante malgrado l'impegno delle organizzazioni internazionali, dell'Unione europea, degli Stati membri e delle ONG, e che diverse centinaia di migliaia di persone deportate sono tuttora bloccate all'interno del territorio del Kosovo sotto la costante minaccia di aggressioni da parte dell'esercito o delle milizie serbi e si trovano in condizioni sanitarie estremamente preoccupanti,
L.sottolineando che l'UNHCR ha chiesto che, quale misura straordinaria e temporanea, un maggior numero di profughi venga accolto e assistito negli Stati membri dell'Unione,
M.considerando che, alla luce dell'acutizzarsi della crisi dei profughi, è imperativo rafforzare la cooperazione e la ripartizione dell'onere tra gli Stati membri dell'Unione europea,
N.sottolineando che occorre dare priorità alla necessità di iniziative politiche a lungo termine per tutto l'insieme dei Balcani meridionali, inclusa una più stretta cooperazione tra i paesi della regione e l'Unione europea; prendendo atto a questo proposito delle proposte di concludere accordi di associazione con la ex Repubblica iugoslava di Macedonia e con l'Albania,
O.considerando il ruolo sempre più importante che è chiamato a svolgere il Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia, che potrà affrontare l'enorme mole di lavoro costituita dalla raccolta delle prove e dall'istruzione dei fascicoli contro i responsabili di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità nel Kosovo solo se la Comunità internazionale in generale e l'Unione europea in particolare metteranno a sua disposizione nuovi e cospicui strumenti finanziari e logistici,
1. condanna con la massima veemenza la strategia di terrore e la crudele pulizia etnica perpetrate dalle unità speciali di polizia serbe dell'esercito iugoslavo e dalle forze paramilitari iugoslave contro la popolazione del Kosovo;
2. esorta il Presidente Milo&scaronevi&cacute e le autorità serbe e iugoslave a reagire positivamente alle iniziative del Segretario generale dell'ONU Kofi Annan e del Consiglio europeo e ad evitare ulteriori sofferenze dei civili,
-ponendo immediatamente fine alla campagna di intimidazione e di espulsione della popolazione civile nel Kosovo,
-cessando tutte le attività delle forze militari e paramilitari nel Kosovo e ritirando tali forze,
-accettando incondizionatamente il ritorno di tutti i profughi e sfollati alle loro case,
-accettando il dispiegamento di una forza militare internazionale volta a garantire un contesto sicuro per il ritorno dei profughi e la fornitura senza ostacoli di aiuti umanitari e
-consentendo alla comunità internazionale di verificare l'ottemperanza a tali impegni;
3. esprime il suo pieno appoggio al Segretario generale dell'ONU Kofi Annan per la sua iniziativa di mediare un accordo di pace per il Kosovo e lo invita a proseguire tale sforzo,
4. esige l'integrità territoriale del Kosovo e si oppone ad ogni tentativo di dividerne il territorio;
5. invita il Consiglio ad intensificare gli sforzi dell'Unione europea volti ad alleviare la critica situazione dei profughi e degli sfollati nella regione ripartendo l'onere di accoglienza dei profughi e fornendo un cospicuo contributo al finanziamento dell'aiuto umanitario in Montenegro, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Albania attraverso il fondo dell'Unione europea e l'UNHCR;
6. esorta gli Stati membri ad accogliere, quale misura eccezionale e temporanea, un maggior numero di rifugiati della regione e a preparare su ampia scala i ponti aerei che potranno rendersi necessari per trasportare grandi numeri di persone temporaneamente fuori dalla regione;
7. invita Commissione e Consiglio ad assicurare che il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) organizzi al più presto possibile, attraverso le agenzie umanitarie, aiuti e assistenza medica e psicologica per le donne vittime di atti di violenza e di stupri in Kosovo;
8. esorta Commissione e Consiglio a prendere iniziative volte a evitare delle epidemie nella regione e ad assicurare la tutela della salute pubblica;9. si compiace della decisione adottata dal Consiglio europeo di convocare una Conferenza sull'Europa sud-orientale, incaricata di decidere in merito ad ulteriori misure di ampia portata per la stabilizzazione a lungo termine, la sicurezza, la democratizzazione e la ricostruzione economica della regione nel suo insieme, tra l'altro migliorando gli strumenti e le possibilità, per gli Stati confinanti con il Kosovo, di rafforzare le proprie relazioni commerciali con l'Unione europea e riducendo le barriere nei confronti delle importazioni provenienti da tali Stati verso l'Unione europea;
10. riconosce l'urgente necessità di una soluzione adeguata ai problemi di coordinamento tra le organizzazioni umanitarie;
11. chiede all'Unione di inserire con la massima urgenza nella sua strategia di aiuto umanitario un programma di registrazione sistematica dei deportati per contrastare l'operazione di distruzione dei documenti anagrafici condotta dal regime di Belgrado;
12. invita il Consiglio a sostenere l'autonomia del Montenegro;
13. invita gli Stati membri a concedere ai disertori dall'esercito della ex Repubblica di Iugoslavia e agli obiettori di coscienza una residenza temporanea nell'Unione europea;
14. sottolinea che un ulteriore approfondimento dei rapporti tra l'Unione europea e la Federazione russa è essenziale per instaurare pace e stabilità sul continente europeo nel suo insieme e nei Balcani in particolare; invita pertanto il governo russo a continuare a cooperare con l'Unione europea negli sforzi volti a raggiungere una soluzione pacifica al conflitto del Kosovo e ad aumentare la stabilità nella regione;
15. esorta il Consiglio e gli Stati membri a fornire la massima cooperazione alle indagini che il Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia sta attualmente svolgendo sulle atrocità e i crimini contro l'umanità commessi nel Kosovo, allo scopo di processarne i responsabili;
16. ritiene che la deportazione in massa di centinaia di migliaia di kosovari costituisca, al di là delle tante angherie commesse, una base sufficiente - conformemente allo statuto del Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia e soprattutto in virtù dei suoi articoli 2, 3, 4, 5 e 7 - per incriminare immediatamente le più alte autorità politiche di Belgrado, cominciando da Slobodan Milo&scaronević
17. plaude alla decisione del governo americano di fornire un aiuto finanziario straordinario al Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia e chiede al Consiglio e alla Commissione di accordare anch'essi a tale Tribunale un aiuto finanziario straordinario, affinché esso possa svolgere bene l'enorme lavoro di indagine, raccolta delle prove eistruzione dei fascicoli contro i responsabili dei crimini di guerra e dei crimini contro l'umanità commessi nel Kosovo;
18. deplora che i dirigenti iugoslavi abbiano scelto di rendere il loro paese un paria a livello internazionale e auspica che questo isolamento auto-imposto possa cessare con un mutamento politico improntato alla democratizzazione e a relazioni di buon vicinato;
19. invita la Commissione e il Consiglio a fornire fattivamente sostegno a coloro che all'interno della Repubblica federale di Iugoslavia sono disposti a ricercare una soluzione negoziata al conflitto e a instaurare un processo di riforme democratiche in tale paese; invita pertanto Consiglio e Commissione a moltiplicare le iniziative di informazione in direzione delle popolazioni della Serbia e del Montenegro, soprattutto attraverso programmi in lingua serba;
20. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla NATO, alle Nazioni Unite, ai governi di Albania, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Repubblica federale di Iugoslavia, Montenegro e Serbia, nonché al Dr. Ibrahim Rugova.