PENA DI MORTE-INDIA: LA CONFERMA DI 4 CONDANNE A MORTE SULLE 26 COMMINATE IN PRIMO GRADO NEL PROCESSO PER L'ASSASSINIO DI RAJIV GANDHI SONO SEMPRE 4 CONDANNE DI TROPPO.
DICHIARAZIONE DI PAOLO PIETROSANTI
Roma, 12 maggio 1999. Sulla sentenza della Corte Suprema indiana nei confronti degli imputati dell'assassinio di Rajiv Gandhi, Paolo Pietrosanti, membro del Consiglio generale del Partito Radicale ha oggi rilasciato la seguente dichiarazione:
"Delle 26 condanne a morte pronunciate dai giudici di merito indiani nel processo per l'assassinio di Rajiv Gandhi, la Corte Suprema ne ha confermate 4, commutandone altre 3 in ergastolo e prosciogliendo altri 19 imputati.
La notizia sarebbe positiva, se non ci trovassimo di fronte ad una grande democrazia, cioč di fronte ad un paese che, malgrado sia confrontato con gravi e difficili questioni di sviluppo economico e sociale, ha saputo mantenere in questi 50 anni fermi e vivi i principi della democrazia politica.
Proprio in nome di questi stessi principi, l'India non puo' continuare a coltivare esitazioni di fronte alla questione dell'abolizione della pena di morte. Deve unire la sua voce e il suo voto all'ormai maggioranza dei paesi delle Nazioni Unite sulla questione dell'abolizione universale della pena di morte, istituendo intanto una moratoria delle esecuzioni capitali e commutando subito le rimanenti 4 condanne a morte nel processo per l'assassinio di Rajiv Gandhi."
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