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Partito Radicale Centro Radicale - 25 maggio 1999
Jugoslavia/Di Stefano: esposto al Procuratore Capo della Repubblica

Al Procuratore Capo della Repubblica

presso il Tribunale di ....................................

Al Procuratore Capo della Repubblica

presso il Tribunale di Campobasso

Al Ministro di Grazia e Giustizia

(per conoscenza)

Loro Sedi

Il/La sottoscritto/a .....................................,

nato/a ....................................................

il .......................................................,

residente in..............................................,

presenta il seguente

ESPOSTO

Premesso che:

- a partire dal 1995 sono apparse su vari organi di stampa notizie circostanziate sulle attività politiche ed economiche del signor Giovanni Di Stefano, nato a Petrella Tifernina (Campobasso) il 1 luglio 1955, che risulta attualmente essere in possesso di tre passaporti: quello italiano, quello belga e quello della Repubblica Federale di Jugoslavia, ottenuto "per meriti speciali", nel 1992, con decreto del Presidente Milosevic;

- le attività politiche ed economiche del signor Di Stefano risultano essere strettamente intrecciate con quelle del signor Zeljko Raznatovic, detto "Arkan", cittadino della Repubblica Federale di Jugoslavia, nei cui confronti è stato spiccato un mandato di cattura internazionale da parte del Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori della ex-Jugoslavia (TPI);

- a riprova degli stretti e continui rapporti fra il Di Stefano e il suddetto "Arkan", si elencano i seguenti elementi tratti dagli organi di stampa summenzionati (e allegati):

1) nel 1995 il Di Stefano è testimone al matrimonio di Arkan; afferma, altresì, di aver pagato il conto del ricevimento di nozze, ammontante a 300.000 marchi;

2) il 30 giugno 1995, a Termoli, il Di Stefano sposa la signora Mirjana Stanic, segretaria della sua finanziaria serba; sono presenti, fra gli altri, il capo della Corte suprema di Serbia, Jancovic; il presidente del Partito di unità serba, Pelovic; il figlio del Presidente serbo, Marko Milosevic; il servizio d'ordine è composto da agenti della Polizia di Stato, da agenti privati e da uomini dei gruppi paramilitari di Arkan;

3) il 4 agosto 1995, i senatori radicali Stanzani e Scopelliti presentano un'interrogazione (4-05645, allegata) al Ministro degli Esteri in cui si chiede, tra l'altro: "... se il Governo disponga di informazioni che inducano a ritenere che il Di Stefano sostenga finanziariamente le attività criminali di Arkan, di cui così platealmente egli ostenta l'amicizia, e se il Governo abbia comunicato o intenda comunicare ai sensi della legge 14 febbraio 1994, n. 120, tali informazioni al Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori dell'ex Jugoslavia...";

4) nel 1996, il Di Stefano lascia la Jugoslavia e torna in Italia, dopo aver ceduto la sua radio "indipendente" belgradese (Radio Tigre) ad Arkan; divenuto presidente del Campobasso Calcio, fonda la "Lega Sud" grazie anche a un finanziamento di un milione di marchi offerto da Arkan, che dichiara: "Non auguro all'Italia quello che è accaduto nella mia terra; il mio aiuto al partito di Di Stefano è un contributo per la pace, l'uguaglianza e l'unità"; a sua volta il Di Stefano dichiara di aiutare Arkan nelle elezioni in Bosnia e di avere pronti 11.000 soldati da contrapporre al leader della Lega Nord, Umberto Bossi;

5) a fine aprile 1999, il Di Stefano presenta al Ministero degli Interni il simbolo del suo nuovo partito "Partito Nazionale Italiano 1861", dichiarando di volersi presentare alle Elezioni Europee; anche in tale occasione afferma di aver ricevuto un miliardo di finanziamento da Arkan;

6) il 9 maggio 1999, Arkan è intervistato su vari giornali a proposito del bombardamento, da parte degli aerei della Nato, dell'Hotel Jugoslavia di Belgrado, che risulterebbe essere il suo quartier generale. In tale occasione, Arkan afferma di detenere il 35% della quota del Casinò dell'Hotel, mentre "il suo amico italiano Giovanni Di Stefano" detiene il restante 65%;

7) il 12 maggio 1999, il Di Stefano è intervistato dal "Corriere della Sera" nel suo quartier generale di Bruxelles sulle voci di arruolamento da parte di Arkan di criminali per operazioni terroristiche al di fuori dei confini dell'ex-Jugoslavia; in tale occasione, afferma: <>.

Tutto ciò premesso e considerato, il/la sottoscritto/a

CHIEDE ALLE S.V.

di accertare l'esistenza di eventuali reati conseguenti dall'intreccio evidente e continuato delle attività politiche ed economiche del signor Giovanni Di Stefano con le attività del signor Zeljko Raznatovic, detto "Arkan"; in particolare, di accertare l'esistenza di eventuali violazione della normativa in materia di finanziamento dei partiti;

di comunicare il risultato della propria attività istruttoria al Tribunale Penale Internazionale dell'Aja, ai sensi dell'art. 6 della legge 14 febbraio 1994, n. 120 (Disposizioni in materia di cooperazione con il Tribunale internazionale competente per gravi violazioni del diritto umanitario commesse nei territori dell'ex-Jugoslavia, allegata).

Il/la sottoscritto/a chiede, infine, di essere informato/a sull'esito del presente esposto anche in caso di archiviazione.

Dichiara di eleggere il proprio domicilio presso ...........................................................

......................., addì ........................ 1999

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