SOMMARIO: Testo della risoluzione sul Tibet presentata al Parlamento europeo. (Notizie Radicali n· 66 del 25 marzo 1989)
Il Parlamento Europeo,
a) considerando le recenti dimostrazioni avvenute nel Tibet, durante le quali le forze di polizia cinesi hanno aperto il fuoco uccidendo e ferendo molte persone, b) considerando che il 7 marzo la Cina ha decretato la legge marziale nel Tibet, per cui sono state bandite tutte le dimostrazioni, petizioni e riunioni pubbliche, c) notando inoltre che sono stati espulsi tutti gli stranieri e i giornalisti, d) convinto che il conflitto esistente nel Tibet non pụ essere risolto con la forza, e) prendendo atto dei cambiamenti introdotti nella politica del governo cinese per quanto riguarda il problema del Tibet, negli anni '80, con cui si tollera il buddismo, vengono riaperti diversi monasteri, ma l'insegnamento religioso e la studio della filosofia buddista sottostanno a severe restrizioni,
1. condanna energicamente la violenza delle repressioni, e soprattutto l'uso delle armi, che hanno avuto luogo nella capitale tibetana, e chiede l'abrogazione della legge marziale; 2. deplora che vittime siano state causate da tali disordini ed esprime la propria profonda solidarietà alle famiglie colpite; 3. chiede al governo della Repubblica popolare cinese di tenere ora le trattative da tempo rinviate sul futuro del Tibet con il Dalai Lama; 4. invita tutte le parti interessate a intensificare il dialogo e chiede al governo cinese di rilanciare la politica di apertura nei confronti del Tibet, nel rispetto dello statuto di autonomia di questa regione e nell'ambito delle norme costituzionali cinesi; 5. chiede ai Ministri degli affari esteri dei Dodici e alla Commissione di interporre i loro buoni uffici presso le parti interessate per promuovere una giusta soluzione dei problemi del Tibet; 6. incarica il proprio Presidente di trasmettere la presente Risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai Ministri deg
li affari esteri riuniti nell'ambito della cooperazione politica europea, al governo della Repubblica popolare cinese e al Dalai Lama.