LA MANIFESTAZIONE DEL PARTITO RADICALE AL MINISTERO DEGLI ESTERI RUSSO PER LA FIRMA E LA RATIFICA DELLO STATUTO DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE (CPI)
Mosca, il 22 giugno 1999. Oggi, a mezzogiorno, in piazza Smolenskaja-Sennaja, davanti al grattacielo del Ministero degli Esteri della Federazione Russa si è svolta la manifestazione del Partito Radicale Transnazionale per l'immediata firma e la ratifica da parte della Russia dello Statuto della Corte Penale Internazionale (CPI). Alla manifestazione hanno preso parte 15 militanti del Partito Radicale, dell'ARA e del Club Khramov con le bandiere blu con il simbolo del partito (il profilo stilizzato di Mahatma Gandhi) e gli slogan in russo e in inglese: "Firmare e ratificare lo Statuto della Corte Penale Internazionale subito", "Nessun crimine di guerra impunito", "Bosnia, Ruanda, Cecenia, Kosovo... Forse, basta?", "Corte Penale Internazionale: già un anno, quanto c'è da aspettare ancora?". Nel corso della manifestazione che è durata circa un'ora i radicali hanno raccolto le prime 17 firme dei cittadini sotto l'appello al Ministro degli Esteri Russo Igor Ivanov che lo invita a fare da subito dei passi concreti
per la firma e la ratifica dello Statuto della Corte da parte della Russia.
Dichiarazione del Coordinatore del Partito Radicale per la Russia Nikolaj Khramov:
"In realtà ieri, durante il nostro incontro con il Capo della Delegazione russa presso il Comitato Preparatorio per la CPI Kirill Gevorgjan e con gli altri rappresentanti di alto livello del Ministero - un incontro tanto utile quanto piacevole - non siamo riusciti a capire le ragioni della cautela che impedisce al Ministero degli Esteri di presentare al Governo l'iniziativa di firmare lo Statuto della CPI e di unirsi, cosi' facendo, a 83 paesi (tra cui quasi tutta l'Unione Europea e molti paesi della CSI) che l'hanno già fatto. Certo, si possono capire le ragioni della politica interna e l'estrema cautela del Ministero, ma fatto sta che continuare a rimandare la firma dello Statuto a luglio 2000 significa, in sostanza, continuare a impedire alla Corte di cominciare a svolgere il suo ruolo. Dopo il costruttivo e - in questo sono pienamente d'accordo con Kirill Gorasovic - coraggioso comportamento della Russia alla Conferenza Diplomatica di Roma dell'anno scorso, l'estrema cautela di oggi - incompressibile fuo
ri dalla Russia (ma anche nel paese) - è oggettivamente un passo indietro.
Non consideriamo il Ministero degli Esteri un nostro "avversario" o un "antagonista"; l'incontro di ieri ha confermato che condividiamo lo stesso punto di vista. Ma ha anche dimostrato quanto sia importante la mobilitazione pubblica per la Corte Penale Internazionale e che il Ministero degli Esteri lo capisca. Proprio per questo il nostro appello, rivolto al potere esecutivo in Russia (prima di tutto, al Ministero degli Esteri) rimane quello che era: la Russia deve immediatamente seguire i 83 paesi del mondo che hanno già firmato lo Statuto della Corte Penale Internazionale".
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