IL PR CHIEDE ALL'ONU DI DENUNCIARE LA POLITICA CINESE IN TIBET, MONGOLIA INTERNA E TURCHESTAN ORIENTALE

Ginevra-Roma, 20 agosto 1999 - Prendendo la parola alla Sottocommissione ONU per le minoranze a Ginevra, nel quadro del dibattito sul punto 10 dedicato alla libertà di movimento e ai trasferimenti di popolazione, il Partito Radicale Transnazionale ha rivolto all'organismo ONU una forte denuncia della cinquantennale politica cinese in Tibet, Mongolia Interna e Turchestan Orientale.

I massicci trasferimenti di popolazione cinesi in queste regioni e la brutale e severa politica di controllo delle nascite, hanno fatto sì che i tibetani, gli uiguri e i mongoli siano ormai diventati minoranze nei propri Paesi.

"Questa politica sulla popolazione, accompagnata da altre gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di Tibetani, Uiguri e Mongoli, rischia di terminare nella completa scomparsa o dissoluzione di questi popoli", ha dichiarato per il Partito radicale Olga Cechurova.

Il Partito Radicale ha fortemente sottolineato i pericoli del progetto della Banca Mondiale che comprende il trasferimento di altri 60.000 coloni cinesi nella Provincia tibetana di Amdo (ora incorporata nella Provincia del Qinghai). Inoltre il PR ha denunciato la detenzione, avvenuta tre giorni addietro da parte di agenti di sicurezza cinesi, di un americano che stava ispezionando il progetto nella Cina nordoccidentale, con l'accusa di aver avviato "investigazioni illegali".

Il Partito Radicale ha sollecitato l'organismo ONU "a pronunciarsi con fermezza contro la suddetta politica della Repubblica Popolare di Cina e a revisionare seriamente la situazione delle regioni autonome cinesi dal momento dell'adozione della risoluzione sul Tibet 1991/10 del 23 agosto 1991". Ha inoltre incoraggiato "la Sottocommissione a sostenere la nomina di un Inviato Speciale incaricato di investigare la situazione dei diritti umani in Tibet, Turchestan Orientale e Mongolia Interna".

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