B5-0067, 0111, 0112, 0113, 0114 e 0115/1999
Risoluzione sulla situazione nel Timor orientale
16-09-99
Il Parlamento europeo,
- viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nel Timor orientale,
- considerando l'Accordo di New York sul Timor orientale, firmato il 5 maggio 1999 dal Portogallo e dall'Indonesia, sotto l'egida delle Nazioni Unite;
A. congratulandosi per il lavoro svolto dalla missione dell'ONU (UNAMET) durante la preparazione e lo svolgimento del processo di consultazione del popolo di Timor orientale, nel rispetto integrale dell'Accordo di New York;
B. considerando che il 98,6% della popolazione censita ha partecipato al referendum, nonostante le minacce e il clima di intimidazione creato dalle milizie filointegrazioniste,
C. considerando che l'UNAMET e gli osservatori internazionali, tra i quali la delegazione del Parlamento europeo e la delegazione del Consiglio, hanno riconosciuto la legalità e la validità del processo di consultazione,
D. considerando che i risultati del referendum hanno espresso chiaramente (78,5% dei voti) che la volontà dei timorensi è l'indipendenza,
E. considerando che i risultati del referendum sono stati annunciati dal Segretario generale dell'ONU e riconosciuti validi dalle Nazioni Unite, dal Presidente dell'Indonesia, dal Portogallo e dalla comunità internazionale,
F. considerando che, a seguito dell'annuncio dei risultati del referendum, le milizie proindonesiane, inquadrate e rinforzate dalle autorità militari e di polizia indonesiane, hanno scatenato il terrore nel territorio, uccidendo cittadini indifesi, incendiando case, smembrando famiglie, deportando popolazioni e attaccando l'UNAMET, la Croce rossa, i giornalisti e gli osservatori, e perpetrando ulteriori gravi violazioni dei diritti umani,
G. considerando che il clima di terrore e barbarie permane, continuando a impedire la sicurezza e l'ordine nel territorio e a mietere migliaia di vittime umane, nel quadro di un'emergenza umanitaria che sta minacciando la sopravvivenza stessa di tutto un popolo,
H. considerando che l'Indonesia ha oggettivamente violato l'accordo di New York (articolo 3) non garantendo il mantenimento della pace e della sicurezza nel territorio, vuoi per incapacità vuoi per passività o forse anche deliberatamente,
I. considerando che 24 anni or sono l'Indonesia occupò illegalmente il territorio di Timor orientale, sul quale non detiene alcun potere sovrano, come attestano le risoluzioni delle Nazioni Unite che riconoscono il Portogallo come potenza amministratrice,
J. considerando infine che, il 12 settembre 1999, l'Indonesia ha riconosciuto l'esigenza della presenza di una forza internazionale di pace nel Timor orientale,
1. si congratula con il popolo del Timor orientale per il comportamento esemplare da esso dimostrato durante tutto il processo di consultazione e per l'elevato tasso di partecipazione al referendum;
2. riconosce la volontà inequivocabilmente e democraticamente espressa da parte del popolo del Timor orientale di diventare indipendente e creare un nuovo paese;
3. condanna con vigore i massacri e le azioni criminali perpetrate dalle milizie proindonesiane, con la partecipazione della polizia e dell'esercito dell'Indonesia, contro il popolo del Timor orientale, che hanno già provocato la morte di un numero imprecisato di persone;
4. esige che le Nazioni Unite facciano fronte alle responsabilità da esse contratte con l'accordo di New York (articolo 7) e mantengano una presenza adeguata nel Timor orientale;
5. lancia un appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché non ritardi ulteriormente l'invio della forza internazionale di mantenimento della pace e della sicurezza nel Timor orientale e sollecita tutti gli Stati membri a dare il massimo sostegno logistico e finanziario alla forza di mantenimento della pace dell'ONU, al fine di accelerare i preparativi per lo spiegamento della stessa;
6. si compiace della decisione dell'FMI e della Banca mondiale di sospendere l'erogazione di prestiti all'Indonesia prevista per settembre; insiste presso la Presidenza del Consiglio dell'Unione europea e fa appello alla comunità internazionale in particolare alle Nazioni Unite acciocché, fino alla normalizzazione della situazione nel Timor orientale, sospendano o mantengano sospese la cooperazione militare, l'esportazione di armamenti e gli aiuti economici all'Indonesia, eccezion fatta per gli aiuti umanitari e di sostegno al processo di transizione alla democrazia;
7. fa appello alla Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e alla comunità internazionale affinché sia garantito con la massima urgenza l'aiuto umanitario alle popolazioni del Timor orientale, favorendo in particolare il rimpatrio dei profughi e degli sfollati come pure l'accesso degli osservatori internazionali, delle ONG e dei giornalisti a tale territorio;
8. esorta il Consiglio e gli Stati membri dell'Unione europea a riconoscere lo Stato di Timor orientale e ad allacciare quanto prima possibile relazioni diplomatiche;
9. chiede alle Nazioni Unite di procedere a un inventario delle atrocità perpetrate nel territorio e all'identificazione dei loro responsabili e manifesta il proprio appoggio alla proposta dell'Alto Commissario per i diritti umani, signora Mary Robinson, riguardante l'istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il Timor orientale;
10. chiede all'Unione europea di dare il proprio accordo a un programma di assistenza economica e a un programma di ricostruzione della società civile nel Timor orientale, attraverso un'azione comune;
11. si ripropone di iscrivere nel prossimo bilancio dell'Unione europea uno stanziamento per il sostegno alla ricostruzione, all'attività economica e al processo di formazione dello Stato di Timor orientale;
12. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al governo indonesiano, all'ASEAN e al leader della resistenza timorense Xanana Gusm o.