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Partito Radicale Centro Radicale - 2 novembre 1999
PE/Gruppo Misto: lettera ai 626 deputati europei

Bruxelles, 2 Novembre 1999

Caro(a) collega,

Il crescente numero di deputati, di nazionalità e di lingue del Parlamento Europeo, le sempre maggiori funzioni che questo svolge e le sempre maggiori competenze che gli sono attribuite impongono certamente che il Parlamento europeo potenzi le sue capacità organizzative. Ma questa esigenza non puo' essere soddisfatta sacrificando i principi fondatori stessi di un parlamento: il Parlamento come luogo nel quale i deputati, tutti e ciascuno, contribuiscono alla formazione della volontà generale, come luogo nel quale ciascun deputato, senza vincolo di mandato di nessun tipo, lavora, dibatte e vota, rispondendo solo alla propria coscienza.

E' solo avendo ben saldi questi principi fondatori, che possono e devono essere letti e compresi le modalità e gli strumenti organizzativi che nella storia delle democrazie, i parlamenti hanno man mano adoperato. In primo luogo questo vale per la questione dei "raggruppamenti" per affinità, oggi conosciuti come gruppi parlamentari. Se questi rispondono ad una logica di efficienza ed economicità dei lavori, è alla logica di efficienza ed economicità dei lavori del singolo parlamentare e assolutamente non a quella del parlamento. In altre parole è il parlamentare che sceglie di raggrupparsi per meglio svolgere, in coordinamento con altri colleghi da lui scelti, il proprio lavoro parlamentare. Non è compito del Parlamento in quanto tale considerare o ritenere che, per meglio funzionare in quanto istituzione, esso debba vertere sull'associazione dei deputati in "raggruppamenti". Accettare questo secondo punto di vista equivarrebbe ad assecondare uno stravolgimento del principio stesso di rappresentanza.

Tuttavia, col passare del tempo, il Parlamento Europeo, per il tramite del suo regolamento, delle sue consuetudini e delle sue convenzioni, ha prodotto una serie di norme per le quali i gruppi parlamentari o, meglio, i loro uffici di Presidenza, sono diventati il centro dell'attività parlamentare e quindi, di fatto, i titolari della rappresentanza democratica e di ogni iniziativa politica. Nella sostanza il Parlamento Europeo si è trasformato, da Parlamento di parlamentari organizzati in gruppi, in Parlamento di gruppi che gestiscono i parlamentari.

In particolare i diritti dei singoli deputati, unici veri titolari della rappresentanza politica ed elettorale, hanno subito una lenta ma inesauribile compressione a favore dei diritti e dei poteri dei gruppi politici e delle loro amministrazioni. Tale compressione dei diritti dei singoli deputati, se si è avverata anche in alcuni parlamenti nazionali, è andata, al Parlamento europeo, al di là del limite entro il quale si configura una partecipazione effettiva del singolo deputato ai lavori parlamentari e di conseguenza la sua titolarità alla rappresentanza politico-elettorale.

Le forme in cui vengono tutelati i diritti individuali nei parlamenti nazionali dove esistono i gruppi parlamentari sono diverse ed, operando per analogia, si possono raggruppare nelle seguenti categorie:

1. i parlamenti in cui anche uno o due deputati possono costituire un gruppo, come avviene in Danimarca, in Finlandia, in Olanda, nel Senato Belga ed in Portogallo;

2. i parlamenti dove esistono i gruppi misti o di indipendenti, che godono delle medesime prerogative degli altri gruppi parlamentari, come in Italia, in Spagna, in Grecia ed in Irlanda o di prerogative similari come in Francia con la riunione amministrativa dei non iscritti;

3. i parlamenti in cui con formule diverse l'equivalente dei deputati non iscritti si possono associare o sono associati d'ufficio, come avviene in Germania o in Francia, oppure possono formare gruppi tecnici, come in Lussemburgo.

In ogni caso, esiste in ciascuna assemblea legislativa e rappresentativa degli Stati membri un minimo comune denominatore dei diritti dei parlamentari individualmente considerati: questo minimo comune denominatore è dato, oltre che da facilitazioni finanziarie ed amministrative che sono comuni a tutti i membri dei parlamenti, dal diritto di interrogazione, dal diritto di intervento e soprattutto dal diritto all'iniziativa legislativa ed emendativa in plenaria, che è il luogo centrale dell'attività parlamentare. In ciascun parlamento il parlamentare ha il diritto di presentare e di chiedere di emendare una proposta di risoluzione. Perfino le procedure della Camera dei Comuni inglese, che sono plasmate sulla contrapposizione governo-opposizione, prevedono che tutti i deputati abbiano gli stessi diritti e che attraverso lo strumento dei "private members" questi possano proporre atti legislativi autonomi dal programma di governo (fu il caso, esempio di non poco conto, del "abortion act").

Da questa rapida panoramica dei parlamenti nazionali, risulta che in ben 13 parlamenti sui 15 parlamenti nazionali, vengono riconosciuti ai deputati non iscritti o indipendenti gli stessi diritti o prerogative dei membri dei gruppi.

Nel Parlamento Europeo, al contrario, la compressione dei diritti dei singoli deputati è tale che al singolo deputato vengano negati quei diritti e quelle prerogative minime che stanno alla base della stessa attività parlamentare: il parlamentare europeo non puo' che votare in plenaria, essendogli negata la possibilità di svolgere qualsiasi funzione di iniziativa legislativa od emendativa. Inoltre, fatta salva l'elezione del Presidente, per quanto concerne la scelta-nomina spartitoria delle cariche istituzionali, le elezioni dei vice-presidenti, dei questori, dai presidenti delle Commissioni e delle delegazioni interparlamentari, la scelta dei relatori sulle varie questioni, la presentazione di risoluzione d'urgenza, la definizione dell'agenda dei lavori, la determinazione dei tempi di intervento, i gruppi hanno una funzione oligopolista. A questo si devono aggiungere le convenienze di tipo logistico, operativo e finanziario, di cui sono beneficiari i gruppi. Insomma l'attività del singolo parlamentare risul

ta praticamente impossibile al di fuori di questo apparato strutturale e burocratizzato che offre tutta una serie di servizi indispensabili, in cambio del rispetto di quello che viene chiamato disciplina di gruppo.

Se tutto cio' vale per ciascun deputato, risulta ancora più evidente per i deputati non iscritti, ai quali è negata ogni prerogativa parlamentare (anche quelle concesse per il tramite dei gruppi politici), in particolare in plenaria, e che non usufruiscono delle stesse dotazioni finanziarie, amministrative, di personale e di servizi dei loro colleghi.

Questa deriva burocratica e antidemocratica non è inevitabile! La creazione del gruppo misto, volta ad assicurare un minimo di diritti ai parlamentari che non appartengono ai gruppi politici, è una tra le tante iniziative che devono essere portate a compimento per fermare la deriva burocratica del Parlamento europeo e per farlo diventare finalmente un parlamento di parlamentari. Sulle altre riforme, molte delle quali altrettanto necessarie ed urgenti torneremo a scrivervi, a cominciare dalle questioni del "désengorgement" dei lavori della plenaria con l'attribuzione di funzioni legiferanti alle commissioni, della rinuncia a legiferare su materie di tipo chiaramente regolamentari e, conseguentemente, della possibilità di far tornare la plenaria ad essere un momento di vero dibattito.

Intanto Le chiediamo il Suo prezioso sostegno all'iniziativa a favore della creazione del gruppo misto, invitandoLa a firmare l'emendamento che chiede la modifica dell'Art. 30 del nostro Regolamento.

RingraziandoLa sin d'ora, La preghiamo di ricevere i nostri migliori saluti,

Emma Bonino Marco Pannella

Marco Cappato Gianfranco Dell'Alba Benedetto Della Vedova

Olivier Dupuis Maurizio Turco

 
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