INTERPELLANZA
MILIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri degli affari esteri e per gli italiani all'estero, dell'interno e per il coordinamento della protezione civile e della difesa
premesso:
che lo scrivente ha appreso dalla stampa della destituzione del signor Miodrag Lekic dalla carica di ambasciatore a Roma della Repubblica Federale di Jugoslavia (FRY);
che la stampa interpreta tale atto come una punizione del regime di Belgrado nei confronti del signor Lekic, montenegrino, "colpevole" di non aver difeso a spada tratta la pulizia etnica attuata da Milosevic in Kosovo e di aver affermato, invece, che, in caso di putsch serbo contro il Montenegro, si sarebbe schierato con Podgorica;
che tale destituzione pone il governo italiano di fronte a una scelta cruciale: accettare l'accredito di un nuovo ambasciatore gradito a Milosevic costituirebbe sia un riconoscimento tanto implicito quanto significativo del regime di Belgrado sia una sconfessione tanto implicita quanto significativa dell'operato e della stessa ragion d'essere del Tribunale dell'Aja per i crimini commessi nei Paesi dell'ex-Jugoslavia (quindi, anche in Kosovo); infatti, tale Tribunale, il 22 maggio 1999, ha incriminato, fra gli altri, il Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia (FRY), Slobodan Milosevic, e il Ministro degli Esteri della FRY, Milan Milutinovic, per "crimini contro l'umanità" ("crimes against humanity") e "crimini di guerra" ("violations of the laws or customs of war") in relazione alla pulizia etnica attuata in Kosovo;
che la stampa informa pure che il regime di Belgrado ha recentemente nominato console a Milano un cittadino serbo cui è stato vietato dopo la guerra l'ingresso nell'Unione Europea,
si chiede di sapere:
se il governo intenda esprimere una valutazione sui fatti elencati in premessa;
se il governo non ritenga di dover rifiutare qualsiasi accredito diplomatico controfirmato da ricercati del Tribunale Internazionale dell'Aja, istituzione alla cui creazione l'Italia ha fornito un apporto decisivo e alla cui attività il nostro Paese è stato sempre attento, tanto da emanare una legge ad hoc (Legge nr. 120 del 1994) per il sostegno del Tribunale medesimo;
se il governo non ritenga di verificare l'identità precisa e la posizione giuridica del nuovo console della FRY a Milano. (4-17062)