TRASMESSA ALLA PROCURATRICE DEL TRIBUNALE DELLAJA DOCUMENTAZIONE SUI CRIMINI DI GUERRA COMMESSI NELLEX-JUGOSLAVIA.

INFORMATE, PER QUANTO DI LORO COMPETENZA, LE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI BRINDISI, BARI E LECCE.

Strasburgo, 16 novembre 1999. L'eurodeputato e segretario del Partito Radicale transnazionale Olivier Dupuis ha inviato al Procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja (TPI), Carla Del Ponte, una serie di documenti inerenti i crimini di guerra commessi nell'ex-Jugoslavia.

In particolare, sono state trasmesse al TPI le carte ricevute dal signor Guido Garelli; tale documentazione, seppur frammentaria, contiene riferimenti precisi a criminali di guerra operanti nell'ex-Jugoslavia, fra cui il sedicente "comandante Arkan" (ricercato dal Tribunale dell'Aja), che rendono consigliabile un interrogatorio del signor Garelli da parte degli investigatori del TPI.

Inoltre, è stato inviato alla Dr.ssa Del Ponte l'esposto radicale sul signor Giovanni Di Stefano, residente a Roma, stretto collaboratore di Arkan, che ancora ultimamente ha dichiarato in un'intervista di essere il "numero due" delle "Tigri", la banda paramilitare serba responsabile di crimini di guerra in Croazia, Bosnia e Kosovo.

Infine, è stata trasmessa all'Aja copia dell'interrogazione presentata dal senatore Piero Milio su due questioni che investono la diplomazia italiana: potrà il Presidente della Repubblica accettare le lettere di accredito del nuovo ambasciatore della Repubblica Federale di Jugoslavia (FRY) a Roma, anche se sottoscritte da due ricercati dal Tribunale dell'Aja, il Presidente Slobodan Milosevic e il Ministro degli Esteri Milan Milutinovic? Potrà il Ministero degli Esteri italiano concedere l'exequatur al nuovo console della FRY a Milano, a cui pare essere stata interdetta l'entrata nell'Unione Europea?

Una parte della documentazione è stata inviata anche alla Procura della Repubblica di Brindisi (che ha aperto un'inchiesta sul contrabbando di sigarette, che vede coinvolto anche il Presidente jugoslavo Milosevic) e alle Procure di Bari e Lecce.

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