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Partito Radicale Centro Radicale - 25 luglio 2000
Congresso internazionale dei Rom: articolo del Corriere della Sera

"PORTERO' I MIEI ZINGARI NELLA UE"

Si apre a Praga il congresso internazionale dei Rom. Un appello ai Quindici: essere rappresentati a Bruxelles

Il segretario Scuka: siamo una nazione, ma non vogliamo uno Stato

Il Corriere della Sera (pag.10), martedi' 25 luglio 2000

Di Andrea Nicastro

Entro la fine della settimana, l'elenco dei pretendenti all'ingresso nell'Unione europea potrebbe allungarsi ancora. Questa volta pero' non sarà un ex satellite del Blocco comunista o una scheggia della dissoluzione jugoslava a bussare alle porte di Bruxelles. Sarà una nazione forte di otto milioni di persone, più della Croazia, più della Svizzera, più dell'Austria, ma senza eserciti né frontiere, solo con la faccia di un avvocato di Praga che sembra fatto apposta per recitare in un film di Emir Kusturica. Fisico corto e agile, capelli neri come l'inchiostro e baffi, invece che in giacca e cravatta, te lo immagini con la fisarmonica in mano davanti ad un fuoco. "Il solito stereotipo dello zingaro" chiosa sorridendo l'avvocato Emil Scuka, segretario generale dell'Unione internazionale dei Rom, (Iru). Scuka apre oggi a Praga il quinto Congresso internazionale dei Rom che si chiuderà venerdi'.

"Lo zingaro giramondo e romanticamente libero non esiste più - spiega Scuka -. Solo il 5 per cento di noi è ancora costretto al nomadismo. Semplicemente perché non trova un posto dove poter vivere. La nostra idea è di costruire una rappresentanza che aiuti lo sviluppo di questa nazione non-territoriale che è diffusa per tutta Europa. Sfortunatamente non abbiamo uno Stato, ma non lo vogliamo neppure. In questo siamo molto diversi dai baschi, dai palestinesi, dai curdi: loro chiedono uno Stato, noi no".

Perché ?

"Perché l'idea stessa di Stato è vecchia. Anche senza volerlo, noi ci siamo ritrovati a essere il primo esempio di popolo della globalizzazione, ideali abitanti di un mondo senza frontiere. Nessun altro è internazionale quanto i Rom. Quello che ci fa sperare è che il dibattito attorno al futuro dell'Unione Europea sta esplorando anche questa direzione. Lo fa lentamente, esitando, appesantita com'è dalla storia dei Paesi che l'hanno composta, ma è possibile che le strutture degli Stati attuali si dissolvano a favore di un'entità "interstatale". E allora parte del potere andrebbe verso il basso, alle comunità locali, alle diverse nazionalità europee che sono molto più numerose e composite degli Stati".

Crede di poter convincere Bruxelles?

"E' la nostra speranza. Ovunque viviamo, noi Rom siamo minoranza, ma in Europa anche i tedeschi sono minoranza. E noi non siamo neppure tra i popoli più piccoli. Quello che vogliamo è che se ne parli, che l'idea di un'Europa fatta di nazioni e non di Stati cominci a circolare".

Scuka è uno dei dieci figli di uno zingaro "calderaro". La nonna era una "guaritrice" e nessuno in famiglia, finché lei è stata viva, era mai andato da un dottore gagé (un non-zingaro, in lingua romanes).

Scuka ha 43 anni ed è a capo della più consistente organizzazione di rappresentanza di zingari, Rom o Sinti, come li si voglia chiamare. Al congresso di Praga, organizzato nell'aula dell'ex parlamento della Cecoslovacchia comunista con i fondi della Fondazione Soros, sono arrivati 250 rappresentanti di quasi quaranta Stati. Le delegazioni più numerose dell'ex Europa comunista, ma anche da Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda. In comune hanno mantenuto la lingua, che viene come i loro antenati dal nord dell'India, un'identità etnica e tradizioni che non sempre vanno d'accordo con quelle degli "Stati" che li ospitano.

Troppo spesso gli zingari sono considerati anche criminali.

"Succede a qualunque minoranza povera - argomenta l'avvocato Scuka -. Manca il lavoro regolare e c'è chi diventa delinquente oppure vive da parassita sull'assistenza sociale. Cosi' facendo finisce per rafforzare il pregiudizio che esiste nei confronti di tutti gli altri. E aumenta la fatica di chi vuole integrarsi e trovare lavoro. E' un circolo vizioso che si deve spezzare nelle scuole".

Lei ce l'ha fatta.

"Da bambino non capivo perché in classe mi ritrovassi sempre da solo all'ultimo banco o perché sull'autobus il sedile vicino al mio rimanesse vuoto. I bambini sanno essere molto crudeli. Ma non è colpa loro. La cosa peggiore è vedere come molti piccoli Rom dell'Europa dell'Est vengono inseriti in scuole speciali, per handicappati mentali".

Succede ancora?

"Succede ed è anche per questo che dobbiamo cercare di contare di più".

 
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