QUESTIONE DELLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: IL PARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE INTERVIENE ALLA 52ESIMA SOTTOCOMMISSIONE SULLA PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI CHIEDENDO CHE LA PRATICA VENGA CONSIDERATA UN CRIMINE CONTRO L'INTEGRITA' DELLA PERSONA.
Roma-Ginevra 10.08.00. Questa mattina Marina Sikora del Partito Radicale Transnazionale è intervenuta sul punto 5 dell'agenda della Sotto-Commissione per la protezione dei diritti umani di Ginevra parlando di mutilazioni genitali femminili (MGF). Per MGF si intendono tutte quelle pratiche che implicano la parziale o totale rimozione della parte esterna degli organi genitali femminili per motivi culturali, etnici, religiosi o altre ragioni non mediche.
Nel suo intervento di stamani, il PRT ha condannato la pratica come un'odiosa invasione nell'integrità fisica delle donne e ne ha chiesto il riconoscimento come reato penale. Le mutilazioni vengono generalmente praticate tra i quattro e i dodici anni di età, ma in alcuni paesi si effettuano anche su neonati e adolescenti.
Secondo alcuni studi dell'organizzazione mondiale della sanità, nel mondo le vittime di mutilazioni genitali sono tra i 100 e 132 milioni tra donne e bambine. Ogni anno oltre due milioni di ragazze sono a rischio MGF. La maggioranza dei casi riportati viene dall'Africa, ma anche in Asia e medio oriente il fenomeno è in espansione. Un numero sempre crescente di casi è stato recentemente registrato anche tra le comunità di immigrati in Europa, Australia, Nuova Zelanda, USA e Canada.
Il PRT ha chiesto all'ONU che vengano effettuati studi estensivi in materia, che vengano promosse campagne di informazione sul fenomeno a vario livello - anche nei paesi industrializzati - e che vengano sostenuti i network locali di donne che fanno informazione sulle caratteristiche e conseguenze delle mutilazioni. Infine il PRT ha chiesto che il rischio di poter subire le mutilazioni genitali femminili venga riconosciuto come uno dei criteri per il diritto di asilo o per l'assistenza umanitaria.