15 Novembre 1989
Nell'anniversario dei moti di Brasov e due anni dopo la loro violenta repressione da parte del regime di Ceausescu, la situazione dei diritti umani in Romania si è progressivamente aggravata volgendo verso la negazione del rispetto di ogni trattato o convenzione internazionale, con violente limitazioni nelle libertà di circolazione, di associazione, di espatrio, di religione, di stampa di identità linguistica ed etnica per ciascun cittadino e con feroci trattamenti nei confronti degli oppositori.
Militanti radicali di diverse nazionalità, Paesi ed organizzazioni politiche in difesa dei diritti umani hanno manifestato, il 15 novembre, all'Est e all'Ovest (davanti alle Ambasciate rumene di: Mosca, Roma, Budapest, Bruxelles, Praga, Madrid, Varsavia, Lisbona) per chiedere il rispetto dell'atto finale della conferenza di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, sottoscritto anche dalla Romania, che contiene precise garanzie a tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Le otto manifestazioni, organizzate e promosse dal Partito radicale, hanno avuto uno straordinario successo soprattutto a Mosca, Budapest, Praga e Varsavia, successo assicurato non solo dalla partecipazione dei cittadini ma dalla presenza dei media che non si sono sottratti al loro dovere di informazione. Al contrario si è dovuto registrare l'assenza di organi di stampa nelle capitali della "democrazia reale".
Il resoconto delle manifestazioni all'Est
MOSCA
Partecipano alla manifestazione oltre cento persone fra cui una cittadina americana. Dopo tre minuti esatti, la polizia interviene arrestando 15 persone, quasi tutte iscritte al Partito radicale, fra le quali Evghenja Debrianskaja e Essug Huora, la cittadina statunitense. Nelle prime ore del pomeriggio si celebra il processo ai quindici fermati e due di loro - Clemenko Elena e Nicolaj Stromberger - sono condannati a sette giorni di carcere. Tutti gli altri a pene pecuniarie che vanno da 50 a 300 rubli. Evghenja totalizza il massimo della pena con 1000 rubli di multa. Nel corso della manifestazione i radicali sovietici hanno potuto distribuire un documento in difesa delle vittime della repressione in Romania. Erano presenti delle telecamere ma i manifestanti non sono stati in grado di dire se si trattasse della polizia o della stampa.
BUDAPEST
Alla manifestazione, promossa dal Partito radicale, e alla quale hanno aderito le organizzazioni ungheresi Fidesz, Partito dell'ottobre, Partito Popolare ungherese, Comitato 6 ottobre, Sindacato indipendente dei lavoratori, Partito socialdemocratico ungherese, Associazione Baicy Czilinszky, partecipano circa 2000 persone. Fiaccolata davanti all'Ambasciata rumena. Dopo il comizio viene montata la tenda nella quale cinque rumeni iniziano un digiuno di otto giorni per denunciare la rielezione di Nicolae Ceausescu e la perpetuazione di un regime imposto dai carri armati di Stalin. "Siamo governati da incompetenti malintenzionati - scrivono i digiunatori - i quali mentre la democratizzazione si sviluppa nell'Est-Europa, si attaccano disperatamente allo scettro e alla chimera comunista...Facciamo Appello all'opinione pubblica mondiale, alla coscienza del mondo democratico, perché solidarizzi con il popolo rumeno e non dimentichi che in Europa oggi, esiste ancora un Paese tenuto nel buio e nei vincoli stalinisti."
Le notizie della manifestazione e le foto dei manifestanti sono apparse su tutte le prime pagine dei giornali ungheresi.
PRAGA
Manifestato oltre 100 persone, con fiaccole e un grande striscione con la scritta "Ceausescu, tu rendi felice Stalin!", sotto gli occhi della polizia che non interviene se non per chiedere ai manifestanti di spostarsi sul marciapiede di fronte alll'Ambasciata. Molti manifestanti appartenenti al Movimento pacifista indipendente e al Movimento per le libertà civili, anche se giovanissimi, non si lasciano intimorire dalla polizia che gli chiede di esibire i documenti. Sono presenti l'Ansa, le Agenzie di stampa, la Radio ungherese e una Tv tedesca a cui viene chiesto di allontanarsi.
VARSAVIA
Partecipano alla manifestazione una quarantina di persone e un grande numero di fotografi, giornalisti, organi di stampa. La polizia non interviene e lo svolgimento della manifestazione è quindi tranquillo.