PANNELLA: "ESISTONO MOMENTI PER I NONVIOLENTI ED I TOLLERANTI, PER I DEMOCRATICI E I MITI, IN CUI OCCORRE RISCHIARE LA VITA SE NON SI VUOLE SECONDARE E FAR TRIONFARE LA MORTE".Roma, 28 novembre -N.R.- Marco Pannella, assieme ad Emma Bonino presidente internazionale di 'Food and Disarmament', oltre che del Partito Radicale, si sono recati in Colombia, tra l'altro per studiare la possibilità di tenere a Bogotà il Consiglio Federale del Partito Radicale e una riunione degli organi direttivi della Lega Internazionale Antiproibizionista, nei primi giorni del prossimo anno.
Pannella spiega i motivi di questa iniziativa.
"Non sono affatto sicuro che l'immonda strage terroristica compiuta con l'attentato all'aereo dell' Avianca sia unicamente o principalmente misfatto di narcotrafficanti, o di narcotrafficanti che agiscano in conto proprio, liberamente.
I miasmi che ci raggiungono sono miasmi dei servizi segreti e paralleli, della destabilizzazione di un intero continente, grazie alla nuova follia del secolo (dopo quella dei fascismi e dei comunismi reali), quella proibizionista, che devono renderci tutti molto prudenti.
Quel che sta accadendo in Colombia ed a Panama, da notizie e da deduzioni, sta per accadere, in tempi ravvicinati anche in Perù ed in Bolivia. Il fronte del diritto alla vita e della vita del diritto, inscindibili, ha ormai una sua prima linea ininterrotta che vede posti in discussione e feriti i diritti civili, politici, umani, democratici, negli USA, in Europa, e in America Latina in modo particolarmente tragico e folle. Da partito innanzitutto gandhiano e nonviolento, transnazionale e transpartitico, teso a difendere la vita del diritto come premessa e quadro essenziale del diritto alla vita, da due decenni impegnato contro il flagello della droga, proibita, conseguenza del regime proibizionista, non possiamo non impegnarci immediatamente, con priorità, perchè il massacro colombiano e della Colombia venga interrotto, superato, prima che divampi anche altrove e che distrugga ogni tessuto sociale e civile di quel Paese. Per questo, d'intesa con il primo segretario del Partito Radicale, mi recherò nelle pr
ossime ore a Bogotà con Emma Bonino, presidente internazionale di 'Food and Desarmement', oltre che del Partito Radicale.
Studieremo ogni possibilità per poter tenere a Bogotà il Consiglio Federale del Partito Radicale e una riunione degli organi direttivi della Lega Internazionale Antiproibizionista, nei primi giorni del prossimo anno. Si tratterà di una riunione cui parteciperanno almeno una ventina fra parlamentari europei, italiani, portoghesi, esponenti nonviolenti e radicali di quindici paesi, da quelli dell'Est e del centro Europa, a quelli africani, dell' America del Nord e Latina. A Bogotà cercheremo in ogni modo di portare la nostra concreta solidarietà a quanti, semplici cittadini, politici, magistrati, giornalisti, avvocati, intellettuali sono costretti ad essere eroi e martiri di una guerra ingiusta, senza speranza e senza avvenire che non sia di lutto e di distruzione. Ma cercheremo anche immediatamente di rilanciare in ogni modo il dialogo fra tutte le parti, unica via per un esito tollerante e vitale di questa orrenda realtà la cui prima responsabilità è nelle leggi internazionali che promuovono condizioni fer
oci di sviluppo della cultura, del traffico e del consumo delle droghe proibite, criminalizzando interi paesi, territori, milioni di contadini e di cittadini. Dialogo non vuol dire trattativa. Non si può trattare con chi minaccia ed esegue stermini, massacri, ed è in preda alla disperazione impotente dei potenti e dei prepotenti. Ma dialogare è urgente e necessario. E' l'obiettivo politico vincente.
Che questo nuovo impegno del Partito Radicale sia particolarmente pericoloso, ne siamo assolutamente convinti. Ma esistono momenti per i nonviolenti ed i tolleranti, per i democratici ed i miti, in cui occorre rischiare la vita se non si vuole secondare e far trionfare la morte.
Rivolgo un appello all'opinione pubblica, a tutti quanti possono, perchè con una pubblica sottoscrizione ci si aiuti a convocare il Consiglio Federale del PR e gli organi dirigenti della Lega Internazionale Antiproibizionista, decine di parlamentari europei, nazionali di ogni regione del mondo, a Bogotà.
Occorrono almeno trecento milioni, perchè questo sia possibile, che il Partito Radicale non ha."
COLOMBIA - EMMA BONINO: GRANDI POSSIBILITA' D'IMPEGNO DEL PARTITO RADICALE NELLA LOTTA ANTIPROIBIZIONISTA NELL'AMERICA LATINA. CON QUALE PARTITO?
Sono certa che in poco più di 48 ore di permanenza a Bogotà abbiamo acquisito per il partito transnazionale delle possibilità di impegno che sicuramente prima non immaginavamo e anche una migliore conoscenza della realtà colombiana: paese non produttore e non consumatore di droga ma in cui la coca viene "processata" e commercializzata. Un paese quindi che subisce tutte intere le nefaste conseguenze della legge internazionale proibizionista. Si aprono prospettive di impegmo e di lavoro immediate: raggiungere uno per uno tutti i parlamentari non solo colombiani, ma anche peruviani, boliviani e del Parlamento andino con le nostre pubblicazioni e le nostre riflessioni in materia antiproibizionista per creare un fronte politico ampio e "trasversale" che proponga una reale alternativa alla "Drug-War" di Bush e Bennet.
In Colombia si registra la sensazione diffusa che la "guerra frontale" alla droga del Presidente Barco e di Bush si concluderà con un fallimento e che quindi bisogna cercare altrove una soluzione. Sarebbe possibile far maturare una maggiore consapevolezza della validità della tesi antiproibizionista proprio nel momento in cui la Colombia si prepara alla prossima scadenza elettorale per l'elezione del Presidente della Repubblica e vive il travaglio della approvazione di una riforma istituzionale che l'attuale governo vuole strumentalizzare a sostegno della attuale linea "dura" (come sempre accompagmata da trattative sottobanco con i narcotrafficanti del cartello di Medellin).
In Colombia esistono già intellettuali e politici che sostengono apertamente la politica antiproibizionismo, altri cercano appoggio e documentazione su questa tesi. E' evidente che il Partito radicale transnazionale potrebbe giocare un ruolo di aggregazione e di promozione di quanti in questo paese e negli altri dell'America latina si trovano a dover subire la follia proibizionista.
Sono certa che, anche se non è stato possibile convocare Il Consiglio federale del Pr a Bogotà a causa delle ristrettezze di tempo, entro brevissimo tempo potremmo tenere riunioni del partito in Colombia. La nostra limpida posizione nonviolenta e di dialogo penso ridurrebbe il rischio di essere coinvolti dal clima di violenza che i terrorismi privati e "di stato" hanno imposto in questo paese.
Ma il problema è quello di sempre: abbiamo individuato un terreno e una occasione di iniziativa possibile e necessaria del Partito radicale transnazionale e transpartito ma non abbiamo le energie necessarie per coglierla. Sappiamo che la nostra proposta antiproibizionista è l'unico mezzo per impedire che in Colombia venga liquidato ogni spazio di tolleranza e di diritto, ma non sappiamo come reperire le risorse aggiuntive necessarie per aprire questo nuovo fronte di lotta.
C'è insomma, in Colombia come altrove, una grande domanda di partito radicale transnazionale e transpartito a cui, ancora, non sappiamo offrire uno strumento politico ed organizzativo adeguato.
CORA: LE CONCLUSIONI DEL SECONDO CONGRESSO DEL COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA. AGGIORNAMENTO A FINE GENNAIO PER L'ELEZIONE DEGLI ORGANI STATUTARI. LE PROSPETTIVE PER LE ELEZIONI DI PRIMAVERA.
Roma, 11 dicembre -N.R.- Con la votazione all' unanimità della mozione che pubblichiamo di seguito si sono conclusi ieri a Roma i lavori del II Congresso del Coordinamento Radicale Antiproibizionista, iniziato venerdì.
Il Congresso ha deciso l'aggiornamento a sabato 20 e domenica 21 gennaio per l'elezione degli organi statutari.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative si delinea l' ipotesi di presentazione autonoma in regioni e provincie; per i comuni si cercherà la strada di un accordo nazionale con altre forze politiche.
Il II Congresso Nazionale del CORA, riunito in Roma l'8 - 9 e 10 dicembre 1989
rileva innanzitutto come nel mondo ed in Italia la nuova guerra ingaggiata ed imposta in nome della proibizione di alcune droghe stia riaggregando sempre più le forze del fanatismo, della intolleranza, della violenza contro i principi fondamentali del diritto e dei diritti, contro le acquisizioni ed i moniti della scienza, della cultura, della tolleranza, portando morte, distruzione, guerra reale, ovunque, all'interno delle società e delle istituzioni del mondo della democrazia reale, in Europa come in America, e nei paesi del terzo mondo o cosiddetti in via di sviluppo, con un uso criminale e criminogeno di leggi, poteri e "iniziative" speciali, iniziative che rimettono in causa, ormai e di nuovo, in questo secolo, i fondamenti stessi del viver civile e della democrazia.
Il costo di questa guerra ogni giorno perduta e ogni giorno rilanciata con fanatismo si avvia ad essere di pari natura e gravità di quelle imposte dall'esplodere delle follie dei fascismi e dei comunismi reali. In America Latina, in Siria o in Iran, nell'Estremo Oriente questa guerra sta imponendo una crescita pressoché esponenziale, in alcuni casi, della produzione di queste droghe mentre ovunque sta consegnando al mondo del crimine i giganteschi proventi conseguenti al monopolio del traffico di quei prodotti, che acquistano il valore dell'oro anziché serbare quello agricolo, sta inducendo la ricriminalizzazione di decine di milioni di consumatori e produttori, la paralisi e la corruzione della giustizia e della polizia, delle istituzioni e del mondo del potere politico.
rileva il clima di intolleranza, di degrado del confronto civile e politico, la manipolazione dell'informazione l'ostracismo nei confronti di coloro che cercano di opporsi a questa guerra e di ridurre il suo costo tragico e tremendo, di concluderla rendendo alla democrazia, alla tolleranza, al diritto ed alla ragionevolezza il loro spazio e la loro funzione di vita, di pace, di libertà.
In Italia, in particolare, si sta realizzando la vanificazione di ogni residua regola costituzionale, democratica e di civile confronto ad opera principalmente del PSI e del Governo che ne fa ogni giorno più chiaramente propria la linea oltranzista e autoritaria.
In tali condizioni lo stesso dibattito parlamentare sul disegno di legge volto ad aggravare il carattere proibizionistico, intollerante, di regime speciale della legislazione viene falsato ed impedito all'opinione pubblica di conoscere e valutare le contrapposte tesi e proposte legislative. La condizione necessaria al prevalere dello schieramento proibizionista sta divenendo sempre più l'assenza di democrazia e del rispetto dei diritti e del gioco democratico.
Così si sta realizzando in Italia un tentativo di rivincita proibizionista, dopo le sconfitte sul divorzio e sull'aborto. Se il PSI costituisce l'elemento determinante, con il suo passaggio allo schieramento opposto ed alle più oltranziste posizioni di guerra e di intolleranza oggi scatenate nel mondo, le stesse opposizioni manifestate dal PCI, nel mondo cattolico, in quello verde, fra i laici appaiono inadeguate rispetto alla posta in gioco in questo scontro, che sta determinando un degrado generalizzato, e non solamente specifico, della vita civile e istituzionale italiana.
Il II Congresso Nazionale del CORA
rivolge di conseguenza un rispettoso quanto fermo invito ed appello al Presidente della Repubblica, garante della Costituzione, perchè non assista inerte o estraneo alla fine di quanto resta di diritti e di libertà formali nella Repubblica italiana e rivolge un appello a tutti i democratici perchè, più ancora che in occasione dello scontro sul divorzio, organizzino una risposta adeguata al riproporsi dell'intolleranza e dell'autoritarismo quali contenuti e obiettivi del potere e delle istituzioni.
Il II Congresso Nazionale del CORA
delibera quindi di operare immediatamente e con il massimo di impegno politico e organizzativo per radicare nel Paese e nella politica italiana l'alternativa di diritto e di libertà, la opposizione la più radicale e intransigente alla devastante follia proibizionista, all'intolleranza e alla violenza del potere, delle istituzioni, dei mass-media ad esso omogenei o subalterni per cultura o per servaggio.
A tal fine il CORA auspica che in occasione delle prossime elezioni regionali, provinciali, comunali, ovunque possibile, sorgano "liste e iniziative politico-elettorali" volte ad affermare la priorità della lotta antiproibizionista per quanti, democratici, laici, verdi, comunisti, cattolici, indipendenti e autenticamente socialisti, si rendono conto che occorre urgentemente, in Italia e nel mondo, chiudere questa folle e suicida nuova guerra.
Tali liste e tali iniziative politico-elettorali, dovunque e comunque si realizzino, saranno sostenute in ogni modo dal CORA e la loro preparazione sarà considerata come una delle risposte più adeguate e urgenti alle pressioni e alle violenze con cui si cerca di condizionare il dibattito parlamentare e la stessa sua possibilità di svolgersi secondo temi e regole costituzionali ed istituzionali.
Il Congresso del CORA afferma che il disegno di legge governativo può e deve, può e deve essere battuto. Una mobilitazione piena ed organizzata dell'opinione pubblica può e deve ottenerlo anche con la necessaria opera militante ed iniziativa politica, che nelle varie forme possibili - petizioni, assemblee, tavoli - già vede impegnati iscritti ed aderenti radicali e antiproibizionisti.
Il II Congresso del CORA rivolge inoltre un monito solenne a tutte le forze politiche ed ai democratici italiani perchè non continuino a ignorare ed a ritenere a loro estranea l'azione, gli obiettivi, la presenza e la crisi del partito radicale, transnazionale e transpartitico, quale unica organizzazione politica che sta promuovendo, organizzando anche a livello internazionale e transnazionale, "la guerra alla guerra" proibizionista, non solo a livello nazionale italiano, mentre le Internazionali esistenti, senza eccezione alcuna, in particolare quella Socialista, si muovono nel quadro di guerra proposto ed imposto alle scelte dell'attuale amministrazione statunitense.
L'iscrizione piena al Partito Radicale ed al CORA, per laici, verdi, comunisti è condizione per il non fallimento di questa battaglia di libertà, di diritto e di pace, di democrazia politica. Le crisi del mondo laico, del mondo comunista, del mondo verde devono essere crisi di crescita e non di sconfitta o di ulteriore degrado loro e della politica in Italia. Perchè questo accada è urgente e necessario che il processo di introversione in corso venga combattuto e vinto. Occorre che i fermenti, le ragioni e le speranze di riforma e di democrazia nuova e piena, presenti e comuni in queste crisi, trovino un momento di comune, identica unità pratica e ideale, nel e grazie al PR nel e grazie al CORA.
Il II Congresso del CORA, di conseguenza, nella convinzione che questo potrà immediatamente realizzarsi, almeno in parte e in modo e con assunzioni esemplari di responsabilità, decide di aggiornarsi al 20/21 gennaio 1990, per deliberare le proprie riforme statutarie e per eleggere i suoi organi dirigenti. Di conseguenza stabilisce che gli attuali organi e responsabilità statutarie siano prorogati fino ad allora e dà loro e a ciascun radicale del CORA il mandato e rivolge a ciascuno radicale del PR l'invito di assicurare l'obiettivo di un nuovo CORA, espressione unita e piena di un nuovo soggetto politico italiano autenticamente antifascista, democratico, liberale e libertario, nonviolento e - come un tempo la Lega Italiana per il Divorzio - forza decisiva e vincente contro il riproporsi della violenza e della tragedia dell'intolleranza e dell'autoritarismo.
DROGA-USA: UN ALTO MAGISTRATO PER LA LEGALIZZAZIONE
Robert Sweet, 67 anni, già procuratore e ex-assessore al comune di New-York si è pronunciato martedi sera per la legalizzazione delle droghe negli Stati Uniti; Il giudice federale di New-York, parlando in un club privato di New-York ha dichiarato: "stiamo facendo bancarotta, il nostro sistema giudiziario è sommerso da un fenomeno sociale".
Se da una parte Sweet ammette il rischio di un aumento del consumo in caso di legalizzazione, dall'altra constata invece: "Nulla dimostra che il proibizionismo per conto suo abbia messo fine alla dipendenza. Dal canto suo la Casa Bianca ha immediatamente ribadito: " La legalizzazione sarebbe un disastro nazionale senza precedenti e uno scandalo morale".
Ricordiamo che ultimamente, l'ex-segretario di Stato George Shultz ha preceduto Robert Sweet nella rosa delle personalità che con Milton Friedman, premio Nobel di economia, Kurt Schmoke, sindaco di Baltimora, Bill Mathesius, presidente della contea di Trenton, si dichiarano in favore della legalizzazione delle droghe negli Stati-Uniti.