Ota Veverka (CS)
Dissidente cecoslovacco, numerose volte incarcerato per le sue attività contro il regime comunista. E' stato liberato dopo la "rivoluzione di velluto" del novembre scorso.
Perchè io diventi membro di una organizzazione, questa deve essere umana e democratica, deve essere contraria al monopolio del potere; deve essere un'associazione di gente creativa e attiva che si rende conto delle sue responsabilità, non solo di fronte a se stessa, ma soprattutto davanti al mondo intero. Deve essere un'organizzazione che persegua i suoi obiettivi con la nonviolenza e la ragione, che sia capace di ascoltare.
Il Partito radicale transnazionale è tutto questo. Ci sono ancora tante cose da cambiare, che dobbiamo perseguire e per cui dobbiamo impegnarci: non solo nel nostro Paese. Non siamo soli; tutto quel che si svolge attorno a noi, in Polonia, in Cina, è semplicemente un problema di tutti. Abbiamo bisogno di una casa comune europea, ma non solo: abbiamo bisogno di una casa mondiale. Una casa in cui nessuno patisca ingiustizie, fame, violenza, guerra. Una casa in cui non ci saranno piu' cittadini cecoslovacchi o francesi, russi o americani, ma cittadini del pianeta.
In questo modo, chiunque avrà bisogno di aiuto lo riceverà da tutti, da ciascun altro, che sentirà di essere suo fratello.
So molto bene che oggi questa puo' apparire un'utopia. Ma è necessario affermare questa idea, e cercare di organizzarla, anche se ci sembra impossibile realizzarla. Devono diventare realtà.
Chiunque puo' cercare di realizzare le idee umane; il Partito radicale transnazionale è il primo movimento che ha fatto il primo passo su questa strada e vuole continuare. Per questo mi sono iscritto a questo partito.
Willer Bordon (I)
Deputato comunista, membro del Partito radicale
Un incontro naturale, quasi inevitabile
»Mi è sembrato che la ricerca del "nuovo Pr" fosse molto vicina a quella del "nuovo Pci" di Occhetto e quindi necessario andare a vedere dall'interno cosa succedeva. Un incontro naturale, quasi inevitabile. E poi occorre imparare a confrontarsi senza mantenere i vecchi confini ma coinvolgendosi totalmente, rischiando di compromettersi...
Carmine Benincasa (I)
Storico dell'arte e docente universitario, appartenente a Comunione e Liberazione
Il carisma della profezia
»Il Pr ha il carisma della profezia, individua domande e bisogni prima degli altri. Comunione e Liberazione e il Pr hanno in comune l'attenzione al bisogno individuale, la lotta alle leggi che creano il male, la coscienza del disagio dell'uomo del XX secolo. I radicali non stanno dalla parte del potere, ma di chi alza le braccia. Un cristiano deve andare a scoprire gente cosi, quando c'è, e lavorarci assieme.
Cristian Ovanisof (R)
Cittadino romeno
Un ponte tra tutti i partiti
»Sono entrato nel Partito Radicale perché ho le stesse idee per una vera Europa unita e per una vera democrazia e per il simbolo di libertà e pace che è quello di Gandhi. Attraverso la nonviolenza ed il dialogo noi potremo conquistare le cose migliori. Un'altra cosa importante per me è il carattere transnazionale del partito, ed un partito transnazionale può diventare un ponte tra tutti i partiti politici .
PIERLUIGI CONCUTELLI E MAGED EL MOLKY SI SONO ISCRITTI AL PARTITO RADICALE. CIRCA CENTO I DETENUTI IN ITALIA ISCRITTI AL P.R. OLTRE VENTI I CONDANNATI PER FATTI DI TERRORISMO, TRA CUI ALBERTO FRANCESCHINI, SERGIO SEGIO, NICOLA SOLIMANO, LUCA FRASSINETI, ROCCO MARTINO E LIVIO LAI. PER LA DIFESA DELLA LEGGE GOZZINI E PER L'INDULTO. "UN SEGNALE DI SPERANZA CHE VIENE DALL'ERGASTOLO. LOTTIAMO PER IL VOTO AI DETENUTI". DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, EX PRIMA LINEA, CONSIGLIERE FEDERALE DEL PARTITO RADICALE.
Roma, 5 giugno. Pierluigi Concutelli, già capo militare del disciolto Ordine Nuovo, condannato all'ergastolo per l'uccisione del giudice Occorsio, detenuto nel carcere di Rebibbia, si è iscritto al Partito Radicale. Con la sua, nella giornata di ieri, è giunta al P.R. anche l'iscrizione di Maged el Molky, palestinese, condannato per il sequestro della nave "Achille Lauro", anche lui detenuto nel carcere di Rebibbia.
"L'iscrizione al Partito radicale - ha dichiarato Sergio D'Elia, già appartenente a Prima Linea, oggi consigliere federale del P.R. - alla internazionale federalista e nonviolenta, di Concutelli, Maged el Molky e di molti altri imputati o condannati per fatti di violenza politica, è un segnale di speranza, che viene dall'ergastolo, per la vita del Partito Radicale, ma è anche un monito a quanti, in piena libertà e responsabilità, dimostrano di non sapere o volere assicurare a se stessi, al nostro tempo e alla nostra società il bene e l'opera del Partito radicale. Se nei prossimi giorni, dalle carceri italiane, dai detenuti e dai loro familiari, arrivassero al P.R. mille iscrizioni, avremmo una forza enorme, saremmo un partito (anche) dei detenuti e potremmo organizzarci per affermare i diritti civili e politici delle persone condannate, per conquistare, ad esempio, il diritto di voto ai detenuti".
La campagna iscrizioni è stata lanciata dai detenuti del penale di Rebibbia dove Marco Pannella ha avuto un incontro e dove sono iscritti in più di cinquanta detenuti. I detenuti italiani chiedono al Partito radicale la difesa ad oltranza della Legge Gozzini, soprattutto, dalle proposte di Gava e Vassalli che vogliono introdurre esclusioni dai benefici previsti dalla legge dei condannati per mafia, terrorismo, droga e sequestro di persona. I detenuti chiedono inoltre l'impegno per un indulto quale atto riparatore delle disparità prodotte dall'introduzione del nuovo Codice di procedura penale nei confronti dei condannati col vecchio rito. Gli iscritti al Partito radicale nelle carceri sono poco più di cento, di cui una ventina ex terroristi, tra cui Alberto Franceschini, fondatore delle B.R., Sergio Segio e Nicola Solimano, dirigenti di Prima Linea, Luca Frassineti dei COLP, Rocco Martino di Azione Rivoluzionaria e Livio Lai dei NAR.