I radicali in seminario a Praga (*)di Antonio Stango
Si è tenuto a Praga dal 15 al 17 giugno un seminario sul tema "Il Partito Radicale transnazionale e la nuova Europa", con la partecipazione del primo segretario, del tesoriere, dei presidenti del partito e del Consiglio Federale, di parlamentari europei ed italiani e di iscritti radicali attivi nei Paesi d'Europa centro-orientale. Erano presenti fra gli altri, oltre ad iscritti e simpatizzanti cecoslovacchi, iscritti giunti da Budapest, Mosca, Leningrado, Vilnius, Skopje, Zagabria, Lubiana e Bucarest.
Piu' che soffermarsi su un'analisi delle trasformazioni storiche in corso in Europa, ed in particolare nei Paesi in fase di transizione fra il totalitarismo comunista e i modelli di democrazia politica, il seminario ha inteso riproporre e discutere lotte caratterizzanti e metodi del Partito radicale cosi come si è finora configurato, ed iniziare ad individuare alcuni obiettivi e problemi della futura politica del partito transnazionale. Si è cercato di farlo con una serie di relazioni a tema - affidate ad undici iscritti - e con una discussione libera aperta a tutti gli interventi.
Nonviolenza, battaglia di democrazia e laicità
In apertura una relazione di Roberto Cicciomessere (deputato al Parlamento italiano) ha affrontato il tema della nonviolenza politica come battaglia di democrazia e di laicità, rievocando le campagne radicali dagli anni '60 agli anni '80 (con esempi quali la disobbedienza civile e l'autodenuncia di esponenti radicali per ottenere, in Italia, leggi per l'obiezione di coscienza e sull'aborto) e sostenendo fra l'altro la necessità di praticare nuove forme di iniziativa nonviolenta transnazionali anche associandole alla politica federalista. Paolo Pietrosanti (membro del Consiglio federale) ha quindi parlato della campagna contro la pena di morte. Partendo dal caso degli Stati Uniti d'America, esempio di Paese di democrazia politica che tuttora, in molti Stati federati, la mantiene in vigore, Pietrosanti si è soffermato sul dato distintivo dell'iniziativa radicale per l'abolizione della pena di morte. I radicali infatti hanno sempre affrontato questo problema della pena capitale come un problema di democrazia e
non, o non soltanto, come problema di diritti umani.
Nel dibattito seguito alle prime due relazioni, Antonio Stango (membro del Consiglio Federale del P.r.) ha sostenuto la possibile validità dell'azione nonviolenta anche all'interno di singoli Stati nazionali e contro i residui aspetti stalinisti della sistemazione dell'Europa e la necessità per il Partito radicale di lottare contro la pena di morte in quanto partito dei diritti umani.
Stati Uniti d'Europa
L'evoluzione della Communità europea vista da un'ottica federalista è stato il tema delle relazioni dei consiglieri federali Gianfranco Dell'Alba (vice-segretario del gruppo verde al Parlamento europeo) e Olivier Dupuis. Partendo dal divorzio crescente tra federalisti ed europeisti, ovvero tra quanti vedono nell'Europa federale lo strumento necessario per affrontare le nuovi sfide del nostro tempo e quanti vedono l'Europa solo come un strumento per meglio difendere i propri interessi nazionali, Dell'Alba si è soffermato sui rischi di vedere mollato del tutto il progetto federalista di unione politica dell'Europa e rafforzata, invece, la via della cooperazione intergovernativa. Ha quindi affermato la necessità per i federalisti di affermare con forza la necessità che la Comunità sia aperta a tutti i Paesi che vogliono appartenere ad uno Stato federale europeo e che sia lasciata da quanti non vogliono andare in questa direzione.
Partendo dalle situazioni dei Paesi d'Europa centrale ed orientale, Olivier Dupuis si è soffermato sui rischi che comporta per questi paesi il rafforzamento della logica intergovernativa sempre piu' forte all'interno dei Paesi della Comunità. Secondo lui il mancato uso dell'opportunità storica costituita dalle liberazioni dal totalitarismo dei Paesi d'Europa Centrale ed Orientale per creare un'Europa federale rischia di riportare rapidamente tutto il continente ad una situazione di forte conflittualità latente tra i stati, simile a quella del 1919, dopo "Versailles". In questa situazione le difficoltà sociali inerenti ai processi di ristruturazione in corso potrebbero diventare facilmente pretesti a conflitti. L'adesione rapida di questi paesi alla Comunità europea deve essere vista non soltanto come lo strumento per evitare esplosioni sociali e nazionali, ma anche - e soprattutto come lo strumento perchè gli stati europei dell'Est come dell'Ovest imbocchino risolutamente la strada dell'Europa federale.
Obiezione di coscienza
Della campagna per il riconoscimento del diritto all'obiezione di coscienza in Unione Sovietica hanno parlato gli iscritti di Mosca Nikolaj Khramov e Alexandr Pronozin, illustrando in particolare la petizione sottoscritta in proposito su iniziativa radicale da decine di deputati del Soviet di Mosca.
Nord-Sud: battaglia per la vita
Emma Bonino (presidente del Partito radicale) ha poi tenuto una relazione sul ruolo del Partito rispetto alla lotta contro lo sterminio per fame. La riduzione drastica dei tassi di mortalità attraverso leggi precise per l'intervento straordinario nel Terzo mondo è stata fin dal 1979 la richiesta del Partito radicale, sostenuta presto anche da un manifesto-appello che raccolse la firma di centotredici Premi Nobel. Le numerose iniziative intraprese dal P.r. nel corso di vari anni non furono pero' sufficienti a mutare la cultura dominante ed a suscitare una autentica rivolta morale e politica contro lo sterminio per fame: "un partito prevalentemente italiano - ha detto Emma Bonino - non poteva farcela. Potrebbe, forse, riuscirci il partito transnazionale che in questi mesi stiamo concependo. Ma se fallirà questo progetto fallirà anche la possibilità di riprendere, con nuove e maggiori forze, la battaglia per la vita".
Partitocrazia o democrazia
Un'analisi dei sistemi partitocratici, democratici ed a partito unico e della questione dei sistemi elettorali è stata tracciata da Lorenzo Strick-Lievers (membro del Gruppo Federalista Europeo ed Ecologista del Senato Italiano). Nel momento della transizione dalla dittatura alla democrazia nei Paesi d'Europa centro-orientale la valutazione del sistema politico italiano, nato anch'esso dopo un regime dittatoriale, puo' essere loro molto utile. Sempre secondo Strick Lievers va valutata con particolare attenzione il sistema elettorale scelto dagli antifascisti. Questo sistema, proporzionale quasi puro, che voleva privilegiare la rappresentazione di tutti gli interessi della società è stato invece all'origine di un sistema nel quale nessuno è mai responsabile di quanto ha detto e fatto. La politica italiana è quindi diventata prima una trattativa universale e poi una spartizione di tutto il potere. Questo processo ha portato ad un sistema dove esiste molta libertà ma dove non c'è piu' certezza del diritto e ris
petto delle regole del gioco. Nelle sue conclusioni Strick-Lievers ha ribadito la validità del sistema elettorale anglossassone.
Sud-Africa, Tibet, ...
Giovanni Negri (radicale, deputato social-democratico) ha parlato di un possibile approccio radicale ai problemi del Sud Africa rispetto al quale ha evidenziato le svolte positive dell'attuale governo che costituiscono secondo lui l'unica vera novità in termini di costruzione della democrazia in Africa. Sul Tibet, tuttora ancora vittima di una durissima colonizzazione, per la quale si è parlato di genocidio, da parte della Cina, Negri ha sottolineato la necessità per il partito transnazionale di concepire azioni nonviolente.
Nazional-democrazia
Delle evoluzioni nazional-democratiche nell'Europa centro-orientale ha parlato Adelaide Aglietta (radicale, deputata verde al Parlamento europeo). Dopo aver indicato alcune tentazioni "nazionali" comuni ai diversi Paesi dell'Europa centro-orientale, si è soffermata piu' a lungo sui casi romeno e bulgaro, prendendo spunto dalle sue recenti esperienze fatte in qualità di presidente delle delegazioni "Parlamento Europeo-Romania" e "Parlamento Europeo-Bulgaria".
Antiproibizionismo
Marco Taradash (deputato antiproibizionista al Parlamento europeo) ha invece affrontato il tema dell'antiproibizionismo sulle droghe come battaglia di democrazia. Si è soffermato in particolare sulla necessità di impostare rapidissimamente una politica antiproibizionista nei Paesi d'Europa centro-orientale se non si vuole assistere anche in questi Paesi ad un esplosione del consumo della droga ed ad un radicamento delle mafie internazionali della droga con tutte le conseguenze che esso rappresenta.
Romania
Una particolare attenzione da parte del seminario è stata dedicata alla situazione della Romania. Pochi giorni dopo la sanguinosa repressione a Bucarest delle proteste contro l'attuale governo - i radicali riuniti a Praga hanno voluto manifestare per la democrazia, il rispetto dei diritti umani e civili e la nonviolenza recandosi davanti all'ambasciata romena con cartelli e simboli del partito. Significativo poi l'intervento di Andra Bunea, studentessa a Bucarest, che aggredita e picchiata da una delle squadre di minatori chiamate a "ripristinare l'ordine" nella capitale romena ha portato la testimonianza diretta di quanto era successo in Romania il 13 e 14 Giugno.
Ambiente
A Virginio Bettini (deputato verde al Parlamento Europeo, iscritto al P.r.) è stata affidata un'ampia relazione sui problemi ambientali. Egli ha individuato tre grandi settori ambientali che necessitano di interventi urgenti. Il settore delle immissioni inquinanti (anidride solforose, anidride carboniche); il settore agricolo nel quale i modelli di produzione si sono rivelati del tutto sbagliati; il settore dell'energia, nel quale i rendimenti, come lo ha dimostrato paragonando Est e Ovest con una serie di indicatori, sono tutti catastrofici per i Paesi dell'Europa Centrale ed Orientale.
L'internazionale federalista e nonviolenta radicale
Articolando la sua esposizione in piu' di un intervento, Marco Pannella (presidente del Consiglio Federale del P.r.) ha parlato a lungo del ruolo del partito nella nuova Europa che, fra contraddizioni e rischi di gravi errori, si sta delineando. Il titolo della sua relazione era "l'internazionale federalista e nonviolenta radicale. Liberaldemocrazia e socialdemocrazia." Partendo dalla costatazione di quanto tempestiva sia stata l'iniziativa del Partito radicale in alcuni momenti allorché si trattava di contribuire a destabilizzare, con azioni nonviolente, i regimi totalitari al potere nell'Europa centro-orientale, Pannella ha sottolineato l'esigenza di costruire non "la democrazia in un solo Paese", ma un'Europa ed un mondo federalisti, anche come sola possibile garanzia per la libertà ed i diritti di tutti i cittadini e di tutte le minoranze. "Trovo pericolose - ha dichiarato Pannella ad un giornale cecoslovacco - le illusioni che sia possibile tornare a quelle democrazie che abbiamo visto negli anni 1918-1
9 o piu' tardi nel '45. I democratici che volevano la democrazia e insieme l'indipendenza per il proprio Paese sono stati rovesciati prima dai fascisti e poi dai comunisti."
Fra gli interventi nel dibattito generale, quelli di Richard Stockar, John Bok, Irina Podlesova, Jan Honner, Mirek Sokup, Remo Csok, Miroslav Landa, Diana Rexhepi, Ionas Cekualis, Oldrich Piller (detenuto nel carcere di Ostrov Nad Ohri) a chi era stato concesso, anche grazie alla disponibilità del direttore del carcere, il permesso di partecipare ai lavori del seminario.
Dal dibattito sono emerse da un lato le difficoltà che i militanti dei diversi Paesi affrontano giorno per giorno in termini di organizzazione dell'azione politica radicale, e dall'altro alcune indicazioni circa le priorità e gli obiettivi che il partito si deve porre nei prossimi mesi. Da parte di molti iscritti sono state avanzate riserve sulla consuetudine di chiamarsi "compagni", termine questo che assume, nei Paesi che hanno conosciuto il totalitarismo comunista, un significato assolutamente negativo.
A conclusione della discussione, anche grazie ai momenti di incontro e di dialogo sviluppatisi ai margini del seminario, si è arrivati a definire in linea generale la prossima campagna di iniziative radicale in Europa, con la raccolta di firme per cinque petizioni, uguali per tutti i Paesi, incentrate su nonviolenza, federalismo ed ecologia. Si raccoglierano firme in Unione Sovietica, in Cecoslovacchia, in Ungheria, in Romania, in Yugoslavia ed in altri Paesi in cui esistono iscritti e militanti radicali, per gli Stati Uniti d'Europa (con due petizioni), contro la pena di morte, per il diritto all'obiezione di coscienza e per una politica ecologica.
(*) Ci scusiamo presso i lettori per la brevità di questo sunto che non puo', ovviamente, rispecchiare fedelmente il dibattito che si è svolto a Praga. Ma non mancheremo di tornare sull'argomento, pubblicando nei prossimi numeri della Lettera Radicale, insieme alle petizioni, diversi tra gli interventi di questo seminario.