Di Jean-Luc RobertCOLTIVAZIONE DI COCA ANCHE IN AFRICA
La guerra contro la droga comincia a fare trasparire alcuni effetti perversi che anche i più critici degli antiproibizionisti non avrebbero potuto presupporre. Ad esempio, gli esperti della lotta anti droga hanno potuto dimostrare che la contromossa immaginata dai baroni colombiani del narcotraffico, contromossa già in atto, consiste semplicemente non più nell'esportare la cocaina, ma bensì intere piantagioni di coca verso l'Africa australe. Gli agronomi concordano infatti nell'affermare che le condizioni per la coltivazione della coca sono pressoché identiche a quelle necessarie per la coltivazione del caffè. Non è difficile immaginare l'enorme potenziale che può ancora essere sfruttato. Questa nuova strategia dei trafficanti colombiani ha un doppio vantaggio: da una parte contrastare l'offensiva americana focalizzata esclusivamente sulle piantagioni di coca ed i laboratori di fabbricazione di cocaina situati nei paesi andini (Peru', Bolivia e Colombia), e d'altra parte assicurare la spedizione, più efficac
e e meno onerosa, dall'Africa verso l'Europa.
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LOGICA CARTESIANA
A seguito della recente visita del Presidente colombiano Barco in Europa, la Commissione delle Comunità Europee, ha ultimamente divulgato il proprio piano di lotta alla droga in Colombia. Questo programma prevede una serie di aiuti alla produzione ed all'esportazione verso la CE delle principali altre produzioni agricole tradizionali della Colombia, che sono i fiori, il caffè ed il tabacco.
E' con la massimo serietà che le autorità europee hanno annunciato il lancio di questo programma che consiste nel lottare contro la produzione di una pianta che può servire di base alla fabbricazione di stupefacenti, attraverso il sostegno alla produzione ed all'importazione nella CEE di altre sostanze stupefacenti quali il tabacco e il caffè.