==============================================Italia-Cina
NON DIMENTICHIAMO TIEN AN MEN: MANIFESTAZIONE RADICALE
Roma, 2 giugno 1990. Una sessantina di radicali, tra cui parlamentari europei ed italiani, hanno manifestato di fronte all'Ambasciata della Cina per ricordare i tragici eventi dell'anno scorso che vide assassinate le grande speranze nate con il movimento per la democrazia.
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Italia-Tibet
SI, COMUNQUE AD ARAFAT, NO AL TIBET. DICHIARAZIONE DI MARCO PANNELLA.
Roma, 2 giugno 1990. Arafat sì, comunque. Sì, comunque, all'OLP. Sì anche quando assassinano palestinesi, sistematicamente, accusando di collaborazionismo le loro opinioni.
Il Dalai Lama è ricevuto a Roma dal Papa ma non dal Presidente della Repubblica perché il Governo non vuole, non dal Presidente del Consiglio, non dai Presidenti delle Camere, per vile solidarietà con gli assassini di Tien An Men e del Tibet, o per cieco, prima ancora che cinico, realismo.
Occorre denunciare questo atteggiamento, che è anche europeo, oltre che italiano. A cominciare - penso - dalla Camera dei deputati e dal Parlamento europeo, oltre che con iniziative e lotte politiche, democratiche, antipartitocratiche e nonviolente.
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Italia
PIERLUIGI CONCUTELLI, GIA CAPO MILITARE DELL'ORDINE NUOVO E MAGED EL MOLKY, PALESTINESE, CONDANNATO PER IL SEQUESTRO DELLA NAVE "ACHILLE LAURO", AMBIDUE DETENUTI NEL CARCERE DI REBIBBIA-ROMA SI SONO ISCRITTI AL PARTITO RADICALE.
Roma, 5 giugno 1990. Pierluigi Concutelli, già capo militare del disciolto Ordine Nuovo, condannato all'ergastolo per l'uccisione del giudice Occorsio, detenuto nel carcere di Rebibbia, si è iscritto al Partito Radicale. Con la sua è giunta al P.R. anche l'iscrizione di Maged el Molky, palestinese, condannato per il sequestro della nave "Achille Lauro", anche lui detenuto nel carcere di Rebibbia.
Ricordiamo che attualmente circa un centinaio di detenuti sono iscritti al Partito radicale, di cui una ventina per fatti di terrorismo. Tra cui Alberto Franceschini, fondatore delle B.R., Sergio Segio e Nicola Solimano, dirigenti di Prima Linea, Luca Frassineti dei COLP, Rocco Martino di Azione Rivoluzionaria e Livio Lai dei NAR. I detenuti chiedono al Partito radicale la difesa ad oltranza della Legge Gozzini contro nuove leggi che vogliono introdurre esclusioni per certe categorie di condannati dai benefici previsti dal nuovo codice penale.
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Italia
ISCRIZIONI DAI CARCERI: DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, CONSIGLIERE FEDERALE DEL PARTITO RADICALE,
Roma, 5 giugno 1990. "L'iscrizione al Partito radicale - ha dichiarato Sergio D'Elia, già appartenente a Prima Linea, oggi consigliere federale del P.R. - alla internazionale federalista e nonviolenta, di Concutelli, Maged el Molky e di molti altri imputati o condannati per fatti di violenza politica, è un segnale di speranza, che viene dall'ergastolo, per la vita del Partito Radicale, ma è anche un monito a quanti, in piena libertà e responsabilità, dimostrano di non sapere o volere assicurare a se stessi, al nostro tempo e alla nostra società il bene e l'opera del Partito radicale. Se nei prossimi giorni, dalle carceri italiane, dai detenuti e dai loro familiari, arrivassero al P.R. mille iscrizioni, avremmo una forza enorme, saremmo un partito (anche) dei detenuti e potremmo organizzarci per affermare i diritti civili e politici delle persone condannate, per conquistare, ad esempio, il diritto di voto ai detenuti".
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Italia
DOPO LA SCONFITTA DEI REFERENDUM SU CACCIA E PESTICIDI, BISOGNA AFFRONTARE IL VERO PROBLEMA, QUELLO DELL'INFORMAZIONE TELEVISIVA. DICHIARAZIONE DI PEPPINO CALDERISI, RADICALE, PRESIDENTE DEL GRUPPO FEDERALISTA EUROPEO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI.
Roma, 7 giugno 1990. Dopo che la sconfitta nei referendum su caccia e pesticidi per il mancato raggiungimento del quorum del 50 percento degli elettori, Peppino Calderisi, radicale, presidente del gruppo federalista europeo alla Camera dei Deputati ha dichiarato: "(...)
Il referendum è lo strumento attraverso il quale una quota di cittadini ha il diritto di convocare tutto il corpo elettorale a pronunciarsi su un ben determinato quesito. Per garantire davvero questo diritto occorre assicurare che tutto il corpo elettorale partecipi ad un vero scontro tra le diverse tesi. Questo non è accaduto. E' stata censurata anche la propaganda astensionista. Se la tv avesse realizzato dei confronti diretti tra astensionismo e partecipazione, i cittadini avrebbero potuto compiere una scelta davvero consapevole e molto probabilmente avremmo avuto un risultato diverso. Purtroppo anche i verdi non lo hanno capito, non chiamando i fautori dell'astensione ad uno scontro diretto ed esplicito."
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Italia-Europa
UNIONE EUROPEA: "NO ALL'UNIONE TRUFFA". INCONTRO DEL SEGRETARIO DEL PARTITO RADICALE SERGIO STANZANI E DEL SEGRETARIO DEL MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO GIOVANNI VIGO.
Roma, 7 giugno 1990. In seguito al loro incontro sui problemi dell'Unione Europea, il segretario del Partito Radicale Sergio Stanzani e il segretario del MFE Giovanni Vigo hanno rilasciato il seguente commento congiunto: "I prossimi mesi saranno decisivi per l'avvenire dell'Europa e delle sue nazioni. L'unificazione economica e monetaria è già in via di realizzazione. E' invece ancora da fare la scelta relativa al tipo di Unione politica che si vuole costruire. A Parknasilla i Ministri degli Esteri della Comunità hanno fatto un passo in una direzione inaccettabile poiché si sono orientati verso un'Unione fondata non su base federale e sulla democrazia ma sul rafforzamento del Consiglio europeo.
Il PR e il MFE sottolineano che si tratta di una scelta antidemocratica perché esclude dal processo di costruzione dell'Europa il Parlamento europeo legittimo rappresentante dei cittadini europei, e inefficace perché, senza un governo democratico, la Comunità non può né imprimere una forte caratterizzazione sociale all'unione economica e monetaria, né partecipare attivamente alla costruzione, già in corso, del nuovo ordine europeo e mondiale.
Il PR e il MFE ritengono:
a) che il sistema istituzionale dell'Unione europea debba comportare la trasformazione della Commissione in un vero e proprio governo europeo, dotato di poteri limitati ma reali, responsabile di fronte al Parlamento europeo; che a quest'ultimo debbano essere attribuiti poteri legislativi; che il Consiglio dei Ministri debba essere trasformato gradualmente in una Camera degli Stati;
b) che la sola via nel contempo efficace e legittima per realizzare l'Unione europea sia l'attribuzione di un mandato costituente al Parlamento europeo come ha chiesto l'88% dei cittadini italiani con il referendum del 18 giugno 1989. Ritengono inoltre che per quanto riguarda la conferenza intergovernativa sull'Unione politica, il governo italiano debba far valere, fin dal prossimo vertice di Dublino, le sue riserve formali nei confronti di qualunque progetto non democratico di Unione europea, e proporsi di tenere aperto il problema finché non abbia ricevuto una soluzione rispettosa dei principi della democrazia.
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Unione Sovietica
76 DEPUTATI DEL SOVIET DI MOSCA FIRMANO UN APPELLO PER IL RICONOSCIMENTO DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA. DICHIARAZIONE DI ALEXANDER KALININ, MEMBRO DEL PARTITO RADICALE, DEPUTATO DEL SOVIET DI MOSCA.
Mosca, 8 giugno 1990. "(...) Occorre rilevare che i deputati del Mossoviet che hanno firmato l'Appello considerano il Congresso dei deputai popolari della Federazione Russa come il sommo organo del potere di sovranità, e che esso sia abilitato ad emettere decisioni su qualsivoglia questione. (...) Alcuni altri deputati, in particolare N.K. Nikolaev, ritengono sia necessario inviare l'Appello sia al Congresso dei Deputati del Popolo della Federazione Russa, sia al Soviet Supremo dell'URSS. (...) Sostanzialmente tutti i sottoscritti del Mossoviet vedono il diritto della rinunzia al servizio militare per motivi di coscienza come un essenziale supplemento al diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione e al diritto alla libertà di convinzioni e alla libera espressione di queste, mentre il servizio civile alternativo è visto come condizione inderogabile per il passaggio verso un esercito professionale.
Il fatto che al momento di sottoporre l'Appello al Congresso dei deputati della Federazione Russa, esso è stato firmato da 76 deputati del Mossoviet, dimostra la progressiva demilitarizzazione della forma mentis dei cittadini sovietici, dimostra la loro presa di coscienza per quanto riguarda l'interrelazione organica tra il complesso militare-industriale e il sistema amministrativo comandato e dimostra una sempre maggiore criticità da parte della stessa società (per lo meno la parte politicizzata) nei confronti della smoderata quantità di interpellanze emesse dal Comitato di Leva Militare. Tutte queste tendenze riflettono e nel contempo creano uno stimolo perché siano operate trasformazioni di vasto respiro. A meno che questi cambiamenti non divengano oggetto di manovre ostruzionistiche (il che, purtroppo non è da escludere), sarà forse possibile arrivare, in tempi brevi, all'instaurazione di una nuova consapevolezza sociale sul piano qualitativo, che sia basata sull'incondizionato riconoscimento della digni
tà e dei diritti dell'individuo, facendo sì che il sistema amministrativo comandato diventi eticamente inaccettabile e repellente."
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Bulgaria
ELEZIONI: PRESENZA DI ADELAIDE AGLIETTA, RADICALE, DEPUTATO EUROPEO DEL GRUPPO VERDE
Sofia, 10 giugno 1990. Adelaide Aglietta, presidente delle Commissioni P.E.-Romania e P.E.-Bulgaria ha assistito in qualità di osservatore internazionale alle elezioni bulgare.
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Romania-Parlamento europeo
INTERVENTO IN AULA DI ADELAIDE AGLIETTA, RADICALE, MEMBRO DEL GRUPPO VERDE
Strasburgo, 13 giugno 1990. Non appena giunte da Bucarest le notizie secondo le quali gli studenti di Piazza dell'Università erano stati sgomberati con la forza, duramente picchiati e impediti di trasmettere un loro comunicato alla televisione romena, Adelaide Aglietta, presidente della delegazione P.E.-Romania è intervenuta in aula chiedendo che fossero immediatamente sospesi gli accordi commerciali che erano stati firmati poche settimane prima con la Romania. Visto che secondo il regolamento non è possibile discutere di un tema che non sia stato precedentemente messo all'ordine del giorno ha chiesto che questa presa di posizione ufficiale del Parlamento europeo venisse fatta tramite il Suo presidente. Da notare che il giorno seguente, la Commissione esecutiva della C.E. ha dichiarato la sospensione degli accordi commerciali. Durante la sessione di luglio Adelaide Aglietta presenterà a nome del gruppo verde al P.E. una risoluzione d'urgenza chiedendo che sia confermata la decisione di sospendere gli accordi
fino a che non sarà fatta piena luce su questi tragici fatti e fino a che non ci siano da parte del governo romeno assicurazioni che fatti di violenza non si ripeteranno.
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Italia
COSTRUZIONE EUROPEA: LETTERA DI PEPPINO CALDERISI, PRESIDENTE DEL GRUPPO PARLAMENTARE FEDERALISTA EUROPEO A NILDE IOTTI PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI ITALIANA.
Roma, 14 giugno 1990. "(la mancanza di dibattito nel Parlamento italiano è) tanto più grave se si considera che sta prevalendo la tesi non di un'unione di tipo federale con l'attribuzione di poteri effettivi al Parlamento europeo - come ha sempre chiesto il Parlamento italiano e lo stesso corpo elettorale con il referendum del 18 giugno 1989 - ma un'unione di tipo confederale e intergovernativa, insomma un'Europa delle patrie.
Non si tratta quindi della questione di fare passi più o meno piccoli, ma in quale direzioni farli, perchè siamo difronte a politiche del tutto opposte."
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Italia
I RADICALI DEL CORA (COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA) OFFRONO UNA BUSTINA DI CAMOMILLA AL PREFETTO DI ROMA, ALESSANDRO VOCI.
Roma, 14 giugno 1990. Per sostenere il prefetto di Roma nell'opera impossibile qual è l'applicazione delle nuovi leggi proibizioniste votate recentemente dal Parlamento italiano, il Coordinamento radicale antiproibizionista gli ha offerto un consistente pacco di camomilla.
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Italia-Parlamento
RIDURRE E CANCELLARE LE SANZIONI AL SUD AFRICA. MOZIONE FIRMATA DA DEMO-CRISTIANI, SOCIALDEMOCRATICI, REPUBBLICANI, RADICALI DIPOSITATA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI. DICHIARAZIONE DI GIOVANNI NEGRI, RADICALE, DEPUTATO SOCIAL-DEMOCRATICO.
Roma, 15 giugno 1990. "Non è una mancanza di rispetto per Mandela, né un'astrazione. E' una proposta seria ed attuale, contro le facili demagogie. Sono molto lieto che DC, PRI, PSDI E PR chiedano con una mozione il superamento delle sanzioni al Sud Africa.
Avremo finalmente un confronto parlamentare serio sulle grandi questioni della convivenza razziale, della fame e del sottosviluppo, dell'immigrazione, perchè ragionare di Sud Africa vuol dire ragionare di tutto questo". "In questa occasione - ha proseguito Giovanni Negri - vorrei contribuire al dibattito sulla questione Sud Africa, ricordando che :
1) Milioni di uomini e donne di colore sono emigrati in Sud Africa per vivere e lavorare. Lo hanno fatto nella consapevolezza che il Sud Africa è il paese africano con il più alto standard di vita anche della popolazione di colore.
2) Il cosiddetto ghetto di Soweto è più civile della periferia di alcune città italiane. Ed è un paradiso a paragone delle bidonvilles di decine di capitali africane, governate da regimi dittatoriali e feroci (con i quali ovviamente il Governo e i partiti italiani felicemente "cooperano"), che condannano i propri sudditi alla fame, al sottosviluppo, all'assoluta negazione di diritti umani e civili.
3) La perestroika sudafricana può in breve tempo dare luogo al primo esempio di società plurietnica effettivamente democratica e sviluppata, tassello indispensabile per lo sviluppo di un continente purtroppo sempre più sprofondato nel sottosviluppo.
4) Le sanzioni non hanno provocato alcun danno all'economia sudafricana, e mettono invece in luce le nuove, clamorose contraddizioni di un paese come l'Italia.
Noi introduciamo le quote sull'immigrazione e il Sud Africa no. Noi "cooperiamo" con i varii Mobutu e Siad Barre, i cui regimi sono denunciati da Amnesty International e i cui oppositori "spariscono".
Noi ignoriamo decine di milioni di morti per fame ogni anno, per i quali non si agita alcun "comitato antiapartheid", mentre un apartheid di fatto cresce nelle nostre città.
Perciò, proprio perchè abbiamo lottato per la liberazione di Mandela, ora diciamo che non è più tempo di sanzioni.
E che i nuovi, drammatici problemi delle nostre società impongono di dire sul Sud Africa qualche verità - Scomoda, ma verità.
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Italia-Tibet
RICEVIMENTI DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E DAL PRIMO MINISTRO: ARAFAT E MANDELA SI, IL DALAI LAMA NO, PERCHE'? DICHIARAZIONE DI EMILIO VESCE, RADICALE, DEPUTATO DEL GRUPPO VERDE ARCOBALENO.
Roma, 15 giugno 1990. "Con tutto il rispetto per Mandela e la battaglia che ha condotto, davvero non si riesce a comprendere per quali ragioni il Presidente della Repubblica Cossiga e il Presidente del Consiglio Andreotti, lo abbiano ricevuto con tutti gli onori di un Capo di Stato - così come è accaduto per Jasser Arafat - mentre non hanno degnato di un saluto e di un colloquio il Premio Nobel per la Pace 1989, cioè il Dalai Lama. Prendiamo atto che senza una parola di spiegazione due leaders che hanno teorizzato la lotta armata (e ciascuno è libero di dare il giudizio che vuole) vengono ricevuti con tutti gli onori mentre i massimi testimoni politici e protagonisti delle lotte nonviolente sono trattati da estranei al Quirinale e a Palazzo Chigi.
Ci pare legittimo esigere qualche chiarimento in proposito."
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Italia-Romania
MANIFESTAZIONE DEL PARTITO RADICALE DAVANTI ALL'AMBASCIATA DI ROMANIA A ROMA, CON LA PARTECIPAZIONE DI DECINE DI CITTADINI ROMENI.
Roma, 16 giugno 1990. 300 persone, tra cui molti cittadini romeni hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Partito radicale di fronte all'ambasciata romena. I radicali hanno esposto un grande striscione con la scritta "Romania: libertà, democrazia, nonviolenza". Numerosi anche i cartelli indossati dai manifestanti con i quali si condannavano le violenze avvenute a Bucarest in questi giorni, denunciando in particolare le responsabilità del Presidente romeno Iliescu. I manifestanti si sono incontrati con l'incaricato d'affari dell'ambasciata che è uscito in strada e ha risposto alle domande dei cittadini romeni e dei giornalisti, esprimendo il suo disaccordo con l'uso della violenza in questi giorni nel suo paese."
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Cecoslovacchia-Romania
MANIFESTAZIONE DEL PARTITO RADICALE DI FRONTE ALL'AMBASCIATA ROMENA.
Praga, 18 giugno 1990. Un centinaio di radicali, tra cui i deputati europei Pannella, Aglietta, Taradash, i deputati italiani Calderisi, Negri, Cicciomessere, il senatore Strik-Lievers, militanti radicali sovietici, lituani, yugoslavi, italiani, cecoslovacchi, belgi, francesi, romeni ed ungheresi hanno manifestato di fronte all'ambasciata romena di Praga per denunciare gli intollerabili atti di violenza di cui si sono resi responsabili le nuove autorità di questo paese.
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Italia-Romania
IN OCCASIONE DELLA PARTITA ROMANIA-ARGENTINA APPELLO DEL PARTITO RADICALE E DEL COMITATO ITALIANO HELSINKI AI TIFOSI ITALIANI E ALLE SQUADRE DELLA ROMANIA E DELL'ARGENTINA. UN MINUTO DI SILENZIO IN MONDOVISIONE PER DIRE BASTA AL SANGUE E ALLA VIOLENZA.
Roma, 18 giugno 1990. "Era importante, hanno dichiarato Violeta Barascu, rumena iscritta al Partito radicale e Mariateresa Di Lascia, consigliere federale del Partito radicale, fare un atto di solidarietà visibile con il popolo rumeno, perseguitato ed oppresso prima da Ceausescu ed oggi da Iliescu. Un minuto di silenzio é solo un atto emblematico e possibile che può parlare più di molti discorsi e può dare coraggio ad un popolo che si sente tanto più isolato quanto più é alla mercé della violenza e della follia".
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Cecoslovacchia
QUATTRO O CINQUE GRANDI STATI FEDERALI PER PREPARARE IL NUOVO SVILUPPO DELLA DEMOCRAZIA PER TUTTO IL PIANETA.
Praga, 18 giugno 1990. In margine al seminario del Partito radicale "Nuova Europa" che si è svolto a Praga il 17 e 18 giugno Marco Pannella è stato intervistato da Zemedelske Noviny.
(...) D.: Quali sono le idee del Partito radicale sul futuro dell'Europa ?
R.: Noi siamo sempre stati federalisti europei: non soltanto non crediamo nel socialismo in un solo paese, ma non crediamo alla democrazia in un solo paese. Pensiamo che in tutto il mondo debbano crearsi non più di quattro-cinque grandi stati federali che preparino il nuovo sviluppo verso la democrazia per tutto il pianeta. Trovo pericolose le illusioni che sia possibile tornare a quelle democrazie che abbiamo visto negli anni 1918-1919 o più tardi nel 1945-46. I democratici che volevano la democrazia e insieme l'indipendenza per il proprio paese sono stati rovescati prima dai fascisti e poi dai comunisti.
D.: In Europa è in corso un processo di democratizzazione, ma si stanno anche rafforzando le voci nazionalistiche e separatistiche. Come le giudica ?
R.: E' la conseguenza dell'esistenza degli stati nazionali. In 150 anni l'Inghilterra non ha risolto il problema dell'Irlanda, la Spagna non ha risolto il problema dei Baschi. Non è possibile garantire la libertà e i diritti di tutti i cittadini, di tutti i paesi e di tutte le minoranze né in una democrazia nazionale né in una democrazia comunista: negli Stati Uniti d'Europa questi problemi non avrebbero più ragione di esistere. Abbiamo bisogno di uno stato federale europeo, e non di piccoli stati in Europa.
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Unione Sovietica
URSS: NASCITA DI UN PARTITO LIBERTARIO: COMMENTO DEL PARTITO RADICALE.
Roma, 20 giugno 1990. "Siamo venuti a sapere che, mentre era in corso a Praga un convegno del Partito radicale transnazionale con la partecipazione di rappresentanti radicali dei diversi paesi del centro e dell'Est Europa, russi compresi, a Mosca lo stesso Partito avrebbe convocato un convegno su vari temi. Alla stessa riunione, non si capisce bene di chi e con chi, sarebbe stato deciso di fondare un "Partito libertario". Augurando a questa nuova formazione politica buona fortuna, il Partito radicale tiene però a precisare, se fosse necessario, che non ha nulla a che fare con questo episodio e che è completamente estraneo a questo nuovo partito.
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Yugoslavia-Croazia
RIUNIONE COSTITUTIVA DEL MOVIMENTO EUROPEO
Zagabria, 23 giugno 1990. Vito Cesmadiszki, segretario dell'Associazione radicale per gli Stati Uniti d'Europa, ha partecipato alla riunione costitutiva del Consiglio Croato del Movimento Europeo.
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Danimarca
CONVEGNO INTERNAZIONALE DI AMNESTY INTERNATIONAL SUI DIRITTI UMANI E SULL'OBIEZIONE DI COSCIENZA: INTERVENTO PER IL PARTITO RADICALE DI NIKOLAJ KHRAMOV, DI MOSCA.
Copenhagen, 27 giugno 1990. Il Partito radicale ha delegato alle assise di Amnesty International Nikolaj Khramov, iscritto radicale di Mosca e impegnato da molti anni in Urss nelle lotte nonviolente per la pace e il disarmo. Nel suo intervento Khramov ha anche presentato il documento a favore dell'obiezione di coscienza promosso dal radicale Kalinin e firmato da 76 deputati del Soviet di Mosca. Ulteriori informazioni nella prossima lettera radicale.
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Unione Sovietica
SIMPOSIO RAOUL VALLENBERG SUI DIRITTI DELL'UOMO
Mosca, 29 giugno 1990. Il fondo Raoul Vallenberg ha organizzato nella capitale sovietica un simposio sui diritti dell'uomo in Unione Sovietica nell'era delle riforme. Hanno partecipato ai lavori i radicali Irina Podlessova, Alexander Pronozin, Assia Lachtchiver e Dmitri Korolkov. Assia Lachtchiver è intervenuta sul tema della libertà di stampa.
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