di Virginio BettiniParlamentare europeo, membro del gruppo verde, iscritto al Partito radicale, Virginio Bettini era stato invitato al seminario "Il Partito radicale transnazionale e la nuova Europa" organizzato a Praga nel giugno scorso dal Partito radicale. Il testo che qui sotto vi proponiamo riporta l'essenziale della relazione che fece in quella sede.
La mia relazione, che riguarda specificatamente gli scenari dell'ambiente all'Est ed all'Ovest è divisa in due parti. Nella prima parte mi occupero' del raffronto internazionale. Nella seconda della proposta dei Verdi per una strategia comune per l'Europa occidentale e per l'Europa centrale ed orientale in fatto di prevenzione ambientale. In questa seconda parti indichero' alcuni percorsi, alcuni tracciati che noi possiamo percorrere nella nostra attività politica. (...)
Affrontero' quindi tre questioni: energia, agricoltura ed emissioni inquinanti. E come su questi punti si possono sviluppare progetti e programmi comuni di ricerca e di lavoro, tra Est e Ovest, in termini politici ?
Intensità dell'uso di energia
Vediamo prima i dati relativi all'intensità dell'uso dell'energia. Il fabbisogno di energia per unità di prodotto si esprime ormai, per convenzione internazionale, in megajoule per dollari di prodotto interno lordo. Il megajoule è il parametro scientifico del rendimento, e lo rapportiamo al prodotto interno lordo in dollari, per i diversi paesi.
Se facciamo quest'esame si puo' notare come i valori per i paesi ad economia di mercato, cioè i paesi occidentali, sono compresi tra 8,6 e 19,3 megajoule/dollari. Sono enormemente inferiori a quelli ad economia centralizzata, i cui valori sono compresi tra 21,5 e 49,5.
L'Italia si colloca in posizione mediana tra i paesi occidentali, dove il migliore rendimento di intensità energetica del prodotto interno lordo è quello della Francia, seguito dalla Svezia, dal Giappone, dalla Spagna, dalla Germania occidentale, dall'Italia, dalla Gran Bretagna. Buoni ultimi gli Stati Uniti, che sono un Paese di grandi disastri energetici in termini occidentali.
I paesi socialisti, i paesi ad economia centralizzata e che si avviano, o si avvieranno - chi lo sa ? - verso l'economia di mercato, devono risolvere grossi problemi di rendimento. Questo è un fatto molto coinvolgente, perchè comporta questioni di tutti i giorni per la gente. Gli sprechi energetici nella combustione dei sistemi di trasporto collettivi e privati, significa in effetti peggioramento della qualità dell'aria nelle città e vicino alle zone industriali. Significa anche minore costo nei prodotti che si acquistano. Un prodotto di minore costo energetico è un prodotto migliore dal punto di vista ambientale e costa di meno sul mercato. Un minore costo energetico è quindi anche un modo per abbattere l'inflazione ed per poter promuovere una certa condizione di qualità in termini economici ed in termini ambientali.
Sono temi che, per esempio, i grandi partiti conservatori, di centro, o partiti socialdemocratici, che sono quelli di maggiore profilo in questo momento nei paesi dell'Est, non presentano, non propongono.
Noi, come ambientalisti, come verdi e come radicali, dobbiamo imporre questi temi, perchè il nostro ruolo è quello di stimolare preventivamente il dibattito politico rispetto ai tempi che ha poi la reattività politica della struttura.
Questo è sempre stato il ruolo che hanno avuto i radicali e alcune parti delle "frange" verdi, almeno in Italia, e che vorrei che avessero anche i radicali ed i Verdi in Cecoslovacchia, in Ungheria, in Polonia, in Unione Sovietica, in Romania, in tutti i Paesi di cui siamo interlocutori.(...)
Il problema dell'agricultura
Il problema dell'agricoltura cementa, secondo me, la questione dei Paesi dell'Est, cementa anche un po' la questione dei paesi dell'Ovest.
Che cos'è la produttività agricola totale ? E' il parametro che fa riferimento ad una serie di "input". Questi sono: il lavoro, i fertilizzanti, le macchine.
La produttività agricola totale, in Unione Sovietica, Cina ed Europa orientale è in diminuzione dal 1960. In tutti i Paesi dell'attuale blocco ancora socialista, Unione Sovietica e Cina, e del blocco ex socialista, esiste una diminuzione di produttività agricola, intesa come comparazione tra "input" di lavoro che vi si mette dentro, uso di fertilizzanti ed utilizzo delle macchine agricole.
Invece, in occidente assistiamo ad una crescita continua, pur partendo da livelli superiori. Attenzione ! In occidente siamo partiti da livelli superiori e cresciamo ancora. Si tratta questo di un fatto di cui va tenuto in conto.
Un parametro da considerare, pero', è che nei paesi socialisti è contemporaneamente aumentata la produttività della teoria e del lavoro.
Per esempio nei paesi dell'Est ed in Unione Sovietica si è fatto un grande uso delle carte e della classificazione della "land suitability" e della "land capability" dei suoli in funzione della produzione. Cosa che non si è fatta per nulla in occidente, se non in alcuni pochi casi. Perché ? Perchè in occidente ha sempre vinto la logica della rendita catastale, del valore dell'area rispetto all'infrastruttura. L'infrastruttura distruggeva il valore dell'area, perchè con essa l'area perdeva ogni appetibilità agricola, anche se il suo livello di qualità nella produzione agricola era al massimo della classificazione.
Ma c'è una contraddizione, almeno apparente. Nei paesi socialisti si producono piu' fertilizzanti, piu' macchinari per l'agricoltura, perchè la meccanizzazione per unità di superficie è piu' alta. Ma l'efficienza energetica della produzione di fertilizzanti e macchinari è estremamente bassa, perchè gli incentivi governativi hanno come obiettivo, o hanno avuto come obiettivo, il rispetto delle quote di produzione, non la massimizzazione delle rese e l'ottimizzazione dei costi, anche in termini energetici.
I costi in termini di "input" energetico
Quanto costano gli insetticidi, fertilizzanti, pesticidi in termini di "input" energetico ? Quanto costano i fertilizzanti e gli insetticidi in termini di "output" di impatto ambientale ?
Dai dati dell'università di Carcon sull'analisi delle acque sotterranee della zona rispetto all'uso dei pesticidi, risulta che siamo al doppio dei valori stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità rispetto ai valori che deve avere l'acqua per essere utilizzata per l'approvvigionamento, per dare da bere ai bovini, per utilizzarla ad uso industriale.
Tutte le mattine, in piazza San Venceslao, a Praga, arriva un camion che scarica ceste di fragole. La gente fa la coda per comprarle. Ieri sono stato tentato di comprarle, poi mi sono fermato e mi sono chiesto quale è il residuo di pesticidi e di insetticidi che sta sopra quelle fragole ? E non le ho acquistate. Vorrei saperlo. Questo è un altro impegno che un radicale, un verde deve darsi all'interno di una società, dicendo: »io che cosa mangio ? Quanti residui sono rimasti ? (...).
Emissioni inquinanti
Passiamo alle emissioni inquinanti. Vediamo, ad esempio, quanta anidride solforosa in chilogrammi viene emessa per ogni mille dollari di prodotto interno lordo.
Anche questo indicatore diventa una linea netta di demarcazione tra Est ed Ovest. Vediamo, infatti, che i Paesi ad economia di mercato sono caratterizzati da un valore che va da 1 a 18 e sono inferiori a quelli dei paesi ad economia pianificata, i cui valori vanno da 19 a 40.
Prendiamo come parametro base il Giappone, Paese ad economia di mercato. Vediamo quanti chilogrammi di anidride solforosa produce per mille dollari di prodotto interno lordo. Il Giappone, essendo un paese a forte concentrazione tecnologica, avendo una serie di contraddizioni, ha dovuto sviluppare per primo una nuova tecnologia. Di già alla fine degli anni 70 si abbatteva in Giappone il 75% dell'anidride solforosa, con gli FGD. Poi sono stati adottati anche negli Stati Uniti con diverse tecnologie, e si abbatteva anche il 60% degli ossidi di azoto. Impresa fino ad allora ritenuta impossibile, dal punto di vista energetico e dei costi, negli Stati Uniti.
Nei Paesi ad Est dell'ex cortina di ferro non si trova traccia di FGD, se non in alcuni impianti sperimentali. E questo è un grande mercato, che non bisogna mettere in mano ai Paesi occidentali o ai giapponesi.
Abbattere l'anidride carbonica
I giapponesi in questo momento stanno anche studiando un sistema per abbattere l'anidride carbonica: un sistema avanzato di controllo della Co2 al camino o nella precombustione per il controllo successivo dell'effetto serra.
Questa è una tecnologia che uscirà entro il '95 e che supererà tutte quelle attuali. Adesso noi paghiamo in dollaro 6 cent al chilovattora. Se dovessimo abbattere l'anidride carbonica, dovremmo pagare il chilovattora 1 dollaro e 8 cent.
I giapponesi, invece, stanno elaborando un sistema di intervento chimico e di intervento biologico a monte, che porterà l'incremento del costo del chilovattora soltanto al 15%.
Emissione di anidride solforosa
I tassi di emissione di anidride solforosa dell'Europa orientale, dell'Unione Sovietica, sono molto elevati, per la forte dipendenza dal carbone e per la contemporanea scarsità o assenza di norme di efficienza e di controllo sugli affluenti gassosi. Mentre Stati Uniti, Giappone, Germania federale, stanno riducendo significativamente le emissioni pro-capite, l'Unione Sovietica e la Cecoslovacchia hanno un trend opposto: tra il 1986 ed il 1988 questi paesi hanno aumentato le emissioni di anidride solforosa pro-capite.
In vista della 3a sessione "Ambiente" del "Parlamento Verde", abbiamo elaborato un documento sulle proposte dei Verdi per una strategia comune sui problemi relativi all'inquinamento nell'Europa orientale.
Come premessa abbiamo affermato che la situazione nell'Europa centrale ed orientale è decisamente grave ed in alcune località addirittura catastrofica.
Territori contaminati
Abbiamo calcolato che il 20% del territorio sovietico sia inquinato e contaminato. Alcune zone sono state ridotte a paesaggio lunare. Gli apparati ed i processi produttivi antiquati ed in via di obsolescenza, la mancanza - da un lato - di una strategia ambientale e la necessità - dall'altro - di reperire valuta forte, hanno creato una situazione di degrado dell'ambiente tale da rendere imperativa la ristrutturazione dell'economia e dell'industria dell'Europa centrale ed orientale.
Sotto questo profilo l'economia pianificata ha provocato situazioni ecologiche drammatiche, cosi' come la libera economia di mercato, sebbene con effetti piu' acuti. Ha creato, per esempio, zone ecologicamente disastrate nel Lago di Aral, l'inquinamento da metalli pesanti dell'Estonia, della Carelia e della penisola di Kola, in territorio sovietico. Il massiccio inquinamento della Repubblica Democratica Tedesca, dovuto all'impiego del "brown coul" e dalla immissione delle acque di scolo, soprattutto nelle regioni meridionali. L'inquinamento atmosferico poi ha trovato punti di assoluto primato in Polonia, Cecoslovacchia e Romania. L'elenco sarebbe lunghissino e dobbiamo dire che anche il muro di Berlino, che viene smantellato in questi giorni, è un grande deposito di amianto.
Contrabbando di materiale radioattivo
Dobbiamo inoltre tener conto che numerosi stati del blocco orientale erano implicati nel traffico, di stampo mafioso, che recava grande pregiudizio all'ambiente, come il contrabbando di materiale radioattivo destinato all'industria bellica e nucleare dei Paesi dell'Europa centrale ed orientale ed all'esportazione. Sono gli aiuti dati dai Paesi dell'Est ad alcuni paesi che sono oggi in condizioni critiche per quanto riguarda il possesso di armi atomiche. Che ruolo hanno avuto la Germania Est, la Cecoslovacchia, la Polonia, l'Ungheria, l'Unione Sovietica, nel dare piccole bombe nucleari a piccoli paesi che domani potrebbero farne uso ?
Noi siamo responsabili, come occidentali, del ruolo che ha avuto la Germania Federale nell'armare contemporaneamente sia il Pakistan che l'India. Siamo responsabili come italiani di aver tentato di armare i Paesi arabi della bomba atomica. Non abbiamo la bomba atomica in Italia, ma sappiamo bene come farla. Scienziati italiani, anche dell'Ente Nazionale per le Energie Alternative, avevano prodotto bombe per l'Argentina, per il Brasile e stavano producendone per l'Iraq. Siamo riusciti a scoprirlo prima e a richiamare la missione a casa, anche in seguito a soffiate dei servizi segreti israeliani, che, ovviamente, non avevano nessun interesse a che i paesi arabi avessero la bomba atomica.
Abbiamo anche contribuito alla realizzazione dell'atomica in Sud Africa ed in Israele.
Sono responsabilità che abbiamo sia all'Est sia all'Ovest.
I radicali ed i verdi su queste responsabilità devono fare chiarezza, perchè uno dei nostri obiettivi è quello di un mondo che progressivamente rinunci alle armi, rinunci agli eserciti, alla leva militare.
Molti di noi sono stati obiettori di coscienza in Italia e qualcuno ha conosciuto anche le umide celle di Peschiera del Garda e quelle piu' assolate ed ariose di Gaeta, con vista sul mare. Siamo ben contenti di poter passare ai nostri amici e compagni dell'Est tutti gli insegnamenti che noi abbiamo avuto negli anni 60 e 70, quando i radicali marciavano a piedi per la pianura Padana, andando da una base militare all'altra, attraversando tutto il Friuli, sotto l'acqua, guidati da Aloisio Rendi, responsabile della mia parziale maturazione come radicale.
Molte esperienze che fate voi adesso sono esperienze che abbiamo fatto anche noi e che sono assolutamente comuni e pero' comportano la decisione di fare una battaglia politica che metta insieme le due anime e che mescoli molto quella verde e quella radicale. Questo è un obiettivo che a me sta molto a cuore, perchè trovo che le due componenti sono estremamente vicine e producano un modello circolare continuo.(...)
Non si puo' solo puntare un dito accusatore
Non è concepibile che l'Europa occidentale si limiti a puntare il suo dito accusatore verso l'Europa centrale ed orientale.
Anche l'occidente ha contribuito in notevole misura all'inquinamento, non solo delle proprie regioni, ma dell'intero mondo, in maniera diretta ed indiretta, mediante la colonizzazione del Terzo mondo, con l'esportazione su scala mondiale del suo strumentario industriale inquinante ed installando a sue spese nel Terzo mondo industrie occidentali ancora piu' inquinanti.
La responsabilità dell'Europa occidentale, per quanto riguarda i problemi ecologici dell'Europa centrale ed orientale, non è marginale. Ne sono prova il trasporto di sette milioni di tonnellate di scorie chimiche, tossiche, a Schonberg, nella Repubblica democratica tedesca, provenienti dalla Repubblica Federale tedesca, dai Paesi Bassi, dall'Austria, dal Belgio, dall'Italia e dalla Francia. Le "joint ventures", con partecipazione di capitale occidentale in fase di definizione o già realizzate, rischiano di devastare l'ambiente per sfruttare il metano della Siberia occidentale. Ne è prova il fatto che il metano attraversa i Paesi dell'Est per essere portato ai mercati di consumo occidentale, senza che Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria possano attingere al metano sovietico. In questo i Paesi dell'Est sono stati paesi colonizzati nel senso piu' brutale dall'"orso russo".
L'eliminazione di numerosi "cimiteri ecologici" deve avvenire con il contributo finanziario delle società dell'Europa occidentale, e in questo noi riteniamo di essere responsabili, di dover pagare per questo.
Questo è un altro degli obiettivi della nostra politica verde e radicale: individuare quali sono le ipotesi di localizzazione di nuovi sistemi di smaltimento nei Paesi dell'Est.
Riconvertire centri di ricerca
Per risanare e salvaguardare l'ambiente europeo ci si dovrà avvalere del potenziale europeo comune per il "know-how", le tecnologie, i finanziamenti e le conoscenze scientifiche. Si dovranno riconvertire molti centri di ricerca ed ampliare i rapporti di cooperazione, per realizzare una struttura di cooperazione paneuropea che si occupi, tra l'altro, di condurre studi di fattibilità nei seguenti campi: agricoltura, secondo criteri ecologici; produzione industriale, con una politica dei prodotti secondo criteri ecologici; politica dell'energia e delle materie prime ispirata a criteri ecologici; mobilità nel rispetto dell'ambiente e della pianificazione del territorio; risanamento ecologico del suolo contaminato, tra cui le vecchie discariche ed i letti dei fiumi.
Una politica incisiva di risparmi
L'obiettivo globale dev'essere la realizzazione di una politica incisiva di risparmi in termini ecologici, territoriali, di materie prime e di fonti energetiche e su questo c'è un grande lavoro da fare. Tutti gli Stati europei dovranno adottare strumenti giuridici comuni per la salvaguardia dell'ambiente, sia per considerazioni ecologiche, sia per ragioni concorrenziali.
Noi vorremmo costituire una normativa comunitaria con valore vincolante, che garantisca un adeguato controllo, con misure e sanzioni adeguate. Vogliamo alimentare la politica ambientale comunitaria tagliando la spesa militare ed i finanziamenti alle ricerche ed agli armamenti, passando attraverso la strada della riconversione dell'industria bellica (...). Spostare la difesa della patria come difesa degli equilibri degli ecosistemi, degli equilibri delle diverse culture che si compenetrano e si arricchiscono. E' questo il nostro obiettivo. Si tratta di scegliere tra un'economia di conflitto, con devastanti effetti ambientali ed un'economia di pace mondiale, con la possibilità di risanare l'ambiente. E' questa l'unica scelta.
Le proposte dei Verdi al Parlamento europeo
Quali sono le proposte dei Verdi al Parlamento europeo ?
1. Un codice di condotta delle aziende
Istituire un codice di condotta delle aziende europee occidentali, che sia ispirato ad un comportamento produttivo ecologicamente responsabile, indipendentemente dalla località di produzione, e che tenga conto, in particolare, dell'Europa centrale ed orientale e del Terzo mondo.
2. Cessazione immediata del trasporto di scorie in Europa Centrale
Immediata cessazione di qualsiasi trasporto di scorie in Europa centrale ed orientale e nel Terzo mondo. Le scorie devono essere programmate nel ciclo delle produzioni industriali ed energetiche. E se non siamo in grado di smaltirle, il ciclo tecnologico deve essere rivisitato, scomposto, riproposto, messo sotto critica, abbandonato, sostituito.
3. Transferimento delle conoscenze tecniche
Trasferimento delle conoscenze tecniche in campo ecologico, delle tecniche e delle tecnologie, nell'Europa occidentale ed orientale, nonchè nel Terzo Mondo, con la conseguente abolizione dell'elenco "Cocom", che oggi vincola moltissimo i nostri rapporti con l'Est ed eventuale possibilità di trasferire tecnologia nucleare a condizione che essa sia finalizzata all'eliminazione ed al trattamento delle scorie radioattive.
4. Struttura di coordinamento europeo della ricerca
Istituzione di una struttura di coordinamento europeo nel campo della ricerca scientifica e tecnica.
5. Fondo europeo per l'ambiente
Istituzione di un fondo europeo per l'ambiente che preveda la riscossione di imposte a carico delle aziende per il finanziamento del fondo medesimo, che finanzi le ricerche tecniche e conceda sovvenzioni alle aziende stesse, per incentivare la salvaguardia dell'ambiente, del territorio delle materie prime e dell'energia.
6. Armonizzazione sulla base della legislazione piu' severa
Armonizzare le norme relative alle emissioni ed immissioni delle direttive, delle leggi, dei decreti, dei regolamenti, sulla base della legislazione piu' severa, al fine di pervenire ad una legislazione comunitaria dell'ambiente che preveda, tra l'altro, i controlli efficaci e misure sanzionatorie sufficientemente dissuasive, che rendano l'attività inquinante nettamente piu' onerosa dell'attività non inquinante.
7. Rifiuto totale dell'energia nucleare.
8. Diritto di fruire di un ambiente sano e vivibile
Dichiarazione di principio di tutti i governi europei che riconosca tra i diritti dell'Uomo il diritto di fruire di un ambiente sano e vivibile, da inserire nella Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo e, "a fortiori", nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
9. Politica ambientale al livello mondiale
Realizzazione di una politica ambientale uniforme a livello mondiale, unico livello cui ha senso considerare una politica ambientale. A tale scopo la politica comunitaria si deve ispirare alle strategie delle Nazioni Unite, dei programmi dell'United Nations Environmental Program. Ed è altresi' necessario impegnarsi con tutti i mezzi affinchè le organizzazioni e gli accordi di portata mondiale diano alla tutela dell'ambiente la priorità nell'ambito delle proprie decisioni.
(Trascrizione a cura di Danilo Quinto, non rivista dall'autore)