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Agora' Agora - 26 febbraio 1991
CONTRO IL REGIME CRIMINALE DI BAGDAD, 77 INTERPELLANZE DEI PARLAMENTARI RADICALI IN MENO DI 8 ANNI

Dichiarazione di voto al Parlamento italiano sulla partecipazione all'intervento armato di Sergio Stanzani, deputato, Primo Segretario del Partito radicale

L'atto che la Camera č chiamata a compiere fra qualche minuto, Signora Presidente, Signor Presidente del Consiglio, Colleghe e Colleghi, appartiene intero, e solamente, alla responsabilitā e alla nobiltā della politica, della moralitā politica.

Chiunque pretende in queste ore di caricare questa scelta di altri valori e significati, chiunque proclami, pretenda che ci troviamo dinanzi ad una scelta etica, morale, e segni quindi lo sparti acque del bene e del male al di fuori della responsabilitā politica, dell'opportunitā politica č responsabile di un non tollerabile atto di intolleranza, di faziositā, in una parola di violenza.

Il Partito Radicale attraverso i suoi eletti ha chiamato questa Camera, dal 1982 ad oggi, 77 volte, dico 77 volte, Colleghi, a reagire contro l'infamia politica del sostegno alla politica di guerra, di sterminio del proprio popolo e dell'altrui, di violenza del dittatore feroce e folle di Bagdad.

Non quindi i Signori del Palazzo, ma nemmeno quelli delle piazze, non i cittadini che hanno taciuto, che hanno pensato ad altro e non hanno dedicato giorno dopo giorno, come noi nonviolenti per la creazione della pace, con puntuale impegno, per la vita del diritto e il diritto alla vita, possono pretendere di dare lezione a nessuno.

Il Partito Radicale, Signora Presidente, non č presente in quanto tale in queste aule, come dicono gli stessi nomi dei gruppi parlamentari che i suoi eletti hanno costituito. Io stesso non parlo qui come primo segretario del partito della nonviolenza, del partito che ha compreso, scegliendo il simbolo di Gandhi, quale fosse il nodo centrale da sciogliere nella nostra epoca. Ma sono fiero di ricordare qui che questo partito conta deputati comunisti e socialisti, verdi e federalisti europei, democratici ed indipendenti. Tutti, tutti, nei loro atteggiamenti diversi, ma tutti quanti profondi e responsabili, tutti testimoniano ugualmente dei nostri ideali e della nostra capacitā, capacitā, ripeto, di essere costruttori di pace, di diritto.

Tutti, ne sono certo, come tutti gli italiani, in queste ore ed ancor piu' in quelle che verranno, troveranno ulteriori, urgentissimi motivi per invitare ciascuno e tutti a non vivere di grida e di slanci, di angosce e di odi, ma di concreto apporto, assolutamente prioritario per costruire quella forza di massa all'esercito della nonviolenza politica, della democrazia, senza la quale la scelta, come Gandhi ricordava ed ammoniva lungo tutta la sua esistenza, non resta al nonviolento che quella di scegliere fra i campi contrapposti quello dove la violenza si accompagna alla difesa del diritto. Il Mahatma ha gridato, senza requie, che la codardia, la viltā, l'ipocrisia sono piu' inaccettabili della violenza in sč, della guerra.

Questa guerra č incominciata almeno il 2 agosto. Noi, con la nostra mozione, abbiamo cercato di ottenere da voi tutti, una consapevolezza, una adeguatezza, per il nostro Paese, e per il mondo, di azione politica che avrebbe potuto impedire il ricorso alle armi, pur legittimo.

Non siamo stati ascoltati. Senza un partito, grande, forte, di decine di migliaia di militanti, che operano ogni giorno, ovunque e contemporaneamente nel mondo, la violenza, la guerra non potranno che essere vincitrici. Se questo non si crede, se questo non si sā, non resta che raccogliere il disastro.

Dalla nostra storia fatte di galere, di obiezione di coscienza date e non richieste agli altri, si nutrono oggi voti diversi, in ciascuno di profonda veritā.

In queste ore tremila nostri ragazzi, in mezzo a centinaia di migliaia di altri si trovano nel campo che cerca di disarmare, purtroppo non con le armi che avremmo preferito, il dittatore, l'aggressore, il macellaio di iracheni e di donne ed uomini dell'Iran, dei curdi.

L'intera Europa, sembra, decide di esser presente, pur con una desolante disunitā.

Avete seminato vento, Signori delle maggioranze, Signori del Palazzo e delle piazze. Raccogliamo tempesta. Non vi lasceremo a lungo capaci di questo, a combattere i mostri che avete suscitato.

Che si formino, nel Partito Radicale, a Mosca come a Roma, a Bagdad come New York, le brigate della nonviolenza, della pace, si formino e contino ogni giorno migliaia e migliaia di uomini e di donne.

Vivano la nonviolenza, il diritto, la democrazia.

 
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