di Jacques Velu
---------------
Apriamo questo "dossier anglosassone" con una breve presentazione generale dei diversi sistemi elettorali e con alcune prime conclusioni, dalle quali già emergono alcuni dei punti di forza del sistema anglosassone, ovvero del sistema maggioritario ad un turno. Jacques Velu è avvocato presso la Corte di Cassazione e professore ordinario all'Università Libera di Bruxelles. L'articolo che segue è un estratto del suo libro "Diritto Pubblico", primo volume. Pubblicato da "Bruylant" a Bruxelles nel 1986.
---------------
Il sistema elettorale
1. I sistemi elettorali in generale
Dal punto di vista tecnico, si possono distinguere tre grandi tipi di sistemi elettorali: quelli basati sullo scrutinio maggioritario, quelli basati sulla rappresentanza proporzionale e quelli che combinano lo scrutinio maggioritario e la rappresentanza proporzionale o sistemi misti.
a) I sistemi maggioritari
Nei sistemi basati sullo scrutinio maggioritario viene eletto solo il candidato o la lista di candidati che ha ottenuto il più alto numero di voti. Una doppia distinzione può essere stabilita in seno a questi sistemi.
Si distingue da una parte lo scrutinio maggioritario uninominale dallo scrutinio maggioritario di lista.
Nello scrutinio uninominale c'è un solo candidato da eleggere: ogni elettore vota per un solo candidato e, quindi, la scheda elettorale non riporta che un solo nome. Questo sistema implica che il territorio nazionale sia diviso in un numero di circoscrizioni elettorali uguali al numero di seggi da assegnare. Le cicoscrizioni elettorali essendo di piccola dimensione questo sistema tende a stabilire dei rapporti più personali tra l'elettore e l'eletto.
Nello scrutinio di lista, ci sono diversi candidati da eleggere: ogni elettore deve votare per un lista di candidati. Questo sistema suppone che il territorio nazionale sia diviso in un numero minore di circoscrizioni elettorali rispetto al sistema precedente. Le circoscrizioni essendo invece più estese, implicano relazioni personali tra l'elettore e l'eletto meno marcate, mentre il ruolo dei partiti assume maggiore importanza. In tali condizioni, l'operazione elettorale esprime più la scelta di un orientamento politico che la scelta di un uomo.
Si distingue d'altra parte lo scrutinio maggioritario ad un turno dallo scrutinio maggioritario a due turni.
Nello scrutinio maggioritario ad un turno, vengono eletti il o i soli candidati che arrivono primi: gli basta ottenere la maggioranza semplice o relativa. Il o i seggi da assegnare sono attribuiti immediatamente al candidato o alla lista che ottiene più voti di ciascun candidato o di ciascuna lista concorrente. Non importa che questo candidato o questa lista abbia meno voti dell'insieme degli altri candidati o delle altre liste.
Nello scrutinio maggioritario a due turni, il candidato o la lista dei candidati deve, per essere eletto al primo turno, ottenere la maggioranza assoluta dei suffragi (cioè più della metà dei voti espressi). Nel caso in cui una tale maggioranza non è raggiunta, c'è il ballottaggio; un secondo turno elettorale viene organizzato. Viene allora dichiarato eletto il candidato o la lista che, in questo secondo turno, ottiene la maggioranza relativa.
La nozione di ballottaggio che suppone una elezione a più turni indica l'ultimo turno di scrutinio che viene organizzato quando nei turni precedenti le condizioni di maggioranza richieste non sono state riunite da nessun candidato.
b) I sistemi proporzionali
La rappresentanza proporzionale è un sistema di suffragio che tende ad assicurare a ogni lista una rappresentanza in relazione alla quantità di voti che ha raccolto: i seggi da assegnare vengono attribuiti in proporzione al numero di voti che le liste presenti hanno raccolto. Questo sistema implica insieme lo scrutinio di lista e lo scrutinio ad un turno.
La rappresentanza proporzionale è elementare nel suo principio: consiste nell'attribuire i seggi secondo la proporzione dei voti.
Da un punto di vista tecnico, questo sistema pone però un problema d'ordine matematico perché le cifre piene non si incontrano spesso nella pratica: si tratta del problema dei "resti", che sono suscettibili di essere raggruppati sul piano nazionale o utilizzati nelle varie circoscrizioni per l'attribuzione dei seggi ancora da assegnare (sistema d'Hondt). Per riportare nella maniera più fedele le differenti tendenze che si sono espresse nel suffragio, esistono quindi diversi sistemi di rappresentanza proporzionale i quali cercano di unire la semplicità delle operazioni elettorali e la sincerità dell'immagine ottenuta.
c) I sistemi misti
I sistemi misti realizzano una soluzione di compromesso tra sistema maggioritario e rappresentanza proporzionale.
Si possono individuare tre grandi tendenze: i sistemi misti a dominante maggioritaria, a dominante proporzionale, e equilibrati. Il sistema vigente in Germania è un sistema misto equilibrato.
2. Le incidenze sulle istituzioni politiche
Le incidenze dei sistemi elettorali sulle istituzioni politiche possono essere valutate da diversi punti di vista.
a) L'espressione della volontà degli elettori
Dal punto di vista della espressione della volontà degli elettori, è chiaro che lo scrutinio maggioritario non traduce che imperfettamente le correnti di opinione. Si può perfino dire che lo scrutinio maggioritario ad un turno non dà che un'immagine deformata di queste correnti.
Lo scrutinio maggioritario a due turni ha anche degli effetti deformanti sulla rappresentanza delle opinioni, ma generalmente in misura minore dello scrutinio maggioritario ad un turno. Di tutti i sistemi elettorali, i metodi di scrutinio basati sulla rappresentanza proporzionale sono quelli che rendono l'immagine più esatta delle tendenze di opinione.
b) Il regime dei partiti
Dal punto di vista del regime dei partiti, gli effetti dello scrutinio variano a seconda che si tratti di un scrutinio maggioritario ad un turno, di un scrutinio maggioritario a due turni o di un scrutinio proporzionale. Lo scrutinio maggioritario ad un turno tende al bipartitismo (es. la Gran Bretagna), mentre lo scrutinio maggioritario a due turni è un fattore di multipartitismo, il quale a seconda dei Paesi, assume delle forme assai diverse. Quanto ai sistemi basati sulla proporzionale, favoriscono la formazione di partiti molteplici ed indipendenti.
c) La partecipazione democratica
Dal punto di vista della partecipazione democratica, è importante anche distinguere lo scrutinio maggioritario ad un turno, lo scrutinio maggioritario a due turni e lo scrutinio proporzionale. Nella misura in cui favorisce la concentrazione dei partiti, lo scrutinio maggioritario ad un turno tende a rendere più efficace la scelta dell'elettore. Laddove il regime è bipartitico, la maggioranza è in grado di realizzare il programma politico approvato dagli elettori: l'azione governativa corrisponde in modo diretto alla volontà della maggioranza dei cittadini e non è il risultato di manovre di corridoi. Se questo scrutinio consente una rappresentazione solo imperfetta delle opinioni, tende, per contro, ad assicurare agli elettori l'applicazione del programma politico che hanno scelto. Lo scrutinio maggioritario a due turni costituisce un fattore di multipartitismo e non offre, quindi, questo vantaggio. Sono fattori di multipartitismo anche i sistemi basati sulla rappresentanza proporzionale che non consentono se
non difficilmente di realizzare, in modo effettivo, la volontà della nazione. Con il loro voto, gli elettori intendono scegliere un programma politico che il governo dovrà realizzare. Ma come nessun partito deterrà la maggioranza, i governi saranno necessariamente di coalizione: di conseguenza, le opzioni politiche fatte dagli elettori non si realizzerano mai integralmente e l'azione governativa sarà più il risultato di compromessi intervenuti tra i partiti politici che la concretizzazione di queste opinioni.