di Jean-Marie Cotteret et Claude Emeri
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Quanto pubblichiamo qui sotto è stato estratto da "Les systèmes électoraux" pubblicato nella collezione "Que sais-je" da "Les Presses Universitaires de France".
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(...) Nel caso del bipartitismo, gli effetti del sistema elettorale sono molto più facili da individuare quando porta al two-party system, come succede nel caso della Gran Bretagna; questo sistema di partiti (...) può definirsi dalla congiunzione dei seguenti quattro elementi: il monopolio elettorale di due partiti politici, la forte strutturazione di questi partiti, il loro accordo sulle regole del gioco politico e la loro alternanza al potere. Si è già potuto constatare che lo scrutinio maggioritario ad un turno è in relazione con il duopolio elettorale, con la forte strutturazione e l'insediamento nazionale dei partiti conservatore e laborista; la loro alternanza al potere è anche dovuta al sistema elettorale. In effetti, il fattore essenziale dell'alternanza risiede nel "voto fluttuante", cioè nella massa di elettori che non irrimediabilmente attaccata a ciascun partito e non trovando altra formazione che gli piace, raggiunge per un momento l'uno o l'altro campo. Con la legge del cubo, un debole spostame
nto di voti può portare ad un'importante modificazione nella spartizione dei seggi e quindi ad un cambiamento di maggioranza. Ora, se analizziamo in un modo un po' sommario le elezioni britanniche fino all'anno 1974, constatiamo che danno, ogni volta, in percentuale, i seguenti risultati: laboristi 42%, conservatori 42%, liberali 8%, voto fluttuante 8%
Meno del 10% degli elettori fa allora ribaltare la maggioranza a destra o a sinistra. Si reclutano essenzialmente tra i nuovi votanti - cioè tra i più giovani - tra le donne, più sensibili alla congiuntura rispetto agli uomini e meno stabili nelle loro opinioni e tra quelli che voterebbero per il candidato liberale se non temessero di sprecare così il loro voto. Globalmente, è possibile collocare questo voto fluttuante al centro, alla cerniera tra i due grandi partiti.
Fragilità e permanenza
Certo, questo fenomeno d'alternanza non è automatico e gioca più volontieri a favore dei conservatori che del Partito laborista. Il two-party system è in sé fragile ed è in crisi dal 1970. Ma è la sua stessa fragilità che è all'origine della sua permanenza; i partiti britannici devono infatti vigilare in modo continuo a rafforzare le loro strutture, a lavorare ai loro programmi, a scegliere dei dirigenti con presa sull'elettorato, a vigilare sul mantenimento di un sistema elettorale che è la chiave di tutto il sistema politico.
E' infatti possibile dire che il two-party system determini veramente la natura del sistema politico: non si tratta di un regime di separazione dei poteri conforme ai principi posti da Montesquieu, ma più esattamente del governo di un partito, sotto il controllo dell'altro partito e sotto l'arbitraggio del popolo. Il partito al potere detiene sia il potere legislativo sia il potere esecutivo, la Camera dei Comuni approva i progetti di legge del Gabinetto, quindi dello stato-maggiore del partito maggioritario e non approva altro che essi; ai Comuni, l'opposizione controlla il governo, critica la sua politica e propone al popolo delle soluzioni di ricambio.
E' il popolo che detiene le chiavi del potere
Si potrebbe credere che in tutto quest'affare il popolo quasi non interviene, e che il duopolio elettorale dei partiti porta a conferirgli l'integralità del potere senza che mai gli elettori abbiano il sentimento di partecipare al gioco. In realtà, non è per niente cosi'. Il debole scarto esistente tra i due partiti dà al popolo un'importanza che non ha forse da nessun'altra parte. La sua passività non è che apparente; è il popolo che, in realtà, detiene le chiavi del potere, e molto fermamente.
In effetti, uno studio sulle elezioni britanniche, mostra che esse adempiono a tutte le funzioni che i principi democratici esigono da esse, poiché consentono ad ogni cittadino che vota di scegliere insieme al suo rappresentante locale, un programma di governo, una maggioranza parlamentare ed un primo ministro. L'elezione dei deputati è allo stesso tempo un referendum ed un plebiscito. Porta ad affidare al partito vincitore il processo di decisione politica, consentendo insieme al popolo, attraverso il partito di opposizione, di controllare l'uso che ne viene fatto.