Il Senato,
- temendo che il Parlamento europeo, originato da elezioni dirette, non sia in alcun modo associato al perseguimento del processo di integrazione e di democratizzazione della Comunità europea;
- considerando che sia indispensabile in una Comunità di diritto, che l'organo rappresentativo dei cittadini non possa esercitare alcuna influenza sull'elaborazione della legge fondamentale (Costituzione) costituita nella fattispecie dai trattati di Roma e di Parigi e dai testi modificativi di essi;
- Decide di non approvare i testi modificativi dei trattati di Parigi e di Roma che preparano attualmente le conferenze intergovernative, a meno che non siano stati approvati prima (di tutto) dal Parlamento europeo;
- Chiede al Governo di informare di questa decisione gli altri membri del Consiglio dei Ministri europeo.
(depositata da M. Dierickx e consorti il 27 marzo 1991).
La Camera dei Rappresentanti,
su proposta del Comitato di parere incaricato delle questioni europee;
A. Visto lo stato di avanzamento delle discussioni in seno alle Conferenze intergovernative sull'Unione politica, economica e monetaria;
B. Visto le risoluzioni del Parlamento europeo sull'Unione economica e monetaria del 10 ottobre 1990 (rapporto Herman) e sulle Conferenze Intergovernative nel quadro della strategia del Parlamento europeo per l'Unione europea (rapporto Martin) del 22 novembre 1990;
C. Visto le risoluzioni votate dalla Commissione Affari Esteri ed Europee della Camera dei Deputati italiana il 20 novembre 1990 e dalla Commissione Affari europee del Senato italiano il 6 dicembre 1990;
D. Visto la dichiarazione finale della Conferenza dei Parlamenti della Comunità europea del 30 novembre 1990;
1. decide di ratificare i risultati delle due Conferenze intergovernative sull'Unione economica e monetaria solo quando il Parlamento europeo avrà emesso un parere conforme su queste questioni;
2. giudica in ogni caso inaccettabile ogni risultato che avrebbe come effetto quello di bloccare o di ipotecare pesantemente il perseguimento dell'evoluzione verso una Unione europea di tipo federale dall'uso repetitivo di meccanismi intergovernativi e da una concentrazione di poteri nelle mani del Consiglio europeo.
(Proposta depositata da M. De Gucht, aprile 1991).