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Agora' Agora - 30 giugno 1991
CERNOBYL, MORTI TACIUTI

intervista a Virginio Bettini

a cura di Ivan Berni

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L'intervista che segue è stata rilasciata il 30 aprile al quotidiano italiano la Repubblica da Virginio Bettini, eurodeputato verde, iscritto al Partito Radicale, al suo ritorno dall'Unione Sovietica dove ha visitato insieme ad una delegazione del Parlamento europeo i luoghi della catastrofe. Bettini ha anche ricordato che mentre nel 1978 quando scrisse un libretto "Contro il nucleare" gli diedero del pazzo allarmista, egli stesso è oggi costretto a riconoscere che le sue previsioni di allora erano ingenue e ottimiste.

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Ivan Berni: Avete potuto visitare la centrale ?

Virginio Bettini: Si, siamo entrati nell'impianto colpito. Ci hanno condotto fino al muro che copre l'area dove è avvenuta l'esplosione. Siamo potuti rimanere solo un minuto e mezzo in quella stanza. Avevo addosso un dosimetro per le radiazioni: in 35 secondi ho assorbito una quantità di raggi gamma pari a 10 radiografie. Il reattore è coperto all'esterno da un sarcofago scuro di cemento e piombo spesso un metro. All'interno ci sono 120 tonnellate di combustibile nucleare che ancora reagisce. Il sarcofago non è a tenuta ermetica: le foto ad infrarossi scattate dagli aerei hanno rilevato 1500 metri quadri di fessurazioni e incrinature. Il crollo di questo guscio provocherebbe una sciagura immane, di proporzioni ancora maggiori di quello dell'86.

I.B.: Per quali motivi ?

V.B.: Prima di tutto per l'emissione di polvere radioattiva. Si solleverebbe una nube di dimensioni incontrollabili. Poi per gli effetti che potrebbe innescare sul combustibile. Si credeva che il materiale si fosse "raffreddato": non è vero. Il combustibile sta ancora reagendo e penetrando, lentamente per fortuna, in profondità. La massa radioattiva, un mix di grafite, barre di uranio bruciate, stroncio, plutonio, cesio e americio è sprofondata di nove metri e mezzo rispetto al livello dell'86. Una contaminazione massiccia delle acque di falda avrebbe conseguenze apocalittiche. Le acque di raffreddamento utilizzate dalla centrale sono le stesse che alimentano il lago Pryapat, su cui si affaccia Kiev. Bisognerebbe costruire un secondo sarcofago intorno al primo. Ma l'Urss e l'Ucraina non ce la faranno mai da sole: sono praticamente alla fame.

I.B.: La vostra missione doveva raccogliere dati per una ricerca epidemiologica sulle conseguenze di Cernobyl. Che quadro ne avete ricavato ?

V.B.: C'è una tragedia nella tragedia, in questa terribile vicenda, e riguarda l'informazione. Ci siamo trovati di fronte a due versioni opposte: quella ufficiale che ancora parla di 34 morti e di conseguenze minime sulla salute delle popolazioni; e la verità nuda e cruda, di cui sono al corrente solo i membri del Soviet Supremo dell'Urss: i morti sono stati migliaia, i condannati a una fine atroce altrettanti, i contaminati millioni.

I.B.: Sta sostenendo che Gorbaciov occulta le dimensioni di questa tragedia ?

V.B.: Non lo sostengo io. Lo dice un membro del Soviet Supremo, Alla Jaroscinskaya, componente della commissione speciale per Cernobyl. La Jaroscinskaya, con cui abbiamo avuto un incontro, parla apertamente di "genocidio tollerato" citando documenti ufficiali fino a ieri coperti dal massimo segreto. Non è la sparata di qualche nemico di Gorbaciov: Alla Jaroscinskaya è iscritta al Pcus. E poi, se non bastasse, ci sono i dati che abbiamo raccolti negli ospedali. Abbiamo visitato 4 centri a Kiev e Kharkov, un'altra città colpita pesantemente dal disastro di Cernobyl. Due nosocomi erano specializzati per bambini. Dall'ospedale di Kharkov dipendono i controlli sanitari su 70 mila "liquidatori", circa il 10 per cento dell'esercito di 700 mila uomini che dal maggio '86 all'agosto '87 decontamino' il territorio intorno alla centrale esplosa e costrui il sarcofago. A Kharkov sono riusciti a "monitorare", finora, soltanto 12 mila "liquidatori", tutti giovani fra i 18 e 35 anni. Di questi ne sono già morti 229, 1500 so

no invalidi gravi, il 64 per cento è affetto da malattie come l'invecchiamento precoce, l'aterosclerosi, gravi complicazioni cardiache e respiratorie. Se si proietano questi dati sul totale delle persone impiegate nell'opera di bonifica e decontaminazione si arriva a una stima attendibile, di 7000 morti. Per i bambini il quadro è ancora piu' grave: oltre ai casi di leucemia, 20 quelli accertati solo in un ospedale di Kiev, si molteplicano i segnali di blocchi della crescita e di fenomeni di regressione psichica.

I.B.: Che ruolo dovrebbe avere l'Europa, secondo Lei, di fronte alle conseguenze di questa catastrofe ?

V.B.: Diciamo, intanto, che per motivi di solidarietà e di modello di sviluppo quella di Cernobyl è una tragedia che ci tocca tutti. Come minimo perchè il territorio dei 12 (della Comunità europea, ndlr) è disseminato di centrali nucleari e nessuno puo' escludere che accada un incidente simile in Francia, Germania o Belgio. Va avviato subito un programma massiccio per la prevenzione sanitaria e la ricerca epidemiologica. E la ricerca europea deve concentrare gli sforzi per disinnescare la bomba nucleare ancora pulsante di Cernobyl. Ci vorrano molti soldi, certo. I sovietici calcolano che occorreranno 400 miliardi di dollari per annullare gli effetti del disastro.

 
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